Slovenia / Messina / Spoleto

SLOVENIA Città per la città Anche il presidente della Repubblica ha partecipato all’iniziativa di un pugno di ragazzi che si sono guardati intorno… Alcuni giovani di Zagorje ob Savi, una piccola città della Slovenia, conosciuta per le sue miniere di carbone ormai chiuse, hanno deciso di rimboccarsi le maniche per i loro concittadini, venuti a conoscenza dei disagi e delle necessità in cui si trovano anziani e famiglie in questo periodo di recessione per la vallata. Hanno tagliato la legna per una vecchietta o spazzato la casa di una madre senza più marito… E si sono accorti che, anche se in quei giorni si parlava tanto dell’ingresso nell’euro, i problemi esistevano e come. Questi giovani, peraltro senza esperienza e di tendenze politiche assai diverse, fondano perciò una associazione Vox humana, e come prima attività organizzano un concerto di beneficenza per aiutare le famiglie bisognose. Non possiamo risolvere i problemi della povertà di tutto il Paese – dicono -, ma possiamo risolvere alcune necessità dei nostri concittadini. Croce Rossa e Caritas penseranno poi a distribuire quanto raccolto. Il sindaco e la Chiesa offrono il loro appoggio. E nasce l’idea di invitare nientemeno che il presidente della Repubblica, originario di quel comune; ma anche l’arcivescovo e parlamentari e tutta la cittadinanza alla festa chiamata: Zagorjani per i zagorjani. 1200 persone alla fine si stipano nella chiesa parrocchiale per il concerto. La serata si apre con le parole di Mitja Adamlje, presidente di Vox humana, e si chiude con quelle del presidente della Repubblica Janez Dernovsek, che ha parole forti: Quando aiutiamo gli altri ci sentiamo pieni e contenti, e abbiamo l’impressione di aver fatto qualcosa di giusto, non guardando più solo a noi stessi e al nostro tornaconto, ma andando oltre il nostro egoismo. Allora si fa il passo più importante che uno possa fare nella vita. Alcuni non ci riescono mai, e assano tutta la vita pensando al loro egoismo, guardando solo a se stessi, fanno tutto per se e non vedono quello che sta loro accanto e soffre. Ma questi non raggiungono mai quella pienezza, quella felicità che uno sente quando aiuta l’altro. C’è aria di festa, come mai. Ci si ritrova amici, ci si riscopre famiglia nella valle. È bastato un pugno di ragazzi che ha saputo guardarsi attorno. Ma non si fermano qui: ora si interessano alla tolleranza, che spesso qui non è la virtù più praticata… MESSINA Dalla rivista alla città La cultura che anima il nostro gruppo editoriale al centro di una riflessione con docenti e politici. Prospettive per uno specifico impegno sul territorio. Pronti, via. E subito si è aperto un fuoco di fila di domande. Nel panorama già fitto di pubblicazioni, che cosa ha da dire di peculiare Città nuova?. La rivista è, secondo una espressione tecnica, un prodotto di nicchia, per di più espressione del Movimento dei focolari. Non avete l’impressione di avere una influenza molto circoscritta?. Parlate di mondo unito. Che impatto ha la globalizzazione sulla rivista?. E ancora: Dal nome della testata, si ricava uno specifico interesse verso la città. Perché?. Cinquant’anni sono un traguardo significativo per ogni iniziativa economica. Ancor di più, se si tratta di un’attività editoriale. Quali i motivi della vostra longevità?. Si discute sulla completezza della informazione, sulla imparzialità. Qual è il vostro modo di intendere il giornalismo?. Nella prestigiosa aula Cannizzaro della Università degli studi, il 27 gennaio scorso, la città di Messina ha incontrato il gruppo editoriale Città Nuova per conoscerne storia e finalità, linea editoriale e progetti, ma an- che saggiarne i punti di vista su vari temi d’attualità. La pioggia non ha fermato un pubblico composto anche da docenti universitari e insegnanti delle scuole superiori, politici, giornalisti e responsabili di associazioni ecclesiali. Alla prova dei fatti, il tema trattato – La città, luogo di fraternità. Città nuova, la nostra città – ha suscitato particolare interesse. L’appuntamento si