Stop al carbone russo

Il quinto pacchetto di sanzioni dell’Unione europea bloccherà le importazioni di carbone, impedirà alle navi russe di entrare nei porti europei e alle società di partecipare a gare d’appalto.
Carbone (AP Photo/Charlie Riedel, File)

A seguito del palesarsi della brutalità dell’operato delle truppe russe nella città di Bucha, nei pressi di Kiev, e in altre aree dell’Ucraina abbandonate dalle forze russe, l’Unione euroepa (Ue) ha istituito una squadra investigativa comune con l’Ucraina, il cui compito è raccogliere prove e indagare sui crimini di guerra e contro l’umanità in Ucraina. Diversi paesi europei, tra cui Germania, Francia e Italia, hanno annunciato l’espulsione di diplomatici russi e Mosca ha detto che avrebbe risposto adeguato.

Inoltre, la Commissione europea ha proposto un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, il quinto dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio, tra le quali misure per vietare le importazioni di carbone e per impedire alle navi russe di entrare nei porti dell’Ue. Le sanzioni includono ulteriori divieti di esportazione in settori come quelli dei computer quantistici, semiconduttori avanzati, macchinari e attrezzature di trasporto. Il pacchetto includerà anche un divieto totale di transazione a quattro banche russe per indebolire ulteriormente il sistema finanziario russo. Anche agli operatori di trasporto su strada russi e bielorussi sarà vietato l’ingresso nell’Ue. Tra le sanzioni, inoltre, vi è anche il divieto di partecipazione delle società russe agli appalti pubblici europei. Infine, verrano stabiliti ulteriori elenchi di individui coinvolti dalle sanzioni europee.

Con il divieto di importazione di carbone è la prima volta che l’Ue prenda di mira le esportazioni di energia dalla Russia dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Tra queste, però, non è menzionato il gas, una fonte di entrate economiche molto più significativa per la Russia, ma anche molto più importante per i paesi europei. Infatti, gli Stati membri dell’Ue coprono circa un terzo del proprio fabbisogno di gas naturale dalla Russia e, per questo, sono titubanti nel proporre un blocco totale delle furniture energetiche russe, a causa dell’impatto economic, ma anche concreto sui cittadini, che un tale divieto comporterebbe. Per la precisione, il bando al carbone russo vale circa 4 miliardi di euro all’anno, un valore estremamente ridotto rispetto ai 100 miliardi di euro dello scorso anno in importazioni di petrolio e gas dalla Russia.

Ursula von der Leyen (AP Photo/Jean-Francois Badias)
Ursula von der Leyen (AP Photo/Jean-Francois Badias)

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, oltre ad annunciare una discussione sulle prossime sanzioni riguardanti anche il petrolio russo, ha fatto dichiarazioni molto severe nei confronti della Russia, che «sta conducendo una guerra crudele e spietata, non solo contro le coraggiose truppe ucraine, ma anche contro la popolazione civile». Per questo, «è importante mantenere la massima pressione su Putin e sul governo russo in questo momento critico». Del resto, «i quattro pacchetti di sanzioni hanno colpito duramente e limitato le opzioni politiche ed economiche del Cremlino»; «stiamo vedendo risultati tangibili». Eppure, «alla luce degli eventi, dobbiamo aumentare ulteriormente la nostra pressione». Da qui la scelta di «fare un ulteriore passo avanti con le nostre sanzioni», rendendole «più ampie e più nitide, in modo che taglino ancora più in profondità nell’economia russa».

Ursula von der Leyen ha sottolineato che oramai «più di 40 paesi applicano sanzioni come queste», ribadendo che «prendere una posizione chiara non è cruciale solo per noi in Europa, ma anche per il resto del mondo». Si tratta di «una posizione chiara contro la guerra scelta da Putin, ma anche «una posizione chiara contro il massacro di civili» e, infine, «una posizione chiara contro la violazione dei principi fondamentali dell’ordine mondiale».

Finora, le sanzioni alla Russia applicate dall’Ue e dai suoi partner, tra cui il Regno Unito e gli Stati Uniti, hanno imposto il divieto di esportazione di beni a duplice uso (quelli con scopi sia civili che militari), come parti di veicoli, ma anche altri beni, come quelli di lusso. Tutti i voli russi sono stati banditi dallo spazio aereo di Ue, Stati Uniti, Regno Unito e Canada. Ancora, oltre 1.000 persone e imprese russe sono raggiunti da sanzioni varie, inclusi ricchi uomini d’affari che sono considerati vicini al Cremlino.

I Paesi occidentali hanno congelato le attività della banca centrale russa, per impedirle di utilizzare i suoi 630 miliardi di dollari di riserve in valuta estera, causando un crollo del valore del rublo del 22% dall’inizio dell’anno. Ciò, a sua volta, ha fatto aumentare il prezzo delle merci importate e ha portato a un aumento del 14% del tasso di inflazione della Russia. Alcune banche russe sono state rimosse dal sistema di interscambio finanziario internazionale Swift, che viene utilizzato per trasferire denaro all’estero, ritardando così i pagamenti alla Russia per le sue esportazioni energetiche.

 

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