Sergio Costa, un nuovo paradigma per l’ambiente

Intervista a Sergio Costa, Ministro dell’ambiente e tutela del territorio e del mare. Il testo completo sul numero di luglio della rivista Città Nuova
Sergio Costa ( Valerio Portelli/LaPresse)

Sembra che la pandemia di Covid-19 abbia aperto gli occhi di molti abitanti del pianeta Terra sui disastri che una gestione scellerata delle risorse ambientali possa causare. Come agire affinché tutto questo non venga presto dimenticato?

La crisi economico-sociale scaturita dall’epidemia di coronavirus ha spinto anche i governi a concepire delle misure per tutelare meglio l’ambiente, la biodiversità, le risorse naturali.

Città Nuova ha incontrato Sergio Costa, Ministro dell’ambiente e tutela del territorio e del mare dal 2018. Nel numero di agosto di quell’anno abbiamo già pubblicato un’intervista al ministro che conosce molto bene le problematiche ambientali del nostro Paese ed ha dedicato la sua vita al contrasto rei crimini contro l’ambiente.

Egli, infatti, è stato generale della Guardia Forestale (corpo sciolto e poi confluito nel corpo dei Carabinieri Forestale) dove ha diretto il comando per la Campania ed è stato tra i protagonisti delle indagini che hanno portato alla scoperta della cosiddetta Terra dei fuochi.

Costa, si è dato come missione del suo dicastero quella di tutelare l’inestimabile patrimonio naturale del nostro Paese, proteggere la qualità di vita dei nostri cittadini e far entrare la sostenibilità nel cuore delle nostre imprese e della pubblica amministrazione, come motore di sviluppo e innovazione. Questa intervista è collegata con il testo completo che sarà pubblicato sul numero di luglio 2020 della rivista Città Nuova.

La crisi economica vede molti attori economici ed industriali sostenere una ripartenza accelerata. Come evitare gli errori del passato nel rapporto tra attività produttive e ambiente, anche alla luce delle possibili correlazioni ipotizzate dai ricercatori tra coronavirus e inquinamento? Il Governo intende adottare delle strategie per ridurre l’inquinamento e lo sfruttamento indiscriminato delle risorse?
Abbiamo sempre sostenuto che il peso antropico determina l’inquinamento. La nostra risposta deve essere un aiuto concreto a inquinare di meno, attraverso strumenti che agevolino il concreto cambiamento del paradigma: per esempio, gli ecobonus per i cittadini, il credito d’imposta per le imprese, gli incentivi alla mobilità sostenibile, Dobbiamo invertire in maniera drastica e immediata l’abitudine all’eccessivo inquinamento e sfruttamento delle risorse naturali.

Il riassetto del sistema produttivo dopo il Covid-19 potrebbe essere lo spunto per molte imprese per convertirsi ad un’economia circolare o comunque rispettosa dell’ambiente. Quali misure potrebbero sostenere tali processi?
Già prima del Covid-19, avevamo iniziato un percorso, partito con la legge clima e la legge di stabilità, con importanti contenuti economici e risorse significative, perché si era già intuito che in Italia bisognava cambiare paradigma mettendo più risorse per il Green Deal e per l’economia circolare.

L’emergenza sanitaria impone per i prossimi mesi il ricorso all’uso di dispositivi di protezione (guanti, mascherine, igienizzanti, ecc.). Come riuscire a utilizzare prodotti sicuri, ma anche riciclabili, nonché evitare la loro dispersione nell’ambiente?
Abbiamo proposto un accordo con i consorzi di filiera (per esempio Polieco, che tratta le plastiche), l’Ordine nazionale dei farmacisti e l’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, per porre davanti alle farmacie e alla grande distribuzione dei contenitori a tenuta stagna dove riporre guanti e mascherine, per riciclarli e non gettarli. È sempre meglio comunque usare mascherine riutilizzabili

Le immagini del mare limpido e degli animali in giro indisturbati hanno accompagnato la fase del lockdown. Invece, con la fase 2, sono riapparsi i soliti problemi di inquinamento, legati soprattutto allo smaltimento illegale di rifiuti e di liquami industriali. Come si stanno contrastando tali fenomeni? Quali strumenti tecnici e legislativi possono essere messi in campo per contrastare tali fenomeni?
La sicurezza dell’ambiente è tra le priorità del mio mandato: penso alla repressione degli ecoreati, specialmente in territori a rischio come la Terra dei fuochi. Il ministero dell’Ambiente è costantemente coadiuvato dai Carabinieri del Noe e dalla Guardia Costiera nella lotta agli illeciti ambientali. Dobbiamo lavorare ventre a terra per far sì che il post-Covid sia diverso.

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