Sciare controcorrente

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Controcorrente. Non è l’avverbio più consueto per uno slalomista, ma è quello che forse meglio qualifica la personalità sportiva di Giorgio Rocca.Molti tifosi hanno ancora negli occhi le immagini dello slalom olimpico di Torino dove lui, il campione più atteso dopo cinque vittorie consecutive in Coppa del Mondo, ha inforcato subito una porta tra la delusione generale. A caldo aveva ribattuto così a chi parlava di fallimento: Mi rimane la sensazione che sono stato fortunato a vivere una grande esperienza sia da spettatore che da protagonista. Questi Giochi sono stati molto puri, con meno influssi commerciali di altri, onesti ed hanno espresso i valori dello sport. Il momento in cui ho letto il giuramento nella cerimonia inaugurale mi rimarrà dentro più di questa caduta . Per lui è stato naturale compiere un gesto che non è sfuggito nemmeno ai media: anziché sfogare la propria delusione in albergo, ha seguito la seconda manche a bordo pista per complimentarsi col vincitore. A quasi un anno di distanza lo abbiamo intervistato e Rocca non ha cambiato idea. Anzi: Nonostante non sia riuscito a salire sul podio, devo dire che l’esperienza olimpica rimarrà comunque importante. Il fatto di complimentarmi con il vincitore per me è normale. Ho preceduto Reich nella classifica finale di Coppa del Mondo, lui mi ha preceduto ai Giochi. Non si può essere sempre al top. Ai Giochi di Vancouver nel 2010 avrà 35 anni, ma non ha affatto escluso di arrivarci, se a sciare proverà ancora la voglia che ha adesso. Chi è passato per Livigno, Alta Valtellina, può comprendere come le montagne e la solitudine possano forgiare il carattere di un uomo. Ma a temprarlo sono stati an- che i ripetuti infortuni (l’ultimo lo scorso novembre!) che ne hanno indubbiamente ritardato l’esplosione. Eppure Giorgio non li considera accidenti di percorso: Mi hanno aiutato a crescere come solo le cose non positive aiutano a fare. Forse più che una limitazione, mi hanno semplicemente non fatto vincere da giovanissimo… . Nel saper prendere con filosofia vittorie e successi Rocca è un vero maestro. Ad aiutarlo è stata sempre una passione non indifferente per il suo lavoro: I segreti sono essenzialmente due: lavoro continuo e mentalità vincente . Non potrebbe essere altrimenti. Chi osserva una gara di slalom, specie in tv dove le immagini sono piatte, non può nemmeno immaginare la pendenza della pista, la superficie ghiacciata, l’eccellenza atletica richiesta per scendere a certe velocità, il perché vi siano distacchi solo di decimali fra i primi. Rocca prova a spiegarlo: Lo sci è uno sport dove arrivi decimo e perdi dal primo meno di un secondo. È una disciplina tiratissima. Non solo lo slalom, ma anche tutte le altre discipline richiedono una preparazione atletica altissima, grande concentrazione, coraggio. Le piste sono ghiacciate ed uno sciatore turista, anche bravo, faticherebbe anche solo a stare in piedi su questi tracciati. A quattro anni, a Cortina, Giorgio ha messo gli sci per la prima volta. A nove lo sci lo ha conquistato per sempre perché vi ha trovato uno sport in cui coniugare ciò che più lo attirava: l’amore della montagna e della neve: Mi ritengo fortunato, eccome! Faccio il lavoro dello sportivo, nel mio caso dello sciatore, e questo penso sia un sogno per tutti, visto che tantissime persone fanno sport, ma in poche lo possono fare per lavoro. Rinunce? Quando fai una cosa che desideri da sempre è impossibile parlare di rinunce! . Non solo ha potuto sciare e gareggiare per mestiere, ma è riuscito pure a farlo con successo: Il mio sogno era vincere la Coppa del mondo di una disciplina: l’anno scorso sono riuscito ad alzare la sfera di cristallo di slalom sulle nevi svedesi di Aare. Ecco un sogno che davvero si è materializzato. Dopo anni di allenamenti, di competizioni, di sconfitte e di vittorie si possono ancora provare delle emozioni? Nonostante sono in squadra nazionale ormai da 15 anni, la passione per lo sci mi è rimasta intatta. Un’emozione unica, difficile da spiegare. Lo sci e la mia famiglia, ma prima viene quella, sono le cose a cui tengo maggiormente . Giorgio, quando non si allena (di solito sei ore al giorno!), dorme, compie lunghe escursioni in bici con gli amici, gioca alla play-station (un simulatore di slalom?) e legge Harry Potter. Per lui l’inizio della nuova stagione ancora una volta non è stato semplice: non solo perché gli infortuni per chi scia ad altissimo livello sono sempre in agguato, ma anche perché quest’anno la Federazione ha perso alcuni sponsor importanti: Chiediamo solo di essere tutelati e lavorare con serenità ha dichiarato Rocca, oggi autorevole portavoce dei compagni. L’Olimpiade è ormai solo un ricordo: Il momento più penoso è stato ascoltare l’oooh che veniva dal pubblico mentre cadevo. La loro delusione è la mia, ma con loro si è creato un grande rapporto di affetto ed è qualcosa che non entra in crisi per una sconfitta. Mi danno pacche sulle spalle: ho capito che sono a bordo pista per starmi vicino più che per vedermi vincere. E quando si parla di gioie vere, Giorgio ci tiene a precisare quale sia stata la più grande della sua vita: La nascita di mio figlio Giacomo.

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