Sciami di droni killer

Un video su Youtube mostra come si sono evoluti questi strumenti che, tramite algoritmi di riconoscimento facciale, sono in grado di riconoscere e colpire bersagli singoli e di massa. La campagna per il bando delle armi autonome letali

Un’aula di Parlamento, in un Paese qualsiasi, piena di deputati e politici di tutti gli schieramenti. Ci sono molte vetrate esterne che danno luce all’ambiente. Improvvisamente alcune di queste vanno in frantumi. Subito dopo si ode un crescente ronzio mentre decine di piccoli droni, grandi quanto il palmo di una mano, entrano e cominciano a svolazzare nell’aula prendendo di mira i deputati appartenenti ad un solo gruppo politico.

drone-killerSono dotati di piccole telecamere tramite le quali selezionano il bersaglio, identificandolo con tecniche di riconoscimento facciale. Si avvicinano alla testa della vittima prescelta e fanno esplodere una carica di alcuni grammi di esplosivo, sufficiente per perforare il cranio e distruggere parte del cervello del malcapitato. Impossibile evitarli o colpirli con una mano: sono in grado di reagire velocemente a qualsiasi minaccia, schizzando via e spostandosi in aria con movimenti in parte casuali. In pochi minuti tutti i deputati di un preciso gruppo politico sono morti.

I droni sono autonomi, nel senso che hanno una piccola intelligenza artificiale con la quale elaborano la strategia migliore per ottenere il risultato voluto. La vittima bersaglio può essere identificata e colpita con “precisione chirurgica”, sulla base di una fotografia, di un post sui social o di qualsiasi altra informazione presente in Rete, come per esempio il numero di cellulare. I piccoli droni volanti, infatti, sono collegati ad Internet e possono quindi reperire i dati necessari al loro funzionamento. drone-killerPossono agire da soli o in grandi sciami. Sono praticamente invisibili e impossibili da fermare con armi da fuoco o altri strumenti tradizionali. Troppo veloci. Agiscono all’improvviso e quando ci si rende conto di quello che stanno facendo è già troppo tardi. Difficile anche capire chi sia il mandante.

In pratica sono un modo per automatizzare la morte: basta dare l’ordine ad una piccola macchina sofisticata (il drone), programmata per uccidere, che poi si dirige in modo autonomo sul bersaglio, identificandolo, inseguendolo e uccidendolo. Non è un film di fantascienza, è uno scenario già oggi possibile con la tecnologia attualmente disponibile. È un salto di qualità, perché si permette ad una macchina di uccidere un essere umano in modo autonomo. Senza rimorsi, senza possibilità di tornare indietro. Ma chi decide chi sono i cattivi da eliminare?

È stato messo in Rete un video che mostra il funzionamento in pratica: l’effetto è spaventoso. L’obiettivo del video è quello di suscitare una forte reazione dell’opinione pubblica, che porti ad una campagna per la regolamentazione mondiale di queste armi autonome letali, come lo è stato per l’accordo internazionale che dal 1993 mette al bando le armi chimiche.

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