Sui binari corre Italo…

L'azienda di Montezemolo lancia il suo nuovo treno, con tanto di serivizi di lusso. Mentre chi viaggia sui regionali continua a lamentare disservizi
pendolari

Con tutto il rispetto per Italo, un mio grande amico, ogniqualvolta odo questo nome il pensiero corre alla scena dei Promessi sposi nell’interpretazione del trio Solenghi-Marchesini-Lopez. Sicuramente vi ricordate anche voi di quando la Marchesini in una scena chiamava, anzi, urlava il nome di Italo il maggiordomo, allungando il nome nel finale con almeno dieci o. E alla fine appariva Italo, smagrito, impaurito, striminzito. Turbato. Nell’Italia delle sorprese quotidiane invece Italo è tutt’altro: è il nome del nuovo treno dell’impresa ferroviaria privata di Montezemolo. Viaggia quasi alla velocità dell’inflazione: 360 chilometri orari, e dovrebbe portare aria nuova sui binari italiani dando il via alla concorrenza ferroviaria vera e sbloccare quella liberalizzazione del mercato su rotaia da più parti acclamata ma mai realmente realizzata.

 

Italo è un gioiello che quasi quasi verrebbe voglia di esporlo in una vetrina di via Montenapoleone a Milano. Italo ha classi: Club, Prima e Smart, più la Prima Relax e la Smart Cinema dove si potranno guardare film in prima visione e anche le news. Poi salottini per chi desidera maggiore privacy, l’area break. Le poltrone sono Frau. Ovviamente su Italo si trova la connessione a banda larga, reti telefoniche umts e wi-fi, internet e tv satellitare. Con tutto il rispetto per Italo… ma invece con il rispetto per Mario, Stefano Gabriele, Mariarita, Stefania, Gianni, cioè quelle migliaia di utenti che ogni santo giorno dell’anno usano muoversi su rotaia per andare al lavoro.

 

Per quelli chiamati comunemente “pendolari” come la mettiamo? Ecco uno dei tanti titoli rubato ad un quotidiano: «Biglietti più cari, servizio peggiore». L’articolo denuncia una situazione in continuo peggioramento: sono sempre più numerosi i treni regionali in ritardo, per non parlare delle stazioni abbandonate, le biglietterie chiuse, i vagoni affollati che ogni giorno lasciano a terra centinaia di persone. Carrozze senza riscaldamento, senza luce. Bagni rotti, sbarrati, così sporchi da essere inutilizzabili. Tanto che su ritardi e sporcizia una pendolare di Lodi ha vinto una causa contro Trenitalia per i suoi viaggi da San Zenone alla stazione Lambro: 500 euro di risarcimento dell’abbonamento e 2.000 euro per danni morali. Forse, prima dell’arrivo di Italo, e ancor prima dei rimborsi per le cause vinte, chissà se si troverà ancora “qualcuno” che ha a cuore i pendolari che mandano avanti ogni giorno l’azienda Italia, chiedendo solamente di poter arrivare puntuali al lavoro. Anche senza una poltrona Frau, ma seduti possibilmente su un sedile e su una carrozza dignitosa.

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