Strumento di Dio

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Ho appreso con p r o f o n d a emozione la notizia della pia morte della signorina Chiara Lubich sopraggiunta al temine di una lunga e feconda vita segnata instancabilmente dal suo amore per Gesù Abbandonato. In quest’ora di doloroso distacco sono spiritualmente vicino con affetto ai familiari e all’intera Opera di Maria- Movimento dei focolari che da lei ha avuto origine come pure a quanti hanno apprezzato il suo impegno costante per la comunione nella Chiesa per il dialogo ecumenico e la fratellanza tra tutti i popoli. Ringrazio il Signore per la testimonianza della sua esistenza spesa nell’ascolto dei bisogni dell’uomo contemporaneo in piena fedeltà alla Chiesa e al papa e mentre ne affido l’anima alla divina bontà affinché la accolga nel seno del Padre auspico che quanti l’hanno conosciuta e incontrata ammirando le meraviglie che Dio ha compiuto attraverso il suo ardore missionario ne seguano le orme mantenendone vivo il carisma. Con tali voti invoco la materna intercessione di Maria e volentieri imparto a tutti la benedizione apostolica. Benedetto XVI Un dono per la Chiesa e per il mondo Ringrazio Città nuova per l’opportunità che mi è data di rivolgere un ultimo saluto a Chiara Lubich, e di poter estendere, in tal modo, il mio pensiero all’intero Movimento dei focolari, impegnato a vivere e a portare avanti, nella storia degli uomini, il carisma dell’unità donatole da Dio. Nel contatto con Chiara e con le persone di questo movimento ho sempre percepito una grande fecondità spirituale e apostolica generatrice di gioia; di quella gioia tanto auspicata da Benedetto XVI, che trova la sua radice nella comunione trinitaria. In questo nostro tempo, sottoposto alla sfida dell’irrilevanza della fede sempre più diffusa, del relativismo che porta all’incertezza, allo sfaldamento della verità e anche alla mancanza di attrazione per la verità, sono necessarie persone appassionate, instancabili testimoni della verità. Chiara Lubich ha operato proprio in questa direzione, proponendo una vasta diffusione della parola di Dio e dando ragione dei motivi della speranza cristiana. Lo ha fatto non solo cercando di conoscere, di approfondire la verità, ma anche accompagnando molti, specie i giovani, con la propria esperienza di fede. Chi vive di fede lo dimostra, trascina, incanta, irradia, ne è trasfigurato. Chi vive l’ideale della comunione è strumento di Dio per far fare l’esperienza del paradiso, per quanto possibile, fin da questa Terra. Ciò che colpisce di più e che frena questa possibilità sono proprio le divisioni, gli arroccamenti, gli isolamenti, le ostinazioni delle persone. L’estrema prova di una solitudine incomunicabile è l’inferno, mentre la comunione apre il Cielo. Sartre diceva: Gli altri per me sono l’inferno, mentre Gabriel Marcel, da credente, rispondeva: Gli altri per me sono il Cielo. Allora il Cielo, il paradiso lo incominciamo fin da quaggiù vivendo una spiritualità di comunione, che corrisponde pienamente al carisma dell’unità donato da Dio a Chiara Lubich. Nella ricchezza e completezza della spiritualità di Chiara, Gesù crocifisso, nel suo estremo momento di abbandono – pur sempre sotto lo sguardo dell’amore del Padre – è stato quella chiave di volta per la riconquista della comunione con Dio e con i fratelli. È stata la risorsa inestinguibile della vita di comunione. Una caratteristica del Movimento dei focolari è il clima familiare di affetto che permea gli incontri, alcuni dei quali chiamati molto significativamente Mariapoli: città di Maria. Si tratta di una caratteristica presente, anche se in maniera diversa, nel Santo Padre Benedetto XVI, che usa spesso nei suoi discorsi espressioni pregnanti come amicizia e comunione. Amicizia per dire la robustezza dei sentimenti che tengono unita la compagine umana, come supporto indispensabile alla vita di comunione. Negli incontri che io stesso ho avuto con Chiara Lubich, specialmente negli ultimi anni della sua vita, ho percepito nei suoi tratti personali, e nell’irradiazione del suo sguardo, una straordinaria ricchezza di sentimenti permeati dallo Spirito. Nel mio compito di responsabilità nella Chiesa, Chiara Lubich mi è stata accanto, in certi momenti di necessità, con la preghiera e con la concretezza delle sue iniziative. Chiara ha sempre coltivato un’aspirazione, quella di rivivere in sé, e far rivivere in tutti coloro che ne seguivano la scia, per quanto possibile, le virtù della Beata Vergine Maria, e forse proprio per questo è stata capace di evidenziare nella Chiesa, in maniera efficace e costruttiva, il suo profilo mariano. Il curriculum di Chiara Lubich è costellato di autorevoli riconoscimenti, quasi a dimostrare che la