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Terremoto in Turchia e Siria: l’intervento dell’Europa

di Fabio Di Nunno

- Fonte: Città Nuova

Fabio Di Nunno, autore di Città Nuova

L’Unione europea ha predisposto aiuti di emergenza in seguito al devastante terremoto che ha colpito alcune regioni della Siria e della Turchia, attivando il meccanismo di protezione civile

Terremoto Turchia e Siria
Terremoto Turchia (AP Photo/Mustafa Karali) Associated Press/LaPresse Solo Italia e Spagna

Il terremoto di magnitudo 7,8 sulla scala Richter, uno dei più forti nella regione da oltre 100 anni, che ha colpito la regione di Gaziantep, in Turchia, colpendo anche la vicina Siria, ha fatto decine di migliaia di morti, dispersi, feriti, sfollati. La solidarietà della comunità internazionale è stata immediata, mentre anche l’Unione europea (Ue) ha mobilitato migliaia di soccorritori per la Turchia attraverso il meccanismo di protezione civile attivato alla stessa Turchia

Grazie all’attivazione del meccanismo di protezione civile dell’Ue, 19 Stati membri dell’Ue (Austria, Bulgaria, Cechia, Cipro, Croazia, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria) insieme all’Albania e al Montenegro, hanno offerto squadre che guidate dal Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’Ue e dalle autorità turche.

Sono state 25 le squadre di ricerca e salvataggio destinate alle zone più colpite della Turchia e poi della Siria per aiutare gli operatori di primo intervento sul terreno. Inoltre, due squadre mediche sono state inviate tramite il meccanismo di protezione civile dell’Ue per fornire assistenza sanitaria di emergenza. Nello specifico, fin da subito, 1.652 soccorritori e 105 unità cinofile sono stati offerti dai paesi europei. Tali numeri sono poi aumentati ulteriormente.

Il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’Ue ha inoltre riunito una squadra di esperti del meccanismo di protezione civile dell’Ue provenienti da 11 Stati membri che sono stati immediatamente dispiegati in Turchia per sostenere le operazioni. Molti altri Stati membri hanno poi messo a disposizione altre squadre. La Commissione europea, per l’aggiunta, ha convogliato l’assistenza di 12 Stati membri dell’Ue per alloggi di emergenza e ha fornito unità abitative di soccorso dalla riserva di RescEU dislocata in Svezia, nonché migliaia di posti letto in tenda dispiegati dalla Romania in Turchia.

In Siria, poi, l’Ue è stata in contatto con i suoi partner umanitari sul terreno e finanzia le organizzazioni umanitarie che svolgono operazioni di ricerca e salvataggio, forniscono sostegno idrico e igienico-sanitario e distribuiscono coperte e articoli per l’igiene nelle aree colpite. Le scorte dell’Ue, dislocate in Italia e Dubai, sono state mobilitate per fornire le prime forniture di emergenza (tende invernali, riscaldatori, coperte, acqua, kit igienici e set da cucina). Gli aiuti sono stati distribuiti sia nelle aree controllate dal governo insieme alla Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, sia nelle aree non controllate dal governo nel nord-ovest della Siria in collaborazione con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni.

Il Vicepresidente della Commissione europea e Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, insieme al Commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, hanno osservato che «rispondendo prontamente, l’Unione europea ha mobilitato per la Turchia squadre di ricerca e salvataggio, in seguito alla richiesta del paese di attivare il meccanismo di protezione civile dell’Ue».

Nello specifico, «dieci squadre di ricerca e salvataggio in ambito urbano sono state rapidamente mobilitate da Bulgaria, Cechia, Croazia, Francia, Grecia, Paesi Bassi, Polonia e Romania per aiutare gli operatori di primo intervento sul campo». Ma «anche l’Italia e l’Ungheria hanno offerto alla Turchia le loro squadre di salvataggi», mentre «il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’Ue è stato in contatto diretto con le autorità turche per coordinare l’ulteriore sostegno». Inoltre, «il sistema satellitare Copernicus dell’Ue è stato attivato per fornire servizi di mappatura d’emergenza».

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