Scienza e fede in dialogo

Il dialogo tra sapere scientifico e sapere della fede cristiana apparentemente non va molto di moda, nel senso che è stimolato e richiesto soprattutto dal versante della fede, non certo da quello della scienza. Dal tempo di Galileo in poi, infatti, la scienza si è prima liberata dalla sudditanza verso la teologia e la filosofia; successivamente ha aumentato la fiducia nelle proprie possibilità, man mano che il metodo scientifico si mostrava capace di scoprire e manipolare la realtà. Fino ad affermare nell’Ottocento la propria completa autonomia, con la famosa risposta che l’astronomo Laplace diede a Napoleone, meravigliato della sua spiegazione della stabilità del sistema solare sulla base delle sole leggi della meccanica, senza alcun ricorso al Creatore: Io non ho avuto bisogno dell’ipotesi Dio. Questa risposta esprime l’essenza del metodo scientifico che studia cause ed effetti dei fenomeni fisici senza poter e voler ricorrere a nessuna causa esterna. Un metodo che, come fanno i bambini di fronte a un giocattolo, smonta logicamente qualsiasi fenomeno o oggetto, riducendolo in pezzi sempre più piccoli e facili da studiare. Gli straordinari risultati di questo gioco sono sotto gli occhi di tutti, per cui è facile capire come siano molti, tra gli scienziati, a guardare con sospetto qualsiasi nuova intromissione della teologia o della filosofia. Il risultato è che chi cerca ancora un confronto tra scienza e fede è guardato da pochi con interesse: i più lo reputano un illuso, altri semplicemente lo ignorano, i più estremisti infine lo etichettano come un oscurantista che mette in pericolo le conquiste della ragione e il futuro luminoso della nostra moderna civiltà. Per questo il seminario a più voci, confronto interdisciplinare tra teologia, filosofia e scienze fisico-matematiche, tenutosi nell’ambito del più generale progetto culturale promosso dalla Chiesa cattolica italiana, è un tentativo coraggioso (1). Anche se, per la verità, può vantare illustri antenati a cominciare proprio da Galilei, scienziato e uomo di fede convinto che, procedendo di pari dal Verbo divino la Scrittura Sacra e la natura, non può esserci contraddizione tra le due. Dal punto di vista del teologo, il rischio è quello di inseguire le ultime conquiste scientifiche, o contestandole quando sembrano in contrasto con le verità di fede, o cercando concordismi ingenui tra dato scientifico e dato rivelato. Ma in questo il seminario sorprende positivamente, soprattutto per la correttezza dell’approccio e la libertà di ricerca che lo percorre. Nei vari contributi vengono ripercorsi i passaggi essenziali nella storia dell’interpretazione del reale, dall’universo predicibile come un orologio dell’Ottocento, alle sfide della meccanica quantistica o all’idea dell’universo come intreccio di relazioni del Novecento, fino alle teorie che vedono la realtà empirica come un unico processo evolutivo spazio-temporale, aperto a innumerevoli possibilità, che emergono in accordo a previsti indici di probabilità. Le varie teorie scientifiche di interpretazione del reale vengono esaminate dal punto di vista del loro impatto filosofico, per poi verificare cosa ha da dire al riguardo la teologia e quale Dio proporre al mondo scientifico. La scienza da sola, infatti, rischia di smarrirsi nei suoi tecnicismi, dettagli e riduzionismi, di allontanarsi dalla gente e di non capire più proprio i presupposti sui quali si basa la sua attività: per esempio e prima di tutto, la stabilità e comprensibilità del reale. Il Dio che garantisce l’ordine e l’intelligibilità del cosmo – si chiede uno dei relatori – è il Dio musicista di Pitagora e Keplero, o il Dio architetto di Newton, è l’orologiaio di Voltaire e del deismo, è il principio di concrescenza di un universo in continuo processo, come per Whitehead, o è infine la mente dell’universo o il suo codice cosmico, come per Paul Davies? Esiste cioè oggi una teologia delle leggi di natura che risulti comprensibile all’uomo di scienza, senza obbligarlo a vedere in essa l’immagine di un Dio architetto, orologiaio, programmatore o di pura processualità evolutiva? Interrogativo oggi scottante, visto che la scienza, pur