Sepe: «Chi spreca è contro Dio»

Parola dell’arcivescovo di Napoli, intervistato dai giornalisti impegnati in Campania dall’XI Forum internazionale dell’Informazione per la Salvaguardia della Natura. L’invito del ministro Martina è a fare del prossimo Expo anche l’occasione per trovare soluzioni nuove per combattere la fame
cardinal Sepe

«Chi spreca cibo offende l'uomo è quel Dio che dà la vita: non può accostarsi alla vita sacramentale»: parola dell’arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, intervistato dai giornalisti impegnati in Campania dall’XI Forum internazionale dell’Informazione per la Salvaguardia della Natura, organizzato dall’associazione Greenaccord Onlus in collaborazione con il Comune della città partenopea.

«Come i mafiosi che edificano la propria vita sulla violenza, la prevaricazione e la morte dei fratelli, non possono prendere Comunione, così chi sparge sostanze tossiche non può prendere sacramenti. Lo dissi lo scorso anno e lo ripeto, Vangelo alla mano, tenendo presente la parabola del ricco epulone», tuona l’arcivescovo. «Quel ricco si rivolse a Dio troppo tardi, dopo avere ignorato per tutta la vita il fratello affamato: per questo motivo, senza segni di pentimento, non si può avere accesso ai sacramenti», spiega il cardinale, concludendo come «chi offende una creatura offenda Dio, chi commette delitti o crea processi che attentano alla vita, come i piromani o i camorristi, è contro Dio e non può fare ad esempio la Comunione né, in mancanza di segni di ravvedimento, chiedere la celebrazione delle esequie nella Chiesa di quel Dio rinnegato».

Una condanna che trova precedente nello stesso pronunciamento di papa Francesco dello scorso marzo in Calabria, quando il pontefice ammonì, riferendosi ai mafiosi: «Questa vita che vivete adesso non vi darà piacere, non vi darà gioia, non vi darà felicità. Il potere – aveva detto –, il denaro che voi avete adesso da tanti affari sporchi, da tanti crimini mafiosi è denaro insanguinato, è potere insanguinato e non potrete portarlo all'altra vita. Convertitevi. Ancora c'è tempo per non finire nell'inferno: è quello che vi aspetta se continuate su questa strada». Una condanna senza mezzi termini, che si inserisce nella grande spinta alla lotta agli sprechi proposta con forza dal Forum di Greenaccord, in svolgimento ormai alla vigilia del grande Expo 2015 che avrà luogo a Milano.

«Il tema della sicurezza alimentare sarà strategico per il nostro futuro», ha osservato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, in una lettera agli organizzatori del convegno. «Nel 2050 si prevede che il pianeta sarà abitato da 9 miliardi di individui. Come garantire cibo sano e sicuro a una popolazione mondiale in costante crescita è la sfida che abbiamo di fronte a noi per i prossimi anni. L’obiettivo fondamentale dell’Esposizione universale sarà quello di generare una discussione che possa contribuire a trovare soluzioni nuove per combattere la fame e garantire maggiore sostenibilità economica, sociale e ambientale ai modelli di sviluppo».

Un’analisi fatta propria anche da Maria Letizia Cardoni, presidente nazionale Giovani di Coldiretti: «Per essere davvero un’opportunità per il settore agricolo italiano – ha spiegato alla platea di giornalisti provenienti da oltre 50 Paesi del mondo – l’Expo deve farsi strumento di promozione di un modo nuovo di fare agricoltura e parta dal rapporto con i territori». Il sistema di produzioni standardizzate e strettamente legate alle biotecnologie non dà infatti garanzie. «Le filiere agroalimentari devono tornare a considerare il territorio in cui si sviluppano, le comunità che le ospitano e le peculiarità locali». Esigenza quanto mai sentita in Italia, Paese che nel mondo ha il primato delle denominazioni agricole d’origine e dei prodotti di qualità. «Se non puntiamo su questi elementi distintivi rischiamo di danneggiare nel lungo periodo un settore che oggi, nonostante la crisi vale 260 miliardi di euro, è l’unico nel nostro Paese ad avere un tasso di occupazione in crescita e a garantire l’opportunità per molti giovani». 

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