Tensioni d’agosto

All’orizzonte non solo minacce di attentati terroristici, paventati dagli Stati uniti, ma anche stati di agitazione sul fronte politico italiano. Una critica
Camera dei deputati

Il caldo gioca brutti scherzi: rende più fiacchi, meno lucidi e allenta le difese. C’è chi potrebbe approfittarne, come i terroristi di Al Qaeda i cui piani eversivi, a partire dallo Yemen, denunciati da Obama, allarmano i Paesi occidentali. Che Dio ci assista.

Ma il clima torrido sembra influenzare anche la politica del nostro Paese. In questo periodo, generalmente – almeno chi può – va in vacanza. Anche il Parlamento, a breve, sospenderà i suoi lavori: le commissioni della Camera torneranno a riunirsi il 28 agosto, quelle del Senato il 2 settembre. E nella pausa estiva, di norma, la stampa non trova argomenti di cui parlare se non attingendo al mondo del gossip.

Di norma, non sempre. Perché c’è sempre qualcuno che non riesce a reggere i colpi di calore. Se non si tratta di politici, ci pensano i magistrati. Il giudice Antonio Esposito della Corte costituzionale, ad esempio, in una calda giornata agostana non ha trovato nulla di meglio da fare che rilasciare un'intervista al quotidiano Il Mattino, anticipando un particolare delle motivazioni della sentenza riguardante Berlusconi, prima della sua pubblicazione. Che, peraltro, non sarebbe spettato a lui rendere noto, bensì al relatore del collegio giudicante. Gettando così benzina sul fuoco. La smentita di Esposito non è servita a nulla, perché subito sbugiardata dal quotidiano che ha pubblicato la trascrizione integrale dell’audio dell’intervista. Davvero una sortita improvvida e inopportuna, di cui nessuno avvertiva proprio il bisogno.

Nervi saldi, per favore. Secondo il ministro dell’Economia Saccomanni la recessione starebbe invertendo il suo ciclo. Il Pil è ancora giù, ma nel prossimo semestre sarebbe atteso il segno positivo dopo due anni di caduta. Sono anche all’orizzonte due appuntamenti decisivi: il Consiglio europeo di dicembre e, dal 1° luglio 2014, il semestre di presidenza italiana dell’Unione, dai quali molto può dipendere per dar fiato alla svolta economica.

Se alla politica sta davvero a cuore, con priorità, la ripresa economica, non si può prescindere dalla stabilità del governo, e vanno scongiurati scenari destabilizzanti. Occorre andare avanti, con responsabilità e decisione, con le riforme economiche e con quelle istituzionali.

Nei giorni scorsi, il ministro Quagliarello aveva parlato di trame trasversali che congiuravano per la caduta del governo Letta. Falchi ne esistono, da una parte e dall’altra, ma le loro strategie paiono più dettate dalle questioni interne ai rispettivi partiti che da un progetto politico finalizzato al bene del Paese. E d’altronde sarebbe proprio da incoscienti provocare una crisi al buio, con il rischio di dimissioni del capo dello Stato e di ricorso a nuove elezioni ancora con la stessa (nefanda) legge elettorale.

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