Schengen: più informazioni per gestire le frontiere

Il rapporto annuale sull’area Schengen individua le buone pratiche, evidenziando le soluzioni innovative applicate negli Stati membri
Schengen
(AP Photo/Vadim Ghirda, File)

Ogni anno centinaia di milioni di persone attraversano le frontiere esterne dell’Unione europea (Ue). Nel 2022, dei turisti mondiali che si sono recati all’estero il 65% è venuto in Europa, il che fa dello spazio Schengen l’area più attraente e visitata al mondo. La Commissione europea ha presentato la seconda relazione annuale che presenta la situazione, individuando le sfide e le buone pratiche, nonché i settori di intervento prioritari, quali la gestione delle frontiere esterne, la politica in materia di visti, i rimpatri, la cooperazione tra forze di polizia, i sistemi informatici e la protezione dei dati.

Tra i risultati concreti figurano l’adesione della Croazia allo spazio Schengen, l’adozione di un nuovo quadro giuridico per le valutazioni, la prima politica strategica pluriennale per la gestione europea integrata delle frontiere, l’adozione della raccomandazione del Consiglio sulla cooperazione operativa nell’attività di contrasto e l’avvio del nuovo sistema d’informazione Schengen.

Dal marzo 2022, un nuovo Consiglio Schengen riunisce i ministri per garantire una guida strategica e operativa. Nel giugno 2022 è stato nominato un coordinatore Schengen per sostenere questo nuovo quadro di governance. Strumenti come il barometro Schengen, valutazioni più solide e l’imminente quadro di valutazione Schengen consentono una conoscenza della situazione dei vari Stati membri sul funzionamento dello spazio Schengen.

Nel marzo 2023 la Commissione europea ha definito la prima strategia europea di gestione delle frontiere. Nello stesso mese è entrato in funzione un sistema d’informazione (Sis) rinnovato, primo passo per l’interoperabilità dei sistemi informatici su larga scala nel settore della giustizia e degli affari interni, aspetto fondamentale per un sistema Schengen più sicuro, con un ruolo più forte per Europol, il sistema europeo di coordinamento della polizia.

Guardando al futuro, la relazione 2023 sullo stato di Schengen invita a basarsi sulle priorità fondamentali per garantire un’attuazione agevole ed efficace del sistema Schengen, tenendo conto delle nuove sfide e dei settori di intervento prioritari. Innanzitutto è necessario consolidare la governance del sistema Schengen, grazie al nuovo quadro di valutazione Schengen con raccomandazioni mirate per Paese che aiuterà ulteriormente gli Stati membri a rafforzare la loro capacità operativa.

È necessario un ulteriore rafforzamento delle frontiere esterne dell’Ue, attuando il nuovo approccio strategico alla gestione europea integrata delle frontiere e realizzare il sistema di ingressi/uscite. A questo si aggiunge il miglioramento dell’efficacia del sistema di rimpatrio, utilizzando il Sis, massimizzando le possibilità previste dalla raccomandazione della Commissione europea sul riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio e sull’accelerazione dei rimpatri.

Ancora, bisogna rafforzare la sicurezza interna dello spazio Schengen per combattere la criminalità organizzata e il traffico di stupefacenti, grazie alla piena operatività della cooperazione di polizia al miglioramento della condivisione dell’intelligence e dell’analisi comune dei rischi. Inoltre, la Commissione europea invita ancora una volta il Consiglio a rafforzare ulteriormente l’unità europea e consentire la piena adesione di Romania e Bulgaria all’area Schengen.

La prospettiva di eliminare gradualmente i controlli alle frontiere interne e sostituirli con misure alternative di cooperazione di polizia è fondamentale, lasciando il ripristino dei controlli alle frontiere un’eccezione, rigorosamente limitato nel tempo e una misura estrema. È dunque necessario un migliore utilizzo degli strumenti della politica dei visti dell’Ue per affrontare la migrazione irregolare e i rischi per la sicurezza, nonché garantire il monitoraggio del funzionamento dei regimi di esenzione dal visto, l’allineamento della politica dei visti dei partner terzi con quella dell’Ue.

Secondo Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione europea con delega alla promozione del nostro stile di vita europeo, «Schengen rimane un gioiello dell’integrazione europea, ma deve essere costantemente coltivato». Proprio «nell’ultimo anno abbiamo raggiunto traguardi fondamentali con l’allargamento alla Croazia, nonché nuove norme per garantire la piena attuazione delle norme e il lancio di nuovi sistemi informatici interoperabili a sostegno del funzionamento quotidiano di Schengen». Egli auspica che «il prossimo anno deve essere contrassegnato da progressi simili: allargare ulteriormente Schengen, rafforzare ancora di più la gestione delle frontiere esterne e i rimpatri, migliorare e affrontare le carenze delle nostre norme sui visti».

Gli fa eco Ylva Johansson, commissario europeo per gli Affari interni, che definisce quest’area «il cuore pulsante dell’Europa», perché ci connette. Ecco che, «operativamente, la maggiore cooperazione di polizia consentirà un migliore scambio di informazioni, per monitorare le frontiere, i visti e il rischio di criminalità organizzata».

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