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L’Europa alla luce del Vangelo Giovanni Paolo II L’8 maggio, a Stoccarda, i movimenti cattolici, evangelici e ortodossi si riuniscono per Insieme per l’Europa, al fine di celebrare una Giornata europea dell’incontro e del dialogo. È per me una grande gioia apprendere che, proprio quando una serie di stati nuovi viene accolta nell’Unione europea, i cristiani in Europa si riuniscono per riflettere sulle radici cristiane e sul futuro del loro continente alla luce del Vangelo. In effetti, la luce del Vangelo ha illuminato la storia dell’Europa, dando così vita a una comunanza di destini di popoli diversi. Volgersi verso la Parola viva del Vangelo spesso, per interi popoli, significava aderire a una comunanza di cultura e di destino, proprio come quella che ha preso il nome di Europa. Non si tratta, qui, di storia molto lontana. Quando si parla del cristianesimo in Europa, si fa riferimento anche al suo passato più recente, al suo presente e al suo futuro. Il processo di unificazione europea è sorto dall’amara sconfitta dell’umanità, rappresentata dalla Seconda guerra mondiale. Per questo, i padri dell’unità europea, caratterizzati in gran parte dalla fede cristiana, hanno avviato il processo di unificazione, i cui frutti raccogliamo oggi. L’Europa ha cominciato a portare la riconciliazione e la pace tra nazioni che, purtroppo, per secoli si erano combattute. Sin dall’inizio, la Santa Sede ha appoggiato 1’integrazione europea, insistendo al contempo, come ho recentemente ricordato, sul fatto che per una durevole affermazione di una tale unione è necessario rifarsi al cristianesimo come fattore che crea identità e unità. La fede cristiana rappresenta però anche il presente e il futuro dell’Europa. Con l’entusiasmo della loro fede cristiana e con la loro consapevolezza di europei, a Stoccarda molti membri di movimenti religiosi mostrano la loro fiducia in un futuro dell’Europa illuminato dal Vangelo. I numerosi testimoni della fede che sono caduti vittima delle sanguinose e dolorose persecuzioni della storia europea del XX secolo rappresentano un’eredità comune per le confessioni cristiane. Possa questa eredità rafforzare il desiderio di unità tra i cristiani europei e il loro impegno a favore dell’opera di evangelizzazione! Al fine di realizzare una società più umana, aperta agli altri e solidale nell’amore, non dobbiamo stancarci di aprire il nostro cuore al Vangelo. I cristiani appartenenti a molti movimenti religiosi, riuniti a Stoccarda, testimoniano che il Vangelo li ha portati a superare il nazionalismo egoistico e a vedere nell’Europa una famiglia di popoli, ricca di molteplicità culturale e di esperienze storiche, ma, al contempo, unita in una sorta di comunanza di destini. È questa la consapevolezza di cui ha bisogno l’Europa di domani per partecipare ai grandi eventi ai quali è chiamata dalla storia. Il dialogo ecumenico contribuisce in modo decisivo a sviluppare una consapevolezza europea fondata sulla fede cristiana. Questo dialogo è anche al centro dell’Incontro di Stoccarda, durante il quale i cattolici discuteranno, insieme ai cristiani evangelici e ortodossi, le questioni comuni della vita nel continente europeo. Grazie a un dialogo attento e rispettoso, sono proprio questi movimenti a dare un contributo importante per rafforzare tra i cristiani il comandamento del Signore dell’amore. L’Europa unita, tuttavia, non può pensare solo a sé stessa e rinchiudersi entro i suoi confini e nel suo benessere. L’Europa è chiamata a servire il mondo, specialmente le sue parti più povere e dimenticate come l’Africa, in particolare, caratterizzata da tanti problemi gravosi. Non è possibile costruire una casa comune europea senza preoccuparsi del bene generale dell’umanità: Si potrebbe dire che la condizione