Sole, cuore, amore

Un film sui semplici, sul gruppo sempre più folto degli ultimi, sulla gente molto normale

Un film sui semplici, sul gruppo sempre più folto degli ultimi, sulla gente molto normale, quella che suda tutti i giorni per mettere insieme i pezzi. Affannosamente, soffrendo, rischiando di crollare. Siamo a Roma, oggi, nel tosto e rumoroso quotidiano. Nel traffico, sui mezzi pubblici, nei quartieri popolari, persino oltre: in quell’hinterland ormai mezzo inghiottito dalla metropoli. Nei mille problemi legati al lavoro che non c’è, con tanto di approfittatori e parassiti in agguato, nel contesto che ormai da anni identifichiamo come crisi economica. Ci sono due amiche, Eli (una bravissima Isabella Ragonese) a Vale (Eva Grieco), entrambe innamorate del ballo, solo che la prima – 35 anni, 4 figli e un marito disoccupato (Francesco Montanari) – ha messo da parte il grande sogno e lavora dalla mattina alla sera in un bar del Tuscolano, a due ore da casa sua, subendo le sottili scorrettezze del datore di lavoro. Eli, invece, che una vita sentimentale non ce l’ha, si accontenta di ballare in discoteca come cubista e rientra tutti i giorni all’alba, quando l’amica sta per riattaccare col suo ennesimo e faticosissimo giro di giostra. Si incrociano in quel breve momento di fronte casa, per poi portare parallelamente avanti le loro complementari storie di sacrificio. Realismo, dunque, con inevitabile e profonda amarezza, con un futuro cupo all’orizzonte, con una società civile responsabile del degrado in cui si trova. Ma anche con flebili raggi di sole tra le nuvole, con la considerazione che negli affetti, che sia amicizia o amore, c’è preziosa consolazione, e quelle vite così in dissonanza coi valori dominanti in questa epoca – successo, denaro, potere – possono far lievitare il loro senso, la loro dignità. Il film si intitola Sole, cuore, amore e il regista è Daniele Vicari, da sempre autore di un cinema impegnato, serio, incapace di distogliere lo sguardo dal presente e dalle sue ingiustizie. Questa volta aggiunge anche un omaggio alle tante donne che ogni giorno pagano il prezzo di una realtà dolorosa. Edoardo Zaccagnini

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