Terremoto in Marocco, si temono 10mila morti

La scossa principale del terremoto in Mrocco è avvenuta alle 23,11 di venerdì 8 settembre. Nella provincia di Al Haouz, a sud ovest di Marrakesh, è stato individuato l’epicentro del sisma. I morti accertati superano già dopo 36 ore il numero di 2.500. Ma il bilancio è purtroppo destinato a crescere.
Il Marocco devastato dal terremoto, AP Photo/Mosa'ab Elshamy
Il Marocco devastato dal terremoto, AP Photo/Mosa'ab Elshamy

Un terremoto di rara violenza ha colpito il sud-ovest di Marrakesh, in Marocco, venerdì 8 settembre alle 23.11: al momento i morti accertati sono circa 2.500 e altrettanti i feriti. Ma il bilancio è purtroppo destinato a salire, anche perchè le stime dei sismologi prevedono che si possa arrivare a circa 10 mila vittime.

La provincia di Al Haouz, dove si trova l’epicentro del terremoto, è la più colpita con circa 1.300 morti accertati, seguita dalla provincia di Taroudant con 500 vittime. In queste due zone situate circa 70 Km a sud-ovest della città di Marrakesh, ci sono però una trentina di paesi e villaggi berberi rasi al suolo dal terremoto, e non tutti sono stati finora raggiunti dai soccorsi. L’area colpita è di circa 400 Km.

Il terremoto avvenuto nella notte tra venerdì e sabato, di magnitudo 7 secondo il Centro marocchino per la ricerca scientifica e tecnica (6,8 secondo l’Istituto americano di geofisica), è il più potente mai misurato in Marocco. E uno fra i più mortali mai registrati.

David Rothery, professore di geologia planetaria alla Open University (Regno Unito), spiega che “non c’è mai stato un terremoto così potente in un secolo”, il che rende questo disastro un evento unico nel suo genere: “Da un punto di vista geologico non è una sorpresa rilevare un terremoto del genere, è solo molto raro. L’Africa e l’Europa si stanno scontrando. Questo fenomeno si verifica soprattutto al nord [dell’Africa], vicino al Mediterraneo…”

Le immagini del disastro vengono trasmesse in loop sui canali di tutto il mondo e la situazione e l’entità dei danni suscitano l’empatia di tutto il mondo… Gli aiuti vengono organizzati rapidamente e ci sono tutte le condizioni per un intervento umanitario. Anche la vicina Algeria, nonostante i rapporti burrascosi con il Marocco, ha aperto il suo spazio aereo, chiuso da due anni, ai voli che trasportano aiuti umanitari e feriti. Ma domenica il Marocco ha annunciato di aver accettato aiuti solo da quattro paesi: Spagna, Gran Bretagna, Qatar ed Emirati Arabi Uniti.

Il Ministero dell’Interno marocchino ha affermato in un comunicato che il Marocco ha risposto favorevolmente, “in questa fase”, alle offerte di aiuto di questi quattro paesi, “di inviare squadre di ricerca e soccorso”, mentre diversi altri Stati – tra cui l’Italia – si sono detti pronti ad aiutare.

Una fonte diplomatica marocchina ha detto che al momento non sono necessari altri aiuti internazionali: “Stiamo seguendo un approccio responsabile, rigoroso ed efficace per gestire le richieste di sostegno internazionale, collegandole ai bisogni che si presentano sul campo”, ha dichiarato un portavoce.

In questa regione del mondo, i terremoti hanno già danneggiato le popolazioni in numerose occasioni. Storicamente il Maghreb non è stato risparmiato in passato da tragedie di questo tipo. A causa della sua intensa attività sismica, la regione ha già vissuto numerose tragedie. Il nord del Maghreb si trova infatti al confine di 2 placche tettoniche, quella africana e quella euroasiatica, che si scontrano in corrispondenza dello Stretto di Gibilterra. Secondo Middle East Eye, ogni mese in Nord Africa si verificano non meno di 50 terremoti, evidentemente di bassa intensità.

Il terremoto di questi giorni in Marocco è stato il più mortale dopo quello che distrusse Agadir, sulla costa occidentale del paese, il 29 febbraio 1960. Ad Agadir il bilancio finale fu di quasi 15 mila vittime, ovvero un terzo della popolazione della città.

Sabato 9 settembre la Casa reale marocchina ha decretato un lutto nazionale di tre giorni e molti leader mondiali hanno espresso il loro sgomento e il loro cordoglio, tra cui il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni.

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