perché l’Europa possa costruire il suo avvenire è di essere capace di guardare al di là delle sue frontiere, soprattutto verso l’immenso emisfero sud, diventato da decenni il terreno dove nascono i più frequenti conflitti e dove l’ingiustizia pesa in un modo non sopportabile. L’Europa ha bisogno dell’impegno e dell’entusiasmo dei cristiani, soprattutto dei più giovani, per ricevere la buona novella del Vangelo di Gesù Cristo. Infatti, all’inizio di un nuovo millennio s’impone con urgenza il dovere di un rinnovato impegno da parte dei credenti per rispondere alle sfide della nuova evangelizzazione. In quest’ottica, un ruolo importante è affidato ai movimenti ecclesiali. La nuova evangelizzazione dà un’anima all’Europa e aiuta il continente a non vivere più per sé stesso ed entro i propri confini, bensì a costruire un’umanità più umana, rispettosa della vita, e a realizzare una presenza generosa nei teatri del mondo. Volentieri imparto la mia benedizione al vescovo di Rottenburg-Stuttgart, come pure ai vescovi e ai sacerdoti presenti all’Incontro Insieme per l’Europa di Stoccarda. Al contempo saluto tutti i partecipanti a questo grande incontro, i movimenti che l’hanno organizzato e tutti coloro che si uniscono a loro nel dialogo e nella preghiera. Nella preghiera, mi rivolgo a Dio onnipotente e amorevole, affinché benedica l’opera di tutti coloro che diffondono il Vangelo in Europa, e perché conceda a tutti noi un tempo di pace e di solidarietà. La comune tradizione cristiana Bartolomeo I patriarca ecumenico di Costantinopoli L’Europa, dopo la Seconda guerra mondiale – che aveva ferito le sue membra nelle maniere più svariate – si è sentita spinta a collaborare sul piano economico acquistando la fisionomia della Unione europea, con membri di 15 stati. Nella data della manifestazione di Stoccarda, l’8 maggio di quest’anno, avrà poi raggiunto il numero di 25 stati. Queste 25 nazioni, nelle quali d’ora in poi sventolerà la bandiera azzurra con le stelle dorate, hanno certamente ciascuna le proprie personalità, fisionomia, lingua, tradizione… Ogni popolo europeo ha la sua propria identità culturale e spirituale, il suo specifico. È questo un fatto del tutto normale e comprensibile. Nessuno può esigere una completa fusione di identità, tradizioni e culture. Ciò non sarebbe solo un affronto nei riguardi della storia di ogni stato della Unione europea, ma per motivi ovvii qualcosa di assolutamente inaccettabile. Nello stesso tempo si trova in tutti i membri della Unione europea una componente comune: la tradizione cristiana. Sin dal passaggio dell’apostolo Paolo da Troade alla Macedonia, e da lì nelle altre regioni della Grecia, e sin dal martirio dei principi degli apostoli Pietro e Paolo a Roma e dell’apostolo Andrea, il primo chiamato a Patrasso, l’Europa è stata battezzata nel nome di Cristo con l’acqua e con lo Spirito ed anche col sangue del martirio che molti dei loro figli hanno subìto. Di certo, un libro che si troverà nella maggior parte delle case dei greci, degli inglesi, dei tedeschi, degli italiani, dei francesi, dei belgi, degli estoni, degli spagnoli e del resto dell’Europa è il Nuovo Testamento, il Santo Vangelo. Non considerando esclusivamente i beni e le necessità materiali, ma anche lo spirito e la cultura; il punto di riferimento comune, il denominatore comune, di tutti gli stati costituenti l’Unione europea è per noi non solo la democrazia e il rispetto della persona umana, ma Cristo e la fede in lui con la visione della vita e del mondo che ne scaturisce caratterizzata da elementi di santità, di amore e di speranza in cieli nuovi e terre nuove nelle quali avrà stabile dimora la giustizia (2 Pt 3, 13). Certamente l’abbozzo della Costituzione europea nel suo testo non tiene conto di questa componente basilare del corpo europeo. Ma ciò non