in mezzo ai suoi straordinari successi, si trova a sollevare più problemi di quelli che risolve e deve comunque fare sempre i conti con le domande di senso che sono la nostra ineliminabile caratteristica di uomini. A questa come a molte altre domande, il seminario non dà risposte rigide e definitive, ma indica dei percorsi, un metodo. Quello che colpisce soprattutto nei vari interventi, è che il dato scientifico è valorizzato come base di partenza per il dialogo. Non a caso il dialogo parte proprio dall’esame storico dell’incontro/ scontro e della reciproca stimolazione tra fede e scienze, da cui sono emerse sempre più nettamente l’autonomia e la specificità degli apporti di entrambe per la crescita dell’uomo. Da questa base gli interventi propongono, con sfumature ed efficacia diverse, un dialogo rispettoso tra scienza e fede, nella consapevolezza che è possibile cogliere l’unità complessa della verità unicamente nella diversità, vale a dire all’interno di un intreccio di saperi aperti e complementari .Nei prossimi anni seminari del genere continueranno per coprire altri campi del sapere come linguistica e scienze biologiche. Sarà l’occasione, penso, per allargare il dialogo anche a chi non ha uno specifico riferimento religioso e permettergli di scoprire quali ricchezze di riflessione e di nuove categorie mentali può offrire la ricerca teologica e filosofica oggi. È questo che a me fa più impressione in dialoghi di questo tipo: costatare come le tre discipline, pur nella loro rigorosa autonomia, avanzino comunque in parallelo, scoprendo e approfondendo nei rispettivi campi di indagine le stesse tracce, gli stessi processi, la stessa realtà. Sia che si ignorino, sia che si influenzino a vicenda. È una dimostrazione che il dialogo non solo è possibile, ma può essere anche fruttuoso per lo sviluppo delle singole discipline. Di più, non basta neanche il dialogo; di fronte alle sfide e alle crisi del mondo di oggi, l’obiettivo proposto dai relatori è quello di scoprire insieme come i diversi saperi possono contribuire all’autocomprensione del soggetto, l’uomo, e delle sue scelte esistenziali. Due suggerimenti, infine, per rendere ancora più fruibili i testi che riportano gli atti di questo tipo di seminari: l’aggiunta dell’indice analitico, strumento sempre prezioso, ed una ancora maggiore attenzione al linguaggio. Come insegna la tradizione della divulgazione scientifica di origine anglosassone, lo sforzo di usare un linguaggio non da iniziati non è mai abbastanza. Specialmente nei casi come questo, in cui un seminario e un progetto culturale affrontano quesiti che ognuno si pone, in modo più o meno consapevole. E si vuol costruire e offrire al pubblico più vasto possibile una casa di dialogo e un’officina di ricerca interdisciplinare. IL DIZIONARIO E IL SUO SITO Per approfondire i temi trattati nell’articolo, esiste un prezioso strumento di aggiornamento, studio e… meditazione: il Dizionario interdisciplinare di scienza e fede – edito da Città nuova e Urbanian University Press. Quest’opera, davvero poco usuale e che credo non dovrebbe mancare nella libreria di ogni persona colta, dalla prospettiva dell’ unità del sapere propone una lunga serie di voci descritte dai diversi punti di vista di fede e scienze, senza equivoci o facili concordismi e nel rispetto dell’autonomia dei campi di indagine, ma confrontando i risultati. Ne viene fuori un viaggio ai confini della comprensione odierna della realtà da parte dell’uomo: le voci tematiche vanno da Evoluzione a Cuore, da Complessità a Mistica, da rapporto Mente-Corpo a Creazione, da Energia Nucleare a Tempo, da New Age a Psicologia della Religione, da Vita a Meccanica Quantistica, da Genetica a Bellezza ecc. Il Dizionario è completato poi da una galleria di profili dei maggiori personaggi che nella storia hanno affrontato queste tematiche: Newton, Bergson, Einstein, Tommaso d’Aquino, Planck Wittgenstein, Godel, ecc. Esiste infine un corrispondente sito Internet http://www.disf.org/default.asp, molto aggiornato, dove si possono trovare notizie, articoli, eventi, riflessioni, bibliografia e documentazione su questo dialogo.

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