Teheran, il mistero dell’aereo caduto

Le incertezza sulle cause dell’incidente. La possibilità che accadesse un incidente del genere dovuto a problemi tecnici – informatici, meccanici o meteorologici –, si situa a un livello infinitesimale. Poniamo le giuste domande

Il numero del volo,  PS752, dell’aereo caduto a Teheran forse resterà nella storia. Può essere in ogni caso preso a simbolo dell’incertezza che regna ormai in tutto il Medio Oriente. E i media all’inizio accantonano i dubbi e “derubricano” la notizia della tragedia… Poi parla Trudeau. Il volo PS752 della Ukraine International Airlines decollato dalla capitale iraniana e diretto a quella ucraina è caduto dopo 6 minuti dalla partenza da una Teheran profondamente scossa dalle ultime vicende del conflitto latente con gli Stati Uniti. È accaduto alle 6.14 del mattino, ora locale, mentre poco prima, alle 1.20, dei missili erano partiti dal territorio dell’Iran e avevano colpito, senza fare apparentemente vittime umane, alcune basi militari statunitensi in Iraq. Più tardi, Donald Trump ha fatto la sua dichiarazione che è stata definita «sdrammatizzante», «volta a placare gli animi», «non belligerante».

La notizia della tragedia aerea è stata rapidamente “derubricata” da breaking news a articolo di terza fascia, anche se la coincidenza temporale con la crisi iraniana-statunitense non poteva non far tremare i polsi. In effetti l’incertezza sulle cause dell’incidente (ci sono state dichiarazioni altalenanti tra Kiev e Teheran, mentre solo al-Arabija ha parlato di un missile iraniano sfuggito al controllo che avrebbe abbattuto il Boeing 737-800, prima che il premier canadese Trudeau non rilanci questa convinzione) alimentano timori d’ogni genere. E prima che si abbiano riscontri plausibili, ogni definitiva sentenza non è lecita. Ma porsi delle domande è lecito, anzi necessario. Ho chiesto a un amico matematico di calcolarmi la possibilità che un incidente “tecnico” di tali proporzioni accada in un dato posto in contemporanea con altri avvenimenti precisi, calcolando il numero dei voli in circolazione, la frequenza di tale tipo di incidenti su una serie statistica di alcuni anni. Un calcolo comunque aleatorio, ma che può dare l’idea dell’incredibile eventuale coincidenza. Ebbene, la possibilità che accadesse un incidente del genere dovuto a problemi tecnici – informatici, meccanici o meteorologici –, si situa a un livello infinitesimale.

Il che rende lecito dubitare che si sia trattato veramente di un incidente tecnico a determinare la morte di 167 innocenti: 82 iraniani, 11 ucraini, 63 canadesi (per questo Trudeau ha parlato), 10 svedesi, 4 afgani, 3 tedeschi e 3 britannici. Ed è anche lecito, rimanendo tutta via nell’ambito delle supposizioni, cercare di capire chi avrebbe avuto interesse a provocare un tale disastro. È vero, come scrive la nostra corrispondente da New York in un articolo pubblicato ieri che i due attori in campo hanno sbagliato nell’intera vicenda non pochi dei loro calcoli, ma la vicenda PS752 potrebbe aver giocato non poco sulle dichiarazioni del presidente Trump e sul fatto che in fondo i missili iraniani avrebbero fatto pochi danni. C’è anche la possibilità che a provocare l’incidente siano stati i soliti servizi segreti deviati, magari all’insaputa dei loro capi. Così come è sempre possibile ovviamente un incidente tecnico. I precedenti di aerei civili finiti come obiettivo di missili non mancano: il volo Itavia IH170 precipitato sul Tirreno, nei pressi di Ustica, il 27 giugno 1980; il jumbo Pan Am 103 precipitato a Lockerbie il 21 dicembre del 1988; il volo MH17 precipitato nei cieli ucraini il 18 luglio 2014… Tutti casi estremamente complessi, che hanno richiesto anni di indagini, e così sarà anche questa volta nel caso in cui si provasse che è stato un missile la causa del disastro.

Niente complottismi, please. La storia è piena di episodi poco chiari che hanno determinato un cambiamento radicale degli eventi politici e bellici. Ora bisognerà pazientemente attendere i risultati dell’inchiesta, che non si sa quanto possa essere obiettiva, visto che le guerre sono per antonomasia il regno della menzogna. Ma stupisce, lo ripeto, che si sia voluto mettere tra parentesi sui siti più importanti del mondo intero le domande che ci siamo appena posti.

Sia come sia, può darsi che nei fatti assisteremo a una progressiva caduta della tensione tra Teheran e Washington, anche perché non è nell’interesse né degli uni né degli altri rinfocolare le tensioni: Trump ha da pensare alla campagna elettorale, il governo iraniano alla crisi economica e alle contestazioni interne. Resta da ricordare che nella regione circola troppa violenza reale o latente, che la paura regna sovrana ovunque, che la situazione economica dei Paesi coinvolti nella crisi è sempre più pronunciata. Perché far soffrire impunemente tanta gente? Perché tante ingerenze straniere ovunque nel Medio Oriente? Perché il petrolio e il gas naturale fanno ancora così gola ai potenti?  Poniamoci le domande giuste. E continuiamoci a porcele. I punti di vista possono essere diversi (basti leggere i due articoli da noi pubblicati nella giornata di ieri, una corrispondenza dagli Stati Uniti e dal Medio Oriente), ma le domande devono restare legittime.

 

 

 

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