Sardegna, turismo in chiaro scuro

Le spiagge dei vip registrano il tutto esaurito, ma gli albergatori denunciano un calo di presenze del 35%. Crisi o servizi inefficienti?
Costa Smeralda

Un calo generalizzato di almeno il 30% sembra caratterizzare finora la stagione turistica in Sardegna. Da sempre prima tra le mete degli italiani e di molti stranieri, l’isola segna, per il 2011,  una minore presenza di vacanzieri, complice la crisi economica, alla quale bisogna aggiungere il caro trasporti via mare, con punte di un più 80%, che ha scoraggiato le traversate verso la Sardegna.

 

Fa eccezione la Costa Smeralda, ma solo quella dei grandi alberghi, i più rinomati. Sul calo di presenze non ci sono ancora le statistiche, ma gli albergatori cominciano a parlare di disastro.

La prima stima parla di un 35% in meno, ma forse è andata anche peggio. Soltanto gli hotel a cinque stelle si salvano, anzi si prevede il tutto esaurito fino alla vigilia dell’autunno. I ricchi, sempre più ricchi, non tradiscono la Sardegna e le lussuose stanze del Cala di Volpe sono al completo. Per gli yacht in rada non ci sono più boe libere per l’attracco, mentre il traffico di jet all’aeroporto di Olbia registra forti incrementi. L’esatto contrario di ciò che accade al porto della città gallurese, prima porta d’ingresso in Sardegna.

 

Secondo Adriana Pintus, presidente del Consorzio operatori turistici di Arzachena «maggio e giugno sono stati due mesi da dimenticare, ma anche a luglio le cose non sono andate meglio. Ora c’è un po’ di movimento, ma il bilancio finale sarà disastroso. Tra l’altro chi non è venuto quest’estate non tornerà più perché ha scoperto altre località meno care e con servizi migliori».

 

Le lamentele dei turisti, sono sempre le stesse, con prezzi alti dei traghetti, e scarsa qualità dei servizi nelle spiagge, dove non ci sono bagni e docce, mancano persino i cestini e in compenso i parcheggi costano sempre di più.

Non va bene dall’altro capo dell’Isola, nel Sulcis, dove le cose vanno ancora peggio. «Dal 30% al 40% in meno di presenze rispetto allo scorso anno», dice Maddalena Puggioni albergatrice sull’isola di San Pietro. Gli fa eco Antonio Tusacciu che parla dei tanti disservizi, di Carloforte, dovuti alla scarsa programmazione turistica. Secondo le prime stime, nel periodo fra giugno e luglio, i passaggi marittimi sui traghetti da e per Carloforte registrano un meno 10%.

 

Turismo mordi e fuggi anche nei due comuni della vicina isola di Sant’Antioco. Nei primi due mesi di stagione le strutture hanno segnato un netto segno meno. Per le strutture ricettive gli operatori parlano cali fino al 35%.

Insomma il turismo, che doveva essere l’ancora di salvezza per l’economia della Sardegna, dove industria ed agricoltura sono in profonda crisi, segna il passo e questo è un segnale molto preoccupante.

 

Una notizia positiva comunque arriva: lo sblocco di una parte dei Fondi per le aree sottoutilizzate spettanti alla Sardegna, deliberato dal Comitato interministeriale per la programmazione economica. Oltre un miliardo, su quasi due a disposizione