Tanzio e Caravaggio a Napoli

Grande rassegna a Napoli  fino all’11 gennaio a Palazzo Zevallos Stigliano. Il dialogo tra Tanzio da Varallo, piemontese di genio, riscoperto da Giovanni Testori, e Caravaggio. Tra il pittore dell’attimo presente – il Merisi – e il pittore dell’” attimo seguente”, Tanzio
san giovanni battista caravaggio

Non perdete la grande, per importanza, e piccola (per fortuna) per quantità di lavori presentati, rassegna che Napoli regala fino all’11 gennaio a Palazzo Zevallos Stigliano. C’è un dialogo tra Tanzio da Varallo, piemontese di genio, riscoperto da Giovanni Testori, e Caravaggio. Tra il pittore dell’attimo presente – il Merisi – e il pittore dell’” attimo seguente”, Tanzio.

Guardare per credere.

Caravaggio firma una delle sue ultime opere, nel 1610: Sant’Orsola ferita a morte. Scocca l’istante in cui l’arciere ha lanciato la freccia che le trafigge il petto, e lei, sorpresa, sente la morte arrivare. La sente anche i l pittore che si ritrae col volto alzato, pallido contro il buio, dietro la santa. Sono attimi colti da un pennello rapidissimo, da rossi insanguinati contro il buio pesto della morte, sempre imprevista.

Tanzio, sei anni dopo, sceso a Napoli, risponde a Caravaggio col Davide e Golia, celebre tema del Merisi. Davide è un ragazzo dai riccioli rossi e lunghi, il volto roseo, i l corpo longilineo e secco: tiene uno spadone immenso e con l’altra mano mostra il testone di Golia cinereo per la morte, che sfonda il buio. Colori che escono dalla notte per l’uno e per l’altro pittore e si accendono, Caravaggio nel rosso, Tanzio nel biondo. Il primo nel sangue, il secondo nella carne; il primo nella sorpresa, i l secondo nel lungo respiro dopo un attimo “fatale”. Davide ha appena reciso i l capo del gigante, è stranito, sbalordito, come Orsola quando sente la morte giunta; ma Caravaggio sorprende la martire nell’attimo in cui il sangue arriva, Tanzio legge l’anima di Davide, l o sbalordimento, lo straniamento per la vittoria inaspettata, ma colta l’attimo dopo che essa è arrivata.

Se Caravaggio parla, Tanzio risponde. Così accade dopo il passaggio del Merisi, a Napoli e ovunque in Europa. Caravaggio ha urlato, gridato, violentato, pianto, e una marea di artisti gli rispondono o gli si sottomettono. Così fanno Battistello Caracciolo, il  “fotografo” in bianco-e-nero” alla Merisi, a Roma, più morbido  il Cavalier d’Arpino e,più caldo e tenebroso, Louis Finson.

Tanzio, che di suo ama argentei notturni, Sacre Conversazioni pulsanti, David nodosi e imberbi ,come quello del 1621 a Varallo, quando incontra Caravaggio ne è preso, ma non si sottomette, né fugge o si estrania. Ci parla, dialoga e nella Napoli invasa da notturni foschi e sensuali di pretto stampo caravaggesco, parla al mondo del Merisi col “suo” proprio mondo. Se Caravaggio coglie l’attimo, lui coglie i l pensiero dell’attimo che è appena fuggito, l o rapprende, lo blocca fino a farlo diventare di granito. Come il David roseo in volto e perso nei suoi pensieri che esce dal buio a farci vedere il male – Golia – ormai cieco, privo di vita, tutto grigio come la terra cui sta ritornando.

Lezione di stile, di arte, e perché no, di fede.

(catalogo Intesa SanPaolo)

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