Tesori dell’archeologia da riscoprire

Il governo della Regione ha avviato i lavori di riqualificazione di due fra i siti archeologici di maggiore prestigio nell’Isola: il Parco di Cava d'Ispica e il Parco di Camarina  
Camarina, area archeologica

Tracce del lontano passato che sopravvivono e che “raccontano”, ancora oggi, la storia millenaria di un popolo che vide le popolazioni indigene (i siculi, i sicani e gli elimi) fondersi via via con i popoli che attraversavano il Mediterraneo e che, nella Sicilia e nei suoi porti, trovavano un approdo naturale e, spesso, anche la possibilità di un insediamento in una terra fertile ed accogliente. Arrivarono così i fenici, i cartaginesi, i greci, i romani e poi, via via, in tempi più recenti, i popoli delle vicine regioni orientali, gli arabi, i normanni, i lombardi, poi i francesi, gli spagnoli…

La Sicilia che conserva siti archeologici bellissimi non riesce però a valorizzarli ed a conservarli adeguatamente. I siti archeologici soffrono spesso di incuria e di abbandono, gli interventi di manutenzione non ci sono o sono insufficienti.

Nella cultura, nei restauri, nella custodia dei monumenti si è investito sempre troppo poco. E se il turismo delle fasce costiere, legato alle splendide spiagge, va per la maggiore, non altrettanto può dirsi del cosiddetto “turismo culturale”. La fruizione dei beni archeologici ed architettonici è spesso problematica: le chiese talvolta sono chiuse, alcuni siti archeologici, tranne poche eccezioni, non sono aperti al pubblico.

Ma c’è qualche segnale positivo: il governo della Regione avvia i lavori di riqualificazione di due fra i siti archeologici di maggiore prestigio in Sicilia: il Parco di Cava d’Ispica e il Parco di Camarina. Entrambi si trovano in provincia di Ragusa. Nei due siti si investiranno sei milioni di euro. Nella zona di cava d’Ispica, si restaurerà anche la necropoli di Baravitalla, con la cosiddetta “Tomba del Principe” risalente ad un periodo tra il 2.200 ed il 1.500 avanti Cristo. La facciata a finte colonne dovrebbe essere di epoca castellucciana.

Il sito di Cava d’Ispica è uno degli insediamenti rupestri più interessanti della Sicilia: vi sono necropoli preistoriche, Ma fu abitato anche in epoca cristiana (vi sono eremi e catacombe) e gli insediamenti abitativi continuarono, con varie caratteristiche, anche in periodo medievale. È una zona di grande rilevanza paesaggistica, una lunga vallata incuneata tra le rocce, a due passi dal mare, che costituì il primo nucleo abitativo della vicina Ispica (che fino al 1936 si chiamava “Spaccaforno”).

La zona è aperta alla fruizione turistica ed è molto visitata. L’investimento (poco più di un milione di euro) deciso dall’Assessorato ai Beni Culturali ed all’Identità Siciliana, con fondi regionali e comunitari, prevede l’ampliamento delle aree visitabili dai turisti, nuovi sentieri e vie di collegamento tra i monumenti; miglioramento dei percorsi di visita attraverso un sistema di indicazioni topografico-temporali, percorsi di visita virtuale e ricostruzione del ciclo pittorico della “Grotta dei Santi”.

L’intervento più cospicuo è previsto a Camarina: quasi cinque milioni di euro. Camarina fu colonia greca, fondata da Siracusa nel 598 avanti Cristo. La città greca venne poi distrutta da Romani nel 258 avanti Cristo. I suoi quattro secoli di vita ci restituiscono la storia di una fiorente città commerciale, divenuta presto punto di riferimento per i traffici commerciali dei coloni greci, ma anche delle popolazioni indigene dell’entroterra (i siculi) e avamposto verso il mare Mediterraneo, insieme a Gela e Akragas, quasi coeve.

A Camarina è prevista la ricostruzione delle antiche volumetrie, di cui oggi rimangono poche tracce, in particolare della stoà – una struttura costituita da passaggi coperti e portici, di forma rettangolare allungata e che presenta uno dei lati lunghi aperto e colonnato – individuata durante gli scavi. Inoltre, si realizzerà un nuovo allestimento multimediale del museo archeologico e un restyling degli spazi espositivi del Museo, che sorge all’interno di un’antica “masseria” divenuta sede del “parco”. Inoltre, un sistema adattato ai dispositivi mobili permetterà ai visitatori di ricevere informazioni didattico-scientifiche relative ai punti di interesse.

«Una provincia, quella di Ragusa – spiega l’assessore dei Beni Culturali, Sebastiano Tusa – di straordinaria bellezza e di grande interesse archeologico e naturalistico. Un paesaggio naturale che attrae ogni anno migliaia di turisti che meritano un sistema di fruizione culturale di livello superiore. Un territorio che, lontano dai circuiti turistici classici, negli ultimi anni ha saputo conquistarsi un ruolo di primaria importanza e che con questa concreta azione vogliamo portare a livello di eccellenza».

 

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