Slot Mob di popolo a Iglesias

Il racconto della giornata del 22 aprile nella città sarda. L’impegno nelle scuole e tra le associazioni, i baristi e le istituzioni. Volti e storie dall’evento numero 84 in Italia
slot mob iglesias

I tamburini scandiscono ritmi coinvolgenti. Il coro canta a cappella dei canti tradizionali. Ragazzi e adulti giocano con il biliardino ed Emanuela fa sfornare pizzette e serve caffè a ritmi inconsueti per il suo locale.

L'associazione "Soccorso Iglesias", coordinatrice dell'evento, è soddisfatta. C’è aria di festa e di impegno: siamo alla fine del secondo Slot Mob iglesiente. Il primo si è svolto stamattina, nel bar Pic-nic, secondo l’ormai consueto copione: associazioni, scuole, cittadini convocati dal passaparola, autorità, tutti insieme a dire grazie a quei baristi che, rifiutando la logica del mero guadagno, non hanno le slot machine e altre occasioni d’azzardo nel proprio locale.

E’ l’ottantaquattresima volta che gli abitanti di varie città d’Italia si stringono intorno ai loro “eroi quotidiani”. Ma stavolta la parte del leone l’hanno fatta i ragazzi  dell’ IPIA “G.Ferraris”. Iglesias, una cittadina di 28 mila abitanti, al cuore della provincia più povera d’Italia, spende al mese 500 mila euro per le lotterie istantanee. Una cifra analoga è quella presumibilmente sperperata nelle slot dei tanti locali che le ospitano spesso dietro a sipari. La ricerca di una fortuna che non arriva e lascia soli. Può una scuola che coltiva la cultura del lavoro e dell’impegno non attivarsi? Dirigente e collegio convergono nell’accettare la proposta di una docente: possiamo investire in educazione i pochi soldi che le scuole hanno a disposizione. Parte un progetto che coinvolge 7 classi e dura diversi mesi, entra nei meandri dell’azzardo, fa in modo che gli studenti, inizialmente impermeabili all’argomento, troppo vicino alla loro quotidianità per essere problematizzato, incontrino le persone, si appassionino alle loro storie, capiscano che anche i ragazzi possono fare qualcosa a riguardo: dire con linguaggio giovanile, che va dal racconto di storie alla composizione di rap e video a tema, che l’azzardo non è un gioco. La serata “NONTAZZARDARE” è un successo che ha un’eco notevole sui media locali, sui social network e vede l’aula Magna dell’Istituto che ha la fama di essere il più problematico della città, gremita di persone coinvolte nel battimani e nella riflessione: genitori, associazioni, operatori sanitari, dirigenti Scolastici, giornalisti, baristi, consiglieri e assessori Comunali, con il sindaco in testa, seguono con attenzione i pezzi presentati.

La pausa gustativa contribuisce alla riflessione: un “Duffy cake” con le frasi tratte da “Il giocatore” di Dostoevskij si presentava come un dolce ed era in realtà un salatino al peperone, metafora dell’azzardo che ti attira con dolcezza e lascia l’amaro in bocca. Un cocktail a tema, lo “Slot-Mob”, i cui ingredienti iniziano con le lettere del nome dato, viene servito a ritmo di musica, dopo essere stato prodotto in diretta. Fiore all’occhiello della serata il cortometraggio “NONTAZZARDARE”, 5 minuti di belle immagini e un messaggio toccante, con una sceneggiatura scritta da 5 gruppi di lavoro, con un cast d’eccezione: docenti e studenti che si mettono in gioco insieme ad un regista diventato l’idolo dei ragazzi.   

La città era presente, la scuola ha fatto la sua parte: contribuire a rendere più bello e più buono il mondo, come diceva Rodari, citato in chiusura dal dirigente Massimo Mocci. La strada è aperta, la rete è formata: la voglia di urlare “NONTAZZARDARE” a tutti è cresciuta a livello esponenziale.

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