A che serve pregare oggi? Non succede niente…

Una nonna e un nipote (non della stessa famiglia!) si confrontano su uno stesso tema. Per imparare gli uni dagli altri.  

La nonna

La preghiera ha a che fare con la fede in Qualcuno che può venirci in aiuto nei momenti difficili, che ci ascolta e ci sta vicino. Da sempre gli uomini si sono rivolti a enti superiori. È con la modernità e le scoperte scientifiche che l’uomo si è sentito potente e capace di risolvere da solo i suoi problemi per cui si è allontanato da Dio. Ma oggi molte scoperte scientifiche hanno creato altri problemi e la realtà diventa sempre più complessa, mentre il futuro si presenta con i fantasmi di un passato che sembrava non potessero più tornare: guerre, razzismi, intolleranze, violenze. Allora quel Dio che era stato abbandonato torna a farsi spazio, anche tra i non credenti. Gesù stesso ha pregato molto e ci ha insegnato a chiedere qualsiasi cosa al Padre con fede! La preghiera, come dialogo con Dio che ci conosce e ci ama, innanzitutto porta la pace nel cuore e dà il coraggio di chiedere l’impossibile! Faccio parte di gruppi social dove si mettono in comune belle notizie, ma anche necessità e dolori. È prassi pregare per ogni situazione difficile che viene segnalata. Siamo così testimoni di miracoli che accadono senza clamore. Qualcuno scettico dirà che sono coincidenze. Quando però si ripetono, dopo la preghiera fervida, il cuore ti dice che si sono avverate le parole di Gesù: «Chiedete ed otterrete». Un fatto recente: una mamma musulmana aspetta una bimba tanto desiderata dopo il fallimento delle precedenti gravidanze. La bimba nasce prematura e la sua salute è in pericolo. Anche la mamma sta male. I medici tentano di tutto. Il mio gruppo cristiano inizia a pregare e diffonde la richiesta. Il papà ci dice che anche il gruppo musulmano prega il Dio comune. Pian piano la bimba migliora, ma la mamma entra in coma. La dottoressa dice che non può fare niente. Stiamo vicini al papà disperato. Inspiegabilmente, con sorpresa dei medici, il cuore riprende a funzionare. Oggi la foto della mamma, radiosa con la sua bimba in braccio, esprime la gioia per la loro riunione dopo mesi.

Il nipote.

Non sono un teologo, però credo che la preghiera debba essere un momento in cui si fanno richieste a Dio. La preghiera è un momento in cui il Signore ci ascolta, e se vede che siamo particolarmente legati a qualcosa, ovviamente non di materiale, fa la sua parte. «Chiedi e ti sarà dato». Nella preghiera facciamo entrare il Signore nella nostra vita. Detto questo, molti fedeli si allontanano dalla religione se muore una persona cara. Può sembrare che Dio non ci abbia ascoltati, non ha fatto sì che rimanesse in vita e quindi ha voluto che morisse. Anche se noi chiediamo a Dio ciò che più ci sta a cuore, non vuol dire che poi “il desiderio si esaudirà”. La nostra preghiera è fondamentale, ma non è la via di fuga che ci permette di scampare le crudeltà del mondo. Dobbiamo decidere noi il nostro destino attraverso scelte giuste. Si devono fare delle richieste, ma poi dobbiamo andare avanti, trovare noi le soluzioni ai problemi. L’aiuto dall’alto può arrivarci, ma non sempre, se no non saremmo padroni del nostro destino. Quindi, pregare è il modo che abbiamo per rapportarci con Dio, è il modo per chiedere scusa se le scelte di noi uomini spesso tendono al male. Solo con la preghiera e la richiesta di pace facciamo capire a Dio che sappiamo di sbagliare. Poi il miracolo può accadere, ma la maggior parte delle volte la soluzione la dobbiamo trovare noi, essendo liberi.

 

 

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