Se il cucciolo vuole giocare

I compagni di gioco più adatti per i cagnolini sono i bambini, perché più facilmente entrano in empatia con l'animale ed esprimono con spontaneità e liberamente le loro emozioni. Un approfondimento
Kaiba Gionfriddo gioca con il suo cane Bandit

Oggi sempre più spesso un cane entra a far parte della nostra famiglia. A volte è di compagnia per un anziano, altre volte è nostro figlio a chiedercelo. In altri casi, invece, può essere utile come supporto terapeutico per una malattia o per cercare di superare dei deficit (pet-therapy o animali per non vedenti). Qualunque sia il motivo, una volta entrato in casa, questo particolare amico può diventare un soggetto molto importante per il nucleo familiare.

E quando si inserisce in un contesto sereno ed equilibrato ove i ruoli, i significati delle relazioni, e gli spazi di ciascuna specie (uomo ed animale) vengono rispettati, i rapporti che ne possono scaturire sono davvero speciali, fonte di un notevole benessere sia per l’animale sia per l’uomo, aprendo quest’ultimo ad esperienze di convivenza, di adattabilità e di conoscenza di se stessi molto più ampie e ad una socialità più equilibrata.

Perché possa costruirsi un rapporto sereno ed equilibrato, nonché solido e consapevole è chiaro che l’animale va curato non solo nelle sue esigenze fisiologiche, ma anche dedicandogli un po’ del nostro tempo.

Tra le attività che ci fanno entrare immediatamente in sintonia con il nostro animale il gioco è quella più naturale e semplice e oltre ad essere un’esigenza del nostro amico a quattro zampe (sia di movimento, che di svago o di esplorazione), è anche una via d’elezione per guadagnarci il rispetto e l’autorevolezza necessari per educarlo e per diventare per lui un punto di riferimento nel gioco, ma soprattutto nella vita di tutti i giorni.

Chi di noi non ha mai visto un cane che invita al gioco? Si parla di “inchino giocoso”: è una postura con cui l’animale finge di attaccare l’avversario stendendo in avanti gli arti anteriori e mantenendo alta la parte posteriore, guardando negli occhi con aria amichevole e, quindi, scodinzolando. Altri segnali sono i movimenti a scatti delle zampe anteriori, i saltelli in avanti e all’indietro o le corse sfrenate che partono e si arrestano all’improvviso.

Per l’animale il gioco è un ritornare a quelle azioni che un tempo erano dettate dagli istinti naturali: seguire una traccia, puntare la preda, avvicinarsi, correre, attaccare, mordere e strattonare la preda. Infatti, mentre un tempo l’animale era libero di partire alla scoperta dell’ambiente o all’inseguimento di una preda, sperimentando così la cooperazione, la competizione o imparare l’arte della mimetizzazione ecc., oggi i nostri animali sono spessi rinchiusi tra quattro mura, lasciati per troppo tempo da soli ad annoiarsi e ad accumulare energie che spesso rimangono inespresse, mentre, altre volte esplodono in un’eccitabilità esagerata, in un’aggressività improvvisa ed inaspettata, in una difficoltà ad obbedire, in comportamenti distruttivi o autolesionistici a causa della frustrazione.

In questa impossibilità di dare libero sfogo ai propri istinti, il cane resta in attesa del suo padrone e di qualcosa di interessante che quest’ultimo gli proporrà. Nella coppia uomo-cane, quindi, è l’essere umano che deve gestire tali esigenze, è l’uomo che nella quotidianità deve trovare il tempo di trascorrere dei momenti col proprio animale stimolandolo e soprattutto giocando con lui. Per noi questa esperienza sarà un momento di distrazione, un modo per tornare un po’ bambini e, spogliandoci di tutte le aspettative e degli schemi mentali, nella spensieratezza ritrovare un rapporto spontaneo e naturale, più tipico del legame amicale che non di quello di padronanza. I bambini, infatti, da questo punto di vista sono i padroni ideali che più aiutano l’animale e quelli che più giovano di un rapporto con il cane, perché più facilmente entrano in empatia con l'animale ed esprimono con spontaneità e liberamente le loro emozioni perché fortemente stimolati in tal senso dall’amico a quattro zampe. E così anche il “cucciolo d’uomo” impara molto su di sé: ad esplorare il mondo, a superare le paure, a comunicare con gesti e sguardi, ad esprimere e a gestire le proprie emozioni, a curare un legame affettivo, una sana competizione, la responsabilità ecc. Per i cuccioli come per i bambini, infatti, non esiste nulla di più serio del gioco. Esso è uno strumento fondamentale per lo sviluppo delle potenzialità fisiche e mentali di entrambi.

Per i cuccioli di cane poi, il gioco è una palestra di vita: i fratellini simulando conflitti imparano tutto ciò che è necessario per affrontare in futuro gli scontri veri. Per questo motivo è fondamentale non allontanare i cuccioli dalla madre e dai fratellini prima dei 2 mesi di vita: in questo periodo si apprendono i rudimenti essenziali del linguaggio canino, nonché quando è il momento di smettere di giocare. Rispettare questa tempistica sarebbe l’ideale per avere un cucciolo ben socializzato ed equilibrato. Dai due ai quattro mesi, invece, va privilegiato il gioco tra cuccioli o comunque tra i suoi simili, sempre sotto una attenta supervisione del padrone. Dai quattro ai 9 mesi, invece, è il nostro momento. Questo arco di tempo è fondamentale per la costruzione del nostro rapporto. Esso diventerà saldo e consapevole se giocheremo molto in questo periodo, in modo semplice, scegliendo non l’addestramento, ma il gioco libero e spontaneo e allo stesso tempo trasmettendo alcune regole. È nostro compito, infatti, scandire i tempi di un’azione: l’iniziativa al gioco o la sua fine, così come spetta a noi abituare il cucciolo a limitare o contenere alcuni comportamenti, che nell’adulto rischiano di diventare pericolosi (per esempio il mordicchiare).

(Nella foto Ap, un bambino americano, Kaiba Gionfriddo, con problemi di salute, gioca con il suo cane Bandit)

A cura della dott.ssa Letizia D'Avino, Centro medico veterinario "Zoe", via Aldo Moro 75, Somma Vesuviana, Napoli

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons