Molto del cibo che compriamo finisce nella spazzatura. Capita a tutti di buttare del cibo. Il problema è che succede sempre con maggiore frequenza. Dal campo agricolo al secchio dei rifiuti spesso senza passare nemmeno per la tavola. Lo spreco alimentare continua ad essere una piaga sociale che, senza che ce ne accorgiamo, svuota i nostri portafogli e non ci fa onore.
In Italia ogni persona butta nei rifiuti circa mezzo chilogrammo di cibo a settimana. La percentuale di spreco è aumentata di otto punti rispetto all’anno precedente secondo il rapporto “Caso Italia” dell’Osservatorio Nazionale sullo spreco di cibo Waste Watcher. Se nel mese di gennaio 2023 ogni italiano ha gettato nell’immondizia 524 grammi in sette giorni, a gennaio del 2024 si stimano già 566 grammi a settimana.
Si è quindi interrotto un trend positivo partito nel 2019 che aveva portato l’Italia al vertice dei Paesi più virtuosi. Questo spreco vale oltre 13 miliardi di euro. Siamo diventati un popolo di spreconi e forse anche più stolti. Aumentano i prezzi dei beni di consumo e cresce il costo della vita, ma i salari sono sostanzialmente fermi. E per di più continuiamo a sprecare cibo. C’è assolutamente bisogno di un cambio di tendenza.
Nel mondo c’è cibo per sfamare tutta la popolazione. Eppure due miliardi di persone hanno difficoltà a reperire cibo. L’Istat ricorda che il problema c’è anche qui in Italia. Nel nostro Paese infatti quasi 1 persona su 10 non ha accesso ad un’alimentazione adeguata, in controtendenza al dato legato allo spreco di cibo.
Cosa sprechiamo?
Frutta fresca, cipolla, aglio, tuberi e pane fresco sono in cima alla classifica dello spreco. A seguire insalata e verdure. Si fa più attenzione invece quando si tratta di carne e pesce. Gli sprechi complessivi in questo caso non arrivano neanche a 20grammi a settimana.
Gli obiettivi della sostenibilità fissati dall’agenda delle Nazioni Unite per il 2030 puntano a dimezzare la quantità di rifiuti alimentari pro capite e a ridurre al minimo anche le perdite lungo le catene di produzione. Si tratta di un traguardo etico, economico e sostenibile.
Alcuni consigli.
Innanzitutto si possono riciclare gli avanzi creando altri piatti per il pasto successivo. Diamo spazio alla creatività culinaria, noi italiani siamo degli artisti nel settore, sicuramente ne uscirà qualcosa di buono. Altrimenti congelare per un riutilizzo nei giorni successivi.
Altro trucco è quello di non farsi prendere dalla frenesia nelle offerte ai mercati. Acquistare solo il necessario. Inoltre controllare bene le offerte nei supermercati. Alcuni negozi per non buttare cibo che è prossimo alla scadenza di consumazione, hanno dei reparti dove si possono acquistare prodotti scontati al 50 o 70%.
Ricordate che molti cibi possono essere consumati anche qualche giorno dopo la scadenza. La dicitura “da consumare preferibilmente entro”, non ha niente a che vedere con la data di scadenza. Superato il limite indicato, l’alimento non va a male ma semplicemente perde alcune caratteristiche di freschezza quindi buttarlo rappresenta uno spreco davvero inaccettabile. L’importante è che sia stato conservato bene.
Se poi il cibo è brutto, con qualche ammaccatura, non vuol dire che non è più buono. Forse è un frutto più maturo del solito, utile per una buona crostata, un dolce o una zuppa. Infine per chi ha lo spazio in giardino, è buona prassi avere una compostiera per trasformare il cibo in compost per il giardino o le piante. In questo modo si potrà avere anche uno sconto sulla tassa dei rifiuti.
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