«Siamo tutti casta se non pensiamo al bene comune»

Il presidente del Consiglio Mario Monti è intervenuto all’inaugurazione di Milano Unica a Fieramilanocity, chiedendo a tutti di fare di più per il Paese
monti

Il presidente del Consiglio Monti ha inaugurato martedì 11 settembre a Fieramilanocity “Milano Unica”, il salone italiano del tessile, col presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. Le 458 aziende espositrici, di cui 74 europee, presenteranno le collezioni di tessuti per la stagione autunno/inverno 2013-2014, su una superficie espositiva di oltre 62 mila e 200 metri quadri. In questa occasione sono stati diffusi i dati del fatturato della tessitura italiana nel 2011: 8,4 miliardi di euro, grazie ad esportazioni per 4,5 miliardi di euro, che hanno permesso di realizzare un surplus di circa 2,4 miliardi di euro.
 
Il premier Monti nel suo discorso si è soffermato sulla crisi che sta attraversando l’Europa dicendo: «Quando a questo governo è stato chiesto di trattare un caso non semplice, ci siamo posti il tema se comportarci con una visione di lungo periodo o se cercare di fare un surfing sulle onde della tempesta finanziaria». «Penso – ha spiegato – che le nostre decisioni abbiano contribuito ad aggravare la situazione congiunturale, è ovvio. Ma è solo così che si può avere qualche speranza un pochino più in là di avere risanata in maniera durevole la situazione».
 
Poi, rivolto ai presenti, ha detto: «Noi ci aspettiamo, ed esigiamo a nome del Paese e dei cittadini, che imprese e sindacati riescano a fare qualcosa di più. Sono sicuro che lo otterremo, la crisi ha accresciuto in tutti il senso di appartenenza. La sfida sulla produttività del lavoro non può essere affrontata solo da una parte, ma si vince solo se si determinano nuovi punti di intersezione».
 
«Il governo – ha assicurato – punta a sbloccare 50 miliardi di euro entro fine legislatura per interventi infrastrutturali attraverso un’azione sistemica finalizzata a incrementare la produttività. Siamo tutti casta se non pensiamo al bene comune. Casta siamo tutti noi cittadini italiani che continuiamo a dare prevalenza più al particolare che al generale e ci lamentiamo che il generale funziona male».

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