Sempiterno Battisti
Un paio di mesi fa, 29 Settembre, uno dei primi successi del Lucio nazionale ha compiuto 50 anni. E la Sony ha deciso di sfruttare l’occasione per immettere sui mercati un cofanetto (3 cd più un booklet) contenente un bel po’ di suoi cavali di battaglia. L’obiettivo primario era – ed è – ovviamente quello di sfruttare il ghiotto mercato di fine d’anno, quello dei regali natalizi.
E chi meglio di Battisti può contare un target tanto ampio? Dei padri storici del nostro cantautorato da classifica lui è probabilmente quello che più di ogni altro sa ancora ammaliare i nostalgici – che sulle sue canzoni han visto germogliare i primi amori – ma anche i giovani che le sue canzoni le hanno imparate quasi a forza dai genitori, e che tuttavia, in quell’impasto di melodie e rime ancora colgono i sentimenti universali e transgenerazionali che trasmettono.
Masters è innanzitutto un’antologia, e va detto che di Battisti ce n’erano già un’infinità, pubblicate già ben prima che nel ‘98 un male incurabile ce lo portasse via anzitempo. Ma è anche un’operazione tecnica di altissimo livello, giacché le canzoni – una sessantina – sono qui riproposte a 24bit/192khz, come dire una frequenza di campionamento circa 4 volte migliore di quella che possono offrire i cd normali: una chicca per palati fini e per gli amanti dei suoni perfetti. Un Battisti come non s’era mai sentito come strillano i pubblicitari, ma anche il Battisti che si sarebbe potuto ascoltare dal vivo come si fosse stati presenti in sala d’incisione.
Il cofanetto è arrivato sui mercati in diverse versioni: quella basic succitata, una ampliata a 4 cd, e una composta da 8 lp in vinile colorato. Il repertorio spazia dal suo omonimo album di debutto targato 1969, a Hegel, del 1994, il suo ultimo disco registrato in studio. Battisti morirà 4 anni dopo, probabilmente per un linfoma maligno al fegato; il 9 settembre del 2018 saranno 20 anni.
Detto questo, Masters si propone come uno dei regali di Natale più acquistati. Nonostante non presenti neanche un inedito (probabilmente l’operazione è tenuta in stand-by per il prossimo ventennale, ammesso che l’approccio della vedova non insista nella scelta protezionistica che ha bloccato quasi tutte le iniziative post-mortem). Ma quel che conta oggi è ritrovare il Battisti che milioni di italiani (e non solo) hanno amato, e quelle sue canzoni – specie quelle incise durante il travagliato sodalizio con Mogol – dove si fondono in un’ineguagliabile sintesi il melodismo mediterraneo e la canzone d’autore, l’approccio autenticamente popolare e il gusto per l’innovazione, sia strutturale che armonica.
Da notare che a questa operazione supertecnologica è seguita quella di riproposizione ad altissima definizione dei classici di Fabrizio De Andrè, e altre ancora vedranno la luce il prossimo anno.