Songkran, festa dell’acqua

Come i thailandesi e altri popoli del Sud-est asiatico accolgono il nuovo anno: il racconto del nostro corrispondente 
Songkran

Tutti partecipano, grandi e piccoli, ricchi e poveri, e nessuno protesta per l’acqua che riceve, anche perché poi, a sua volta, ne tirerà altrettanta a chi gli capiterà a tiro. È la festa del Songkran, che segna l’inizio dell’anno nuovo: grande festa per tutti, per tre giorni, dal 13 al 15 aprile. È l’inizio del nuovo anno non solo thailandese: si celebra anche in Laos, Cambogia e Myanmar, dove dura un’intera settimana. Si festeggia la fine del raccolto dell’inizio d’aprile, in un periodo che segna anche il picco più caldo nella regione. In questa settimana si arriva, infatti, a temperature veramente alte, verso i 40 gradi, e camminando per strada ti fa piacere ricevere un po’ d’acqua sulla testa: tanto poi, dopo pochi minuti, sarà già evaporata!
 
Agli occhi di noi occidentali, tutto questo potrebbe apparire una cosa assurda: dopo un’alluvione di proporzioni apocalittiche, in tutta la Thailandia ci si tira acqua, e non dico “a  catinelle”, ma con ogni mezzo disponibile, persino con le pompe antincendio! In ogni modo, è consentito, ma solo una volta l’anno; si può tirar acqua a chi ti capita accanto e puoi letteralmente fargli la doccia, per tre giorni. Poi si ricomincerà la vita normale, con lo stesso caldo, ma senz’acqua da poter buttar sulla testa di qualcuno.
 
Questa festa inizia il primo giorno con un rito vero e proprio: per prima cosa i giovani si recano la mattina dagli anziani della famiglia, o presso qualche conoscente importante, per dare il buon auspicio per l’anno che inizia. È un modo pratico per chiedersi scusa, per ricominciare, per ricucire rapporti: serve per “lavare via” le cose vecchie come rancori, parole di troppo, incomprensioni, qualche litigio. I giovani per primi. Poi gli adulti, gli anziani della famiglia, a loro volta, concedono ai giovani il perdono, la benedizione per una vita migliore nel nuovo anno; s’impartiscono vere e proprie benedizioni. Insomma, in pratica si ricomincia con rapporti più sereni, perdonandosi a vicenda per quanto c’è stato di poco buono.
 
Si fa così anche tra amici, conoscenti e vicini di casa. Anche con i miei vicini, con cui ci conosciamo da più di 20 anni, una coppia anziana; per la prima volta dopo tutti questi anni hanno desiderato che andassi a casa loro per la cerimonia del rot nam, il “versamento dell’acqua sulle mani congiunte”, la cerimonia della benedizione reciproca.
 
Questa la prima parte del Songkran, il primo giorno. Si deve iniziare così. Naturalmente si trova anche l’occasione per andare al tempio e offrire cibo ai monaci; anche loro sono contenti di vedere i fedeli buddhisti per la festa. Tutte le statue di Buddha presenti nei templi e nelle case vengono bagnate in modo gentile e rispettoso dai fedeli, occasione per chiedere benedizione per l’anno nuovo.
 
Dopo le cerimonie più compite, si continua con gli amici, conoscenti, vicini e no, e ci si butta acqua per lavarsi via reciprocamente ogni cosa dell’anno trascorso e ricominciare un anno migliore. E poi in strada, per continuare la festa con i passanti, con tutti. Nessuno escluso, stranieri compresi.
 
Così le strade delle città di Bangkok, Yangon, Vientiane, Phonon Penh e ogni piccola e grande città della regione sono invase da pickup scoperti, con bambini e adulti che, con grandi recipienti, attraversano la città tirando acqua in continuazione. È festa. Agli angoli delle strade, davanti ai negozi, acqua a non finire!
 
Il ricordo dell’inondazione che ha devastato la Thailandia e Bangkok? È lontano, anche se non è sparito del tutto. Si teme per la stagione delle piogge che arriverà tra poco, e si stanno facendo tanti preparativi. La gente ha ancora paura, e anche per questo fa festa, per scacciare la paura.
 
Fuori casa il termometro dà 43 gradi e siamo solo alle 11.00 del mattino. Chissà a quanto salirà alle 13.00! Cosa si può fare con questo caldo? Anche se stai in casa, fermo, inizi a sudare… Solo una soluzione: uscire fuori e mettersi a giocare; chiedere scusa ai vicini e dare-ricevere auguri e parole di buon auspicio per l’anno nuovo, è una buonissima cosa… oltre che divertente e soprattutto rinfrescante!
 

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