Slot machine. Emendamento scandaloso in Senato

Per il gioco d’azzardo lo Stato non intende cedere sovranità ma vuole fare cassa. Regioni e Comuni che frappongono ostacoli alle concessioni di macchinette saranno penalizzati con minori riduzioni degli ordinari trasferimenti statali: ecco l'assurdo
L'aula vuota del Senato

Seduta del Senato.  Nell’ambito dell’attività relativa alla conversione in legge del decreto-legge 31 ottobre 2013, n. 126, recante «misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio», spicca l’emendamento numero 1151 della senatrice Federica Chiavaroli (Nuovo Centrodestra) riguardante le concessionarie di slot-machine, che aggiunge quattro nuovi commi (da bis a quinquies) al comma 20.

Il comma-quater, in particolare.  Prevede, testualmente, che «qualora interventi legislativi regionali ovvero regolamentari di autonomia degli enti territoriali, aventi ad oggetto misure in materia di giochi pubblici riservati allo Stato, determinino nel corso di un esercizio finanziario minori entrate erariali, a decorrere dall’esercizio finanziario successivo sono attuate riduzioni degli ordinari trasferimenti statali a favore delle regioni ovvero degli enti locali che hanno deliberato tali interventi in misura corrispondente all’entità delle predette minori entrate ovvero maggiori spese». Segue una clausola che suona un tantino ricattatoria:  «Le riduzioni cessano a decorrere dal momento nel quale tali interventi legislativi e regolamentari sono abrogati o revocati o comunque modificati in modo tale da risultare coerenti con l’assetto regolatorio statale in materia di giochi pubblici». Chiude un avvertimento monitorio anche nei confronti delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e Bolzano, per le quali «le disposizioni del presente comma costituiscono principi generali di coordinamento della finanza pubblica». Tutti avvertiti.

L’emendamento è stato approvato in Senato, con i voti favorevoli di Nuovo Centrodestra, Scelta Civica, Gal e anche di 140 senatori del Partito democratico. Voto contrario hanno espresso i senatori di M5S, Sel, Forza Italia, Lega e quattro dissidenti del Pd (Puppato, Ricchiuti, Ruta e Vaccari).

Che fine hanno fattotutte le belle parole riguardo alla cura del gioco d’azzardo patologico (con un disegno di legge specifico che fra pochi giorni sarà oggetto di discussione in aula) ed alle iniziative per combattere i rischi connessi al gioco d’azzardo? Per il senatore Giovanni Endrizzi (M5S): «E’ uno scandalo. Questo voto é un modo per lasciare soli gli amministratori locali e penalizza la prevenzione», e per la senatrice Laura Puppato (PD), che ha votato in difformità al suo partito:  «E’ un emendamento che di fatto bastona i sindaci. Gli enti territoriali sono l’ultimo baluardo di difesa in una situazione di emergenza.E' un brutto messaggio delle istituzioni ai cittadini. Lo Stato deve fare qualcosa, e questo non è certo il modo di intervenire».

La “campagna slot-mob”, che sta mobilitando la società civile in tutto il territorio nazionale e di cui in questo quotidiano si è più volte riferito, siamo certi che adesso proseguirà rinvigorita, trovando nuove motivazioni per far sentire alta la propria voce nei riguardi di questa vera e propria piaga del nostro Paese, che vede 380.000 slot “legali” (e almeno 200.000 “illegali”), con un giro d’affari stimato in 90 miliardi di euro di cui 8 miliardi incassati annualmente da uno Stato “biscazziere”.

Mancano ancora i dati ufficiali del numero delle persone che hanno rovinato la vita personale e della propria famiglia a causa del gioco d’azzardo. Sono certamente tanti, troppi, per rimanere indifferenti. 

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons