Schiena dritta con il telecomando

Una nuova tecnica all’avanguardia consente di curare la scoliosi infantile con ottimi risultati
Scogliosi

«Schiena dritta. Pancia in dentro». Quante volte i nostri genitori ci hanno assillato con il timore della scoliosi. Da piccoli eravamo quasi tutti, tranne eccezioni, mingherlini e con le spalle curve, e la possibilità di fare la ginnastica correttiva o fare degli sport adeguati, allora si riteneva utile il nuoto, non era economicamente accessibile a tutti. Non so, poi, perché il medico di famiglia era particolarmente accurato nel correggere la schiena di noi mingherlini e tralasciava quelli che noi chiamavamo i «ciccia-bomba» e non bisognava essere obesi per meritarsi tale appellativo, bastava essere un po’ più grassi dei mingherlini.

 

La scoliosi, abbiamo appreso da grandi, è una deformità della colonna vertebrale conosciuta e studiata fin dall’antichità. Già nel 300 a.C. Ippocrate, un famoso medico, a quell’epoca erano anche tutti un po’ filosofi, dopo aver classificato le varie deformità angolari della colonna vertebrale, ideò una serie di strumenti per ridurre queste anomalie. Tra questi mezzi spicca il cosiddetto letto di trazione il cui principio di funzionamento viene ancora oggi utilizzato.

 

Il nome scoliosi deriva dal termine greco skolíosis “incurvamento”, che a sua volta deriva da skolíos “curvo”. Su questo, non avevamo mai, del resto, avuto dubbi. La scoliosi, infatti si presenta come una deviazione laterale permanente della colonna vertebrale ed è molto probabile che accada in età infantile e puberale quando l’accrescimento osseo è in piena evoluzione.

 

La gran parte delle scoliosi avvengono senza una causa apparente, quasi nell’80 per cento dei casi, e il rimanente è dovuto a scoliosi congenite o acquisite per traumi, artriti, infezioni. Un altro dato interessante è che colpisce in modo maggiore le bambine che hanno anche più possibilità di sviluppare forme di scoliosi gravi.

 

Oggi grazie ad una tecnica innovativa presentata dall’ospedale Bambin Gesù di Roma si può guarire la scoliosi infantile con 1800 minuti di anestesia in meno, con l’abbattimento di circa 45 giorni di ricovero, l’eliminazione del rischio di infezioni, minor stress per bambini e famiglie, un solo intervento al posto di 15 e un risparmio per le casse sanitarie di 70/80 mila euro a paziente a cui vanno aggiunti gli evidenti risparmi in termini di costi sociali. Tutto questo grazie a un solo, piccolo, telecomando.

 

Le tradizionali 10-15 operazioni necessarie sin dai primi anni di vita per correggere la curva della colonna vertebrale (in alcuni casi anche di 50° con prospettive di peggioramento pari a 10/15° l’anno) vengono infatti sostituite da un unico intervento che si esegue intorno ai 2 anni e mezzo d’età del piccolo. Consiste nell’impianto di alcune barre di titanio lungo la colonna vertebrale che, a differenza della tecnica consueta, si allungano magneticamente con un meccanismo telecomandato dall’esterno, in modo indolore, senza ricovero né operazione e seguendo naturalmente l’iter di crescita del bambino.

 

Un unico intervento da effettuare il più precocemente possibile prima di quello definitivo (eseguito, di norma, a 11/12 anni) che consente di arrestare scoliosi talmente complesse da comportare anche lo stop della crescita e insufficienze cardio-respiratorie croniche nel giro di pochi anni.

 

Nelle foto si vede una scoliosi infantile prima del trattamento e dopo con le barre in titanio telecomandate. La scoliosi è scesa da 80° a 16°.

 

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