Sei proprio il mio typo

Simon Garfield - Ponte alle grazie
La copertina del libro

Ci sono dei libri, rari libri, che non sono romanzi ma che si leggono come romanzi. Li scegli per un qualsiasi motivo e poi te ne innamori e non vuoi più lasciarli. M’è capitato questo fenomeno, non poi così strano, con un libro dal titolo azzeccatissimo – Sei proprio il mio typo, con la y –, che suggerisce un’avventura d’amore in un contesto tipografico, anzi typografico, alla greca. Ci viene in soccorso il sottotitolo: “La vita segreta delle font”, cioè dei caratteri tipografici. Una avventura che, da Gutemberg in poi, ha fatto impazzire non poca gente e che comunque ha dato lavoro ad un’infinità di addetti. Anche dopo l’avvento per certi versi devastante della rivoluzione digitale.

Cosa sono le font, o più esattamente le fount? Sono i tipi di carattere che si usano nella tipografia, sui nostri computer, nel commercio e nella pubblicità, nella liturgia…, in ogni ambito della vita umana, sia personale che professionale. Mi si dirà: un carattere vale l’altro, basta che sia leggibile. Troppo facile! Quella della scelta del giusto carattere da usare, della font giusta, che raggiunge lo scopo per la quale viene usata, è una vera e propria arte che non a tutti è dato di possedere.
Saper distinguere un duttile Univers da un dozzinale Comic Sans, un raffinato Garamond da un elegante Frutiger vuol dire possedere le chiavi dell’arte tipografica. Saper distinguere almeno le “famiglie” principali delle font può aiutare nella “foresta di senso” che ci avvolge ovunque noi siamo.

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