toglie che essa esista, o che le popolazioni europee l’abbiano dimenticata. Se ciò avvenisse, allora griderebbero letteralmente le pietre perché persino i tanti monumenti e opere della cultura europea sono marchiati visibilmente dall’influenza cristiana. Questo è ancora più vero per il diritto, la letteratura, la pittura, le espressioni culturali in genere. L’identità europea e la sua storia sono indissolubilmente congiunte con la fede e la tradizione cristiana. Ciò non significa che i popoli non cristiani non trovino posto nella famiglia europea; infatti la comunità europea – proprio perché cristiana – deve essere aperta non solo verso i fratelli in Cristo secondo lo Spirito, ma anche verso i fratelli in Adamo ed Eva, secondo la carne. Aperta quindi a uomini decisi a rispettare non solo le cosiddette eredità europee nel campo sociale ed economico, i rapporti internazionali e la democrazia, ma anche l’identità spirituale e culturale degli altri stati membri, le loro eredità spirituali. Le chiese, nello spirito ecumenico di tolleranza, possono avere una funzione determinante per l’unità spirituale del continente europeo rispettando ognuno nella sua diversità, sottolineando e coltivando lo spirito di solidarietà in Cristo, di riconoscimento e completamento reciproco, lo spirito di compenetrazione e amore. Il patriarcato ecumenico, la Chiesa madre dell’ortodossia europea, testimonia da tempo il suo interesse al riguardo, attraverso l’istituzione di un ufficio a Bruxelles destinato a questo scopo e si mette a servizio di questa meta ardua e di questo obiettivo così elevato. In questo servizio, a cui per sua natura si sente chiamato, si è già prodigato molto. Con questi pensieri benediciamo di tutto cuore il lavoro della manifestazione Insieme per l’Europa e auguriamo uno splendido successo. Agli amati partecipanti della manifestazione gioia piena e luce del Cristo Risorto, il Redentore. Imparare gli uni dagli altri Rowan Williams arcivescovo di Canterbury Mi rallegro che l’evento Insieme per l’Europa raccolga tanti movimenti e comunità da tutta l’Europa. Questa è un’occasione ottima per i cristiani di ritrovarsi in un’atmosfera di fraternità e dialogo. Prego che, mentre vi radunate per comunicarvi le svariate esperienze di vita in un’Europa variegata e in continuo cambiamento, Dio vi benedica e utilizzi questo avvenimento per costruire un rapporto forte e fecondo tra i suoi, non solo in Europa ma dappertutto nel mondo. Già da anni i numerosi movimenti e comunità cristiani danno un meraviglioso contributo alla vita sociale, politica e culturale dell’Europa. Mentre guardiamo verso il futuro, possiamo imparare gli uni dagli altri e celebrare l’unità nella diversità del popolo di Dio che già è manifesta in Europa. Oltre l’unità europea Samuel Kobia segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese Vi saluto nel nome del nostro comune Signore Gesù Cristo. La presenza di un così grande gruppo di cristiani a questo congresso europeo è segno della responsabilità che ciascun partecipante ha assunto personalmente o collettivamente come membro di un movimento, per la nuova Europa, continente dove si stanno svolgendo profondi cambiamenti. Come movimenti di rinnovamento che fanno parte delle chiese, voi siete convenuti per trovare una visione per una nuova Europa. Il Consiglio ecumenico delle chiese condivide questa iniziativa. Nell’agosto 2003, il comitato centrale ha fatto una Dichiarazione sull’Europa, in cui annunziava che, come cristiani impegnati a vivere i valori del Vangelo, noi vogliamo creare una anima nuova, una visione nuova per l’Europa, che rifletta l’eredità religiosa e culturale del continente. Vuole anche tener presente le disparità regionali e affrontare le istanze della immigrazione, della xenofobia, e di coloro che cercano asilo. Come gruppo di