Storia della mia gente

Edoardo Nesi - Bompiani
Storia della mia gente
Le pagine economiche dei giornali, vengono da molti saltate a piè pari, eppure la loro lettura si rivela affascinante come un libro giallo quando si comincia a decifrarle. Anche perché la trama ci riguarda direttamente perchè qualcuno la sta scrivendo sulle nostre vite.

 

Ci vuole Nesi per far capire il senso delle parole “globalizzazione” e “libero mercato”, partendo non dai massimi sistemi, ma da una storia reale e personale. Come quella del Lanificio Temistocle e Omero Nesi & figli Spa, nel distretto tessile di Prato, scaraventato in pochi anni nel giro di una competizione mondiale, apparentemente senza regole, dove la qualità dei prodotti e una comunità capace di creare ricchezza sono state stracciate dall’applicazione integrale del pensiero liberista.

 

Una svolta passata sotto traccia, attraverso «le centinaia di firme dei politici in calce ai trattati (internazionali del commercio) che avrebbero scotennato l’industria manifatturiera italiana». Tutto nel silenzio più assoluto, «nemmeno un referendum, uno sciopero, una manifestazione di piazza, nemmeno…».

 

Restano così invisibili le «mani ferme e crudeli» dei gestori dei giganti internazionali dell’abbigliamento, quotati nelle Borse del pianeta, in grado di guadagnare, ogni anno, centinaia di milioni di euro mentre i fornitori italiani, «cioè le aziende che producono i tessuti più belli del mondo» devono licenziare e aggiustare il bilancio per timore delle banche.

 

Tutto viene esposto in un racconto corale – che parla di dignità e orgoglio risalente ad un sapere antico e inestirpabile –, fino alla cronaca di una manifestazione dai modi impacciati ma, via via, sempre più allegra di un popolo che si ritrova assieme e grida «Prato non deve chiudere!». Una volta chiudevano le fabbriche, ora le città intere.

 

Che Nesi abbia vinto il premio letterario Strega 2011 è un segno da interpretare. Il libro è da leggere e discutere seriamente.  

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