Senza radici

«Ma come è possibile vivere in un mondo così vorticoso, così veloce che uniforma tutte le età, dalla giovinezza alla vecchiaia?». Anna - Cagliari

 «Ma come è possibile vivere in un mondo così vorticoso, così veloce che uniforma tutte le età, dalla giovinezza alla vecchiaia?».

Anna – Cagliari

 

Carissima Anna, grazie della tua lettera. L’età della giovinezza, negli anni Tremila, forse non ci sarà più. Tutto sembra omologato, senza storia e senza tempo, ma disperatamente solo presente.

Le stagioni della vita – fanciullezza, adolescenza, gioventù, maturità, vecchiaia – sono praticamente quasi del tutto scomparse, mescolate l’una con l’altra, sacrificate sull’altare delle informazioni a tutti i costi.

Una qualsiasi notizia può essere ascoltata da tutti, senza alcuna precauzione o sensibilità. La notizia allora viene spesso manipolata, triturata, spezzettata in mille modi e posta al pubblico, a qualsiasi pubblico!

 

Ma così facendo, si uccidono le passioni giovanili, si spengono gli ideali più nobili, si appiattiscono i sussulti più veri.

Le identità si confondono in un miscuglio non più umano, le stagioni così non vivono più e le persone sono tutte uguali. Senza la primavera che nasce, l’estate che matura, l’autunno che raccoglie e l’inverno che muore e semina, l’uomo rischia di essere un’altra creatura, geneticamente un’altra cosa. E non è questo quello che oggi stiamo vivendo?

Il rischio è dietro l’angolo: un uomo senza storia e senza futuro. Proprio come una pianta senza radici e senza fiori.

E allora? Cosa fare? Occorre ri-generare, cioè “generare di nuovo” un volto dell’umano, che senza dimenticare le stagioni della sua crescita e del suo vivere, contempli da dove è venuto e dove deve andare.

 

Certo, in questo nuovo volto saranno racchiuse le incognite del futuro e i nuovi mondi del domani. Ma la certezza dirà che saranno mondi e futuro che germineranno sempre dalle stesse radici dell’umano, anche se ben più complesse e articolate, intrecciate. Solo con le radici sprofondate sempre più nella terra, l’uomo porterà frutti abbondanti nel cielo del domani.

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