forza della mitezza evangelica e l’intelligenza del cuore, quali segni mariani, sono oggi più che mai indispensabili nei diversi campi del sapere umano – in quelli dell’arte e della scienza, dell’economia e della politica, ecc. – per uscire dall’impasse creata del materialismo. Il Movimento dei focolari, dalla sua prima sorgente, sotto la guida saggia e materna della sua fondatrice, ha preso forma, come un fiume che si ingrossa e permea delle sue benefiche acque la Chiesa e il mondo. Nelle sue iniziative apostoliche e sociali, messe in atto ormai in tutto il mondo, si può sperimentare l’efficacia della vita evangelica, che trasforma, che suscita ammirazione, attenzione, stupore anche nei non cristiani. Il dono di queste limpide acque è stato riconosciuto al più alto livello dalle autorità della Chiesa, dai papi stessi, in particolare da Giovanni Paolo II, ed ora da papa Benedetto XVI. Per concludere, vorrei augurare al Movimento dei focolari, in tutte le sue componenti, di essere sempre più, come lo è stata la fondatrice, stelle di speranza che lanciano raggi dappertutto e attirano e fanno unità e fanno luce, fanno gioia, secondo le parole di papa Benedetto XVI nella sua enciclica Spe salvi. card. Tarcisio Bertone Ha motivato milioni di persone Ci sono delle persone la cui vita tocca la nostra esistenza in un modo così universale che, anche dopo il loro passaggio, resta un’indelebile ispirazione e grazia. Una di queste vite, una vita vissuta con dignità e degna di essere ben ricordata, è stata quella di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei focolari. Così, mentre piangiamo con profondo e sincero dolore il suo essersi addormentata nel Signore, allo stesso tempo riconosciamo che essa non ha lasciato un vuoto ma ha nei fatti motivato milioni di persone in tutto il mondo. In tutta la sua vita, Chiara Lubich ha fondato delle comunità basate sull’amore, alimentate e in accordo con il primo comandamento di Gesù e con la sua principale chiamata a vivere amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi (Gv 13, 34). E, naturalmente, i frutti dell’amore non passeranno mai; essi vivranno a lungo in ogni singola persona. Chiara Lubich si è impegnata a vivere la parola del Vangelo, l’unità della Chiesa, e la promozione della fratellanza universale. In questi ambiti, il suo lavoro non solo ha toccato decine di migliaia di membri e milioni di aderenti dei Focolari; ha anche incoraggiato numerose persone, di tutte le confessioni e fedi, per abbracciare tutti con uno spirito di vera umiltà e amore. Dando il benvenuto ad un responsabile di una Chiesa o salutando un capo di Stato; ricevendo un premio per il progresso delle religioni o un dottorato nel campo dell’educazione; parlando agli amati membri della sua grande comunità o di fronte ad una eminente assemblea delle Nazioni Unite, Chiara era piena e tutti ha riempito del fuoco dello spirito di Dio, sempre donandolo con il suo sorriso. A livello personale, mai dimenticheremo come, seguendo il suo esempio, la comunità dei Focolari ci ha sempre accolto generosamente dandoci il benvenuto con dei fiori in ogni città che abbiamo visitato dove la comunità era fiorente. Chiara si è guadagnata meritatamente il più alto e profondo rispetto della grande Chiesa di Costantinopoli per la sua opera immensa nel promuovere le relazioni ecumeniche attraverso il dialogo dell’amore. Per tal fine, ha collaborato strettamente con il papa Paolo VI; tanto che il patriarca ecumenico Athenagoras la chiamava, in modo affettuoso, Tecla, come l’apostolica collaboratrice di san Paolo. Ricordiamo con affetto le sue molte visite al patriarcato ecumenico, sia con il patriarca Athenagoras, sia con il mio predecessore Demetrio, sia sotto la mia umile permanenza in carica. In modo speciale, non dimenticheremo mai il nostro incontro con lei durante la recente visita a Roma, ai primi di marzo di quest’anno, pochi giorni prima del suo santo passaggio alla vita eterna. Proprio come la vita di Gesù risorto emerge dalla realtà della croce e la Chiesa cristiana è costruita sul sangue dei martiri, così anche, non è una sorpresa, se Chiara Lubich ha fondato il suo movimento sulle rovine e la depressione della Seconda guerra mondiale. La missione di tutta la sua vita è stata quella di alleviare le sofferenze umane, sia della povertà sia del dolore, e di incarnare la buona notizia della pace e della riconciliazione in ogni angolo del nostro pianeta. Possa la sua anima trovare riposo dove i giusti riposano, nel luogo dove non c’è più dolore, sofferenza e pianto. Siamo certi che la memoria di Chiara sarà eterna. E possa il Signore della vita e della morte confortare tutti quelli che la amano. Amen.

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