riallacciava al convegno di Catania, svoltosi nove mesi fa, nell’anno del cinquantesimo della rivista, che aveva coinvolto la Sicilia orientale. Patrocinato dalla Provincia di Messina e realizzato con il supporto dell’associazione culturale ArteSìa, il pomeriggio di dialogo ha suscitato inattesi riscontri nelle persone per la prima volta a conoscenza dell’approccio culturale della rivista. È stato sottolineato il carattere unico di Città nuova, soprattutto per lo sforzo di costituire un luogo di dialogo e di fraternità anche tra credenti e non credenti, uno spazio accogliente per le diverse voci della società. Sono state indicate pure le grandi potenzialità di ulteriore sviluppo in un panorama editoriale sempre più caratterizzato da concentrazioni monopolistiche tendenti ad una omogeneizzazione culturale, etica e religiosa. Le considerazione sono sfociate in prospettive d’impegno locale. Proposte e progetti d’iniziative in vari ambiti, dalla sanità alla politica, dall’educazione e all’arte, sono emersi dal desiderio dei presenti, scopertisi in sintonia su alcune fondamentali idealità, di avviare qualche appassionante collaborazione in favore della città e del territorio circostante. SPOLETO Città-casa La comunicazione per rendere più vivibile la città. Se ne è discusso nella città umbra, col sindaco e coi cittadini. Città ricca di storia, cultura e arte, di risorse naturali e di turismo. Città che in questi ultimi anni è cresciuta fino quasi a toccare i 40 mila abitanti, provocando una svolta nella vita sociale, culturale, economica ed ecclesiale. Ecco Spoleto. Ma è solo questo? Fra le pieghe della sua storia, nell’intreccio dei rapporti che ne costituiscono il tessuto sociale, nel fermento delle sue attività si può scoprire un disegno velato, un destino, come un filo d’oro che ne traccia la sua vocazione? Se la città non è solo un agglomerato di edifici e strutture, una somma algebrica di diritti e doveri civili, la risposta è affermativa. Ma come scoprire questo filo d’oro? Ecco l’idea di un percorso in cinque tappe: La città una casa per tutti promosso dai Focolari. Assumere uno sguardo di amore sulla città: questa la sfida che alcuni spoletini innamorati della loro città hanno raccolto. Il progetto ambizioso della fraternità cittadina raccoglie professionisti e giovani, operai, casalinghe, religiosi, famiglie, amici di convinzioni non religiose che condividono dei valori universali. L’11 febbraio scorso anche Città nuova ha voluto manifestare il suo interesse per Spoleto; approfondendo la comunicazione come strumento di unità, la rivista si è presentata come un modo ormai cinquantennale di presentare l’unità come metodo e come fine della città. Aurora Nicosia, redattrice della nostra rivista, ha coniugato comunicazione e dialogo in un’analisi realistica dell’attuale panorama mediatico, certo non esente da crisi e angosce, ma pure ricco di varchi di speranza in cui unità non vuol dire pensiero unico, ma ricchezza dalle diversità. Dai media alla città da costruire: si tratta di trasformare ogni rapporto in un incontro della ricchezza che vive in me con quella che abita nell’altro. Ed è così che si dà vita a cellule vive in grado di risanare. In risposta alle parole della nostra redattrice, cittadine e cittadini di Spoleto hanno voluto dire la loro. Come Elisabetta Proietti, giornalista del Redattore Sociale, impegnata a dare cittadinanza piena ai volti e alle voci trascurate. O come il sindaco Massimo Brunini, che si è definito uno di casa. Ed ha aggiunto: La casacittà ha bisogno di familiari consapevoli della difficoltà di gestirla, per riuscire comunque a vivere in armonia. Molte volte si pensa che la città sia fatta di strade, di palazzi, di case; quello che invece è più importante è la comunità delle persone che devono convivere e puntare alla qualità delle relazioni per costruire coesione sociale, progetti, programmi, iniziative. La vostra partecipazione genera fiducia, coesione, partecipazione e speranza. Letizia e Elio Giannetti

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