chiese in collaborazione, il Consiglio mondiale delle chiese vuole attirare l’attenzione delle chiese che ne fanno parte sulle promesse e le sfide di questa Europa allargata. Il contesto religioso dell’Europa è vario. Le pratiche religiose tra i cristiani sono anche varie. Molti hanno intrapreso un rinnovamento spirituale e per altri l’appartenenza a una chiesa è solo questione di appartenenza ma non di credenza. L’Europa ha un numero notevole di comunità musulmane indigene, e l’Europa soffre di conflitti interreligiosi. Tutti coloro che fanno parte oggi di questo evento, sia presenti a Stoccarda o collegati altrove da uno schermo, rappresentano dei movimenti che hanno avuto origine in Europa, ma sono sparsi in tutto il mondo. È nostro dovere ricordare ai politici che la visione di una nuova Europa deve andare oltre l’unità europea. L’eredità sociale democratica europea di governo dovrebbe essere condivisa con i nuovi paesi indipendenti dell’Europa ed anche con paesi di altri continenti. L’enfasi sulla persona umana come nucleo dei valori sui diritti umani dovrebbe espandersi ad altre parti del mondo. Io prego che questo incontro speciale dia l’opportunità a tutti i presenti di aprire le loro risorse e di dare la loro testimonianza spirituale per la formazione della nuova Europa. Molte delle organizzazioni che promuovono questo incontro non ci sono sconosciute. Ricordo la visita di Chiara Lubich al Consiglio. Il suo messaggio della spiritualità dell’unità ci ha condotti ad una riflessione comune sul tema della Economia di Comunione. Apprezziamo la centralità che si dà alla preghiera in tutto il lavoro della Comunità di Sant’Egidio e l’assistenza estesa a tutti coloro che cercano e chiedono di dar significato alla loro vita. Abbiamo un interesse comune in tutto ciò che concerne costruire la pace e vincere l’epidemia pandemica dell’Aids. Ringraziamo gli organizzatori di questo importante avvenimento. Siete tutti nostri partner nella ricerca di una spiritualità ecumenica. Che Dio vi benedica tutti in questo viaggio insieme in Europa. Con questo incontro avete testimoniato il vostro amore alla chiesa e avete iniziato questo viaggio per amore di Cristo (cf 3 Gv 1, 6). Comunità cristiane insieme per l’Europa Johannes Rau presidente della Repubblica fed. tedesca Trovo buono e giusto che le vostre comunità cristiane si impegnino insieme a dare un contributo spirituale all’unità d’Europa. Vi prego di salutare con tutto il cuore i partecipanti alla manifestazione e di augurare loro ogni benedizione di Dio. L’anima che unisce gli europei Bertie Ahern primo ministro dell’Irlanda Desidero far arrivare i miei più calorosi saluti a tutti i movimenti e comunità cristiani che partecipano all’incontro Insieme per l’Europa in Germania, questo fine settimana. La scelta di questo giorno per il vostro incontro, alla vigilia della Giornata per l’Europa, è particolarmente azzeccata. Questo evento esprime pienamente la visione dell’Europa come luogo di arricchente diversità, nell’unità e nella pace.Questa visione è al cuore dell’Unione europea. L’Europa è un continente con molte lingue, tradizioni e religioni diverse.Tuttavia, come europei, abbiamo in comune i valori della giustizia, della uguaglianza e della libertà e gli obiettivi comuni sul conseguimento della pace e della fraternità. Come europei uniti nello stesso impegno grazie a questi valori comuni, siamo riusciti a trasformare il panorama politico, economico e sociale dell’Europa. Per sottolineare questo, abbiamo proprio scelto il tema Europei che lavorano insieme per i sei mesi di presidenza dell’Unione europea. La settimana scorsa abbiamo aperto un nuovo capitolo nella nostra storia quando abbiamo accolto dieci nuovi stati membri nell’Unione. È stato un immenso onore per la presidenza dell’Irlanda, e sono lieto di potermi indirizzare oggi al vostro convegno a persone di tutti gli stati membri. Sono convinto che noi tutti trarremo beneficio da questo allargamento. Il futuro successo dell’Europa conta sulla nostra continua capacità di lavorare insieme in spirito di tolleranza, di comprensione e di rispetto. Ciò approfondirà la nostra esperienza dell’anima che unisce gli europei. Attraverso la vostra presenza in tutta Europa, avete un prezioso contributo da dare a questo processo. Apprezzo moltissimo il vostro impegno per l’Europa e vi auguro ogni successo alle vostre iniziative. Pronti a lavorare insieme Vaira VikeFreiberga presidente della Lettonia A nome di tutto il popolo della Lettonia, vorrei esprimere la nostra gioia di poter far parte di una comunità di nazioni a cui noi puntiamo. Siamo orgogliosi di poter unire la nostra eredità culturale a quelli delle altre nazioni. Siamo pronti a lavorare insieme con altri nella costruzione di questa nuova Europa come nostra casa comune e speriamo di lasciare un’eredità comune in cui ogni nazione abbia giocato un ruolo importante. Allargamento Walter Schwimmer segretario gen. del Consiglio d’Europa Con la caduta del muro di Berlino si è aperta dal 1989 una nuova dimensione europea. Un’Europa di pace, di libertà e di benessere è stata un sogno, una speranza per tutti i popoli del continente sin dalla fine della Seconda guerra mondiale, sogno la cui realizzazione è risultata possibile, in un primo momento, solo per una parte di loro. Cadendo le linee di separazione politico- ideologiche, bisognava adempiere il mandato storico della unificazione europea. Perciò, Insieme per l’Europa esprime questo mandato in modo perfetto. È un’impresa comune, che potrà avere successo ed essere duratura solo se contemporaneamente sarà sostenuta con convinzione e con impegno. L’allargamento dell’Unione europea da 10 a 25 stati membri, che porta gli europei a 450 milioni di abitanti, è una tappa decisiva per la realizzazione del progetto per l’Europa. Però oggi l’Europa è già molto di più. I princìpi politici e fondamentali dell’Unione europea hanno le loro radici nella più ampia comunione di valori del Consiglio europeo, fondato nel 1949 con l’impegno per una democrazia pluralista, per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e per un ordine relativo allo stato di diritto, stabilendo così le regole e i princìpi del futuro progetto Europa. Fino ad oggi hanno aderito a questo comune progetto di una nuova Europa già 45 stati con un totale di 800 milioni di europei. Messaggio di grande significato Enrico La Loggia Ministro degli Affari regionali italiano A Chiara va tutta la mia gratitudine per aver dato vita ad un appuntamento europeo con una partecipazione così nutrita e qualificata. Sono venuto perché chiamato da questa sua spinta tanto forte e convincente. E sono onorato del fatto che il governo italiano abbia voluto che lo rappresentassi ufficialmente. Il messaggio che sale da questa giornata è di grande significato e àncora la costruzione dell’Europa unita alla prospettiva di un mondo unito. Un invito, una promessa, una via Erwin Teufel, primo ministro del Baden-Württemberg Sono lieto di potervi salutare a Stuttgart, la capitale del Land Baden-Württemberg. Insieme per l’Europa – il motto di questa giornata – è una promessa, un invito e allo stesso tempo una via. Come cristiani voi esprimete la vostra corresponsabilità per l’Europa.Voi incoraggiate voi stessi ed altri a contribuire alla costruzione della casa europea. Anche quelli che hanno responsabilità politica possono agire per l’Europa soltanto insieme. Come primo ministro e politico, oggi vorrei soprattutto ascoltare per accogliere idee e impulsi. Spero insieme a voi che l’idea Insieme per l’Europa si diffonda molto al largo.

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