Tempo di Spirito e verità

Conclusa a Rimini la 33esima Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito con 20 mila partecipanti in rappresentanza dei 200 mila aderenti delle 1900 comunità sparse per il Belpaese, è tempo di bilanci. Nostra intervista a Salvatore Martinez, presidente nazionale.
Salvatore Martinez

Una sua valutazione sulla 33esima Convocazione appena conclusa?

«Il tema dell’appuntamento, tratto da una frase della prima lettera di San Giovanni: «È lo Spirito che dà testimonianza, perché è la Verità», è apparso urgente perché albergano tante menzogne riguardo Dio e l’uomo che non generano vita. C’è un rapporto inscindibile tra menzogna e morte come tra verità e vita. I cristiani sono testimoni della verità che è liberante. Questo dato si è registrato nelle condivisioni, nell’ascolto della parola, nei momenti di fraternità, nelle testimonianze che abbiamo ricevuto. È motivo di speranza che le famiglie, i giovani, i sacerdoti ritrovano le ragioni di una fede che non vuole cedere dinanzi ai mali del tempo. Ritornando allo Spirito Santo si torna ad essere più forti e capaci di dire Cristo anche in quella fantasia dello Spirito che anno dopo anno caratterizza non solo le Convocazioni, ma anche l’annuncio di nuove opere sociali per un rinnovamento delle realtà umane».

 

Quali sono le novità di quest’anno?

Due iniziative. Un centro internazionale per la famiglia a Nazareth secondo i desideri di Giovanni Paolo II quando nel 1997 a Rio de Janeiro annunciò la nascita di questa casa per le famiglie di tutto il mondo. La prima pietra è stata benedetta l’anno scorso da Benedetto XVI. Vorremmo che tutto ciò che si fa per la famiglia: cultura, evangelizzazione, pastorale possa trovare ospitalità e accoglienza. Sarà anche un progetto per sostenere le famiglie cristiane di Terra Santa per evitare le violenze che subiscono e la migrazione dai loro luoghi. La seconda iniziativa riguarda il reinserimento degli ex detenuti. Il progetto “Sicomoro” con l’agenzia Anrel si prepara a prendere il via in cinque regioni: Campania, Lazio, Veneto, Lombardia e Sicilia – quest’ultima ha già avviato il progetto pilota –, regioni scelte secondo il criterio della densità di popolazione carceraria. È un progetto di sussidiarietà orizzontale nato in rete con altri movimenti e associazioni nella cultura della Pentecoste, della fraternità e unità, perché possa essere una risposta all’emergenza carceraria per riaccogliere nelle comunità le persone macchiate da una pena. Intendiamo prenderci carico del destino di queste persone e delle loro famiglie per aiutarli a reinserirsi in quei mondi virtuosi rappresentati dai movimenti, dalle associazioni, dalle reti sociali».

 

Nella sua relazione conclusiva afferma che anche «il Rinnovamento deve fare i conti con la verità»…

«Il Rinnovamento deve sempre essere un vero rinnovamento perché venga alla luce la verità per vedere se fai i conti con le tue forze o con la potenza di Dio. È un rischio che corriamo tutti ed è un rischio anche nell’esperienza di un movimento. Il desiderio di autenticità deve essere frutto di una vigilanza permanente e un frutto che viene solo dallo Spirito».

 

Il 16 maggio prossimo tutti i movimenti e le associazioni sono convocate in Piazza San Pietro per la recita del Regina Coeli con il papa. Perché è importante esserci?

«Senza quella piazza i cristiani rischiano di essere disorientati per gli scandali. Noi saremo in piazza per dare al Santo padre il nostro abbraccio, il nostro affetto, la nostra preghiera. Siamo sulla stessa barca e la navigazione non può essere interrotta e alterata dalle tempeste. Bisogna dire al Santo padre che siamo con lui e che è una guida certa. Anche per dirgli grazie perché sta facendo della Caritas in Veritate non un motto ma l’esercizio e la cifra di un pontificato. È paradossale che sia così contestato perché sta denunciando che una libertà senza verità, anche all’interno della Chiesa, non produce vita ma morte. Bisognerebbe piuttosto elogiarlo. La mobilitazione è indispensabile».

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