Sopresi da un sorriso

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La Fiera internazionale del Libro di Torino inaugura l’edizione 2004 all’insegna del sorriso, scegliendo proprio la comicità nelle sue più varie espressioni come tema conduttore che lega le circa 200 aziende editoriali espositrici. La comicità si estende su un vasto panorama: da quello un po’ grossolano televisivo-letterario degli Zelig- Villaggio-Littizzetto-e &, a quello sottile dell’anglosassone Woodhouse; dall’immortale situazione comica creata dal genio di Shakespeare, all’umorismo intellettualistico alla Woody Allen, che nel nostro scenario italiano si fregia di battute come: Il nostro parroco è cintura nera di catechismo ; dai fumetti di Topolino a quelli di Lupo Alberto; dalla satira gestuale di Fo, a quella giullaresca di Benigni; dalla risata ebraica di Moni Ovadia che ha riverberi millenari, a quella intramontabile del mitico Petrolini; dalla satira politica, al riso consolatorio proprio del titolo della Fiera di quest’anno: Leggi che ti passa. Dunque, ripartire dal ridere. Proprio in un clima sociale e politico, nazionale e internazionale, che sembra invitare a tutto meno che alla risata. Ma il saper ridere di sé stessi, il saper prendere le distanze dalla propria serietà, riconoscendola sempre relativa rispetto a un Assoluto verso il quale ci sentiamo in cammino, può essere di gran beneficio. Ricordando un motto di Claudio Magris: Fare le cose con assoluta serietà, ma senza mai prendersi troppo sul serio. Qualcuno, parafrasando Dostoevskij, si è spinto a scrivere: Un sorriso salverà il mondo. Chissà. Certo può dare un salutare contributo. Se il panorama della comicità è esteso e variegato, trovare l’autentica comicità – quella che sorprende e fa scaturire un inaspettato e liberatorio sorriso dell’anima – è quanto mai raro. La comicità è un elemento misterioso. Che sfugge alle analisi intellettuali. Anche quando uno come Diego Marani si lancia in una divagazione linguistico-gastronomica nata dalla costatazione che l’italiano sembra la sola lingua che ha la stessa parola per designare la risata e il riso come cereale: sarà forse un caso?. La comicità, come un bel giocattolo, appena lo si smonta per capire come funziona, non diverte più. Si può comprendere a cosa servono i vari pezzi, ma appena giacciono smontati sul pavimento, il fascino s’è spezzato. I grandi comici possedevano in modo innato il senso del saper far ridere. Totò saliva sul palcoscenico e sapeva dire dietro le quinte: State attenti, adesso li faccio ridere tutti con la i, poi con la a, infine con la u. Intendendo la risata con la i quella dovuta a una gag che si costruisce un po’ alla volta; quella con la a dovuta a una gag immediata; quella con la u la classica risata che arriva in ritardo, perché non si è capita subito la battuta. La Fiera di quest’anno, oltre alla comicità, propone altri temi laterali. Come il festeggiamento dei cinquant’anni della tv, rileggendo la storia del costume italiano da Lascia o raddoppia? al Grande Fratello; come la presenza dell’Europa allargata, con presentazioni delle repubbliche baltiche, della repubblica ceca e della Slovacchia; come il simpatico connubio con la Grecia, a pochi mesi dall’apertura dei giochi olimpici di Atene, la quale presenta il suo patrimonio odierno di grande vivacità culturale, sempre ammiccando a quello antico che è autentico patrimonio dell’umanità. Non possono mancare i riflessi dei grandi e tragici avvenimenti politici, il conflitto iracheno e quello araboisraeliano. Su quest’ultimo è di rilievo la proiezione del filmato Route 181. Frammenti di un viaggio in Palestina- Israele, seguita da un dibattito con il celebre islamista Fouad Khaled Allam e Igor Man. Route 181 è un film tratto dal viaggio compiuto da due amici cineasti, il palestinese Michel Khleifi e l’israeliano Eyal Sivan. E’ la storia di donne e uomini qualunque che raccontano la loro vita in territori lacerati da un conflitto ormai troppo lungo, un viaggio da sud a nord del paese sul confine ideale, mai esistito, nato nel 1947 con la risoluzione 181 dell’Onu, che decretava la spartizione del territorio nelle due nazioni, Israele e Palestina. A proposito della quale i due amici-registi commentano: Le nazioni illuminate di allora ebbero un’idea politica geniale, proporre il divorzio prima delle nozze. Ciò è originale, ma causò la situazione attuale: è il punto di partenza del conflitto. Fra gli stand e gli eventi culturali che ingioiellano questa Fiera un cartello segnala in modo originale la dimensione della comicità: la chiama con il nome, forse un po’ fuori moda, di gioia. È un cartello appeso nello stand dell’Associazione Sant’Anselmo, nel quale giganteggia la celebrazione celebrazione del completamento dell’Opera Omnia di sant’Agostino (edita da Città Nuova in collaborazione con la Nuova Biblioteca Agostiniana), uno dei padri dell’Europa, al quale tutti, laici o credenti, dobbiamo qualcosa. Il cartello nomina una sezione di rilievo dello stand col titolo Sorpreso dalla gioia: una mostra di libri sulla ricerca della felicità. Sorpreso dalla gioia, si rifà al titolo di un opera autobiografica di C.S. Lewis, uno dei più autorevoli e significativi autori cristiani del XX secolo. Lewis era ateo e il suo ritorno alla fede nella confessione anglicana, segnato da una profonda conversione in parte dovuta all’amico cattolico J.R.R Tolkien, è narrato in quelle pagine in modo toccante. Il suo incontro con Dio è raccontato come un evento luminoso: una sorpresa di gioia. Egli narra che la sera del 28 settembre 1931, dopo un periodo di ripensamento durato alcuni anni, ebbe una lunga discussione sul cristianesimo con Tolkien seguita il giorno dopo da una visita alla zoo. Scrive: Quando sono partito in motocicletta per lo zoo io non credevo che Gesù Cristo era il Figlio di Dio, ma quando raggiunsi lo zoo ci credevo… allora mi arresi, ammisi che Dio era Dio e mi inginocchiai a pregare. È significativo che nell’originale inglese, pubblicato nel 1955, il titolo di quest’opera è Surprised by Joy: un gioco di parole sul termine Joy (Gioia). Sorpreso dalla gioia, appunto, dell’incontro con il cristianesimo; ma Joy era anche il nome della poetessa americana incontrata in quegli anni, che diventerà sua amica e moglie, portando una nuova luce nella sua vita, quasi un dono di Dio per suggellare il ritorno alla fede. In un panorama dove la comicità si riduce spesso a banalità, se non purtroppo a volgarità, essere sorpresi dalla gioia, sorpresi da un genuino sorriso, è un evento raro. Ma forse per questo più bello e più prezioso.

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