Siamo tutti stranieri

A proposito dell'articolo “Razzismo, un virus contagioso” di Aurora Nicosia, pubblicato sul n°2/2010
Gente colore

Discorsi di odio «Nella nostra città non si vedono ancora comportamenti razzisti, ma discorsi di odio sì, tipo gli studenti di 13 anni a scuola: “Non voglio che quelli, gli stranieri, rovinino quello che i miei genitori hanno costruito con fatica”. Se poi gli chiedi: “Ma tu vedi veramente nei tuoi compagni di classe stranieri qualcuno che è qui per rovinarti?”, ti accorgi che  non si rendono conto che gli stranieri non sono solo “quelli  cattivi” della cronaca televisiva, ma anche i loro carissimi compagni di scuola coi quali vanno d’accordo o bisticciano, tanto quanto con gli altri.

«La commessa di un negozio di occhiali: “Io non compro niente dai cinesi, ai mercati delle fiere sono dietro tutti i banchetti e mi arrabbio quando mia mamma compra da loro”. Le ho chiesto se era per il protezionismo o per il libero mercato, perché per risparmiare va bene anche la merce non italiana: il fatto che sia Made in Italy non esclude che sia di manifattura straniera o di scarsa qualità. Siamo tutti stranieri!»

Cristina (Belluno)

 

Memoria corta «Premetto che sono assai preoccupato del clima che sta crescendo nel nostro paese, di graduale passaggio dalla iniziale diffidenza a un vero e proprio odio nei confronti di tanti fratelli assai meno fortunati di noi e alla ricerca di un futuro vivibile per sé e per le proprie famiglie. Rischierei tuttavia di passare per un ipocrita se non confessassi anche le mie personali difficoltà di fronte a questo fenomeno, che per altro nessuno è in grado di frenare, viste le grandi ingiustizie presenti nella società e nell’economia mondiale. Ritengo che non siamo preparati a vivere questa esperienza. Inoltre manifestiamo una memoria corta allorquando scordiamo il nostro recente passato contraddistinto dai forti flussi migratori dei nostri cittadini in tutto il mondo, alla ricerca, così si diceva, di fortuna. Io stesso ho dei parenti emigrati in Canada dal Friuli nel dopoguerra. Molti mezzi d’informazione o, meglio, di pseudo-informazione sovente anziché contribuire a educare a una convivenza pacifica, da realizzare certo con fatica e impegno, non fanno che alimentare il senso di diffidenza e naturalmente in molti casi ormai anche di odio. Non mi piace come vanno le cose! Da qualche parte ho letto una definizione del razzismo che mi ha fatto riflettere e che mi trova concorde: in essa di afferma che il razzismo nasce dalla paura dell’altro, del diverso, la paura di “scomparire”
anche come cultura, tradizioni, storia, religione».

 Roberto Nobile

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