Tensioni tra Italia e Francia sull’accoglienza dei migranti

Il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin critica duramente la decisione del governo italiano di chiudere i porti. La sua reazione è la serrata dei confini a Ventimiglia, lo schieramento di 500 agenti e lo stop all’accoglienza di 3.500 rifugiati dall’Italia. La tensione tra i due Stati cresce e Bruxelles segue la vicenda con preoccupazione.
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Nave Ocean Viking. Foto AP

«Incomprensibile e disumana» è come il ministro Darmanin ha definito la decisione di Roma, lanciando un appello agli altri Paesi Ue a prendere misure a riguardo, al pari della Francia. Roma non si smuove, anzi i ministri, tra cui Antonio Tajani e Matteo Piantedosi, ribattono sul fatto che finora l’Italia ha accolto decine di migliaia di migranti, loro appena alcune centinaia.

«Noi abbiamo 90mila arrivi e avevamo un accordo per la redistribuzione di 8mila migranti ma finora ne sono stati redistribuiti solo 117. Ed ora si tratta di 234 persone che stanno arrivando in Francia», ha sottolineato Tajani, attuale ministro degli Affari Esteri, riferendosi alla nave ong Ocean Viking. Chiede una «maggiore serenità».

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A fronte di «ricollocamenti assolutamente insufficienti», spiega Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, «si vuole imporre il principio che l’Italia sia l’unico approdo d’Europa possibile per gli immigrati illegali, determinando così un flusso di ingressi in notevole crescita in questi ultimi tre anni». Il risultato è che «il nostro sistema di accoglienza è in gravissima difficoltà».

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari afferma che la Francia nel 2022 ha ricollocato solamente 38 migranti. Il governo francese, d’altro canto, reputa che l’Italia in quanto Paese più vicino ha il dovere di aprire i suoi porti, oltre al fatto che è «il primo beneficiario» del meccanismo di solidarietà europeo per i ricollocamenti. Roma riceve infatti l’ammontare di denaro più alto per la gestione dell’immigrazione.

La Commissione europea ribadisce la necessità che si rispetti «l’obbligo legale al salvataggio» e invoca la «cooperazione» tra Stati membri per fare passi avanti nel «patto sulla migrazione». «Non vogliamo addossare la colpa ad uno Stato o all’altro», la precisazione.

Intanto la Ocean Viking e i suoi 231 passeggeri sbarcano a Tolone, dopo aver attraversato il Mediterraneo scortati da navi francesi e da un elicottero. Parigi ha infatti accettato in via eccezionale di accogliere i migranti, dato che la Commissione Ue ha indicato «l’obbligo legale al salvataggio» e su richiesta del presidente della Repubblica. Così, dopo 15 giorni trascorsi in mare, l’ong francese SOS Méditerranée, che gestisce la nave umanitaria Ocean Viking, ha assegnato un porto sicuro all’imbarcazione. Una sorte forse peggiore degli sbarchi selettivi avvenuti a Catania per le navi di MSF (Medici senza Frontiere) e SOS Humanity, anche loro organizzazioni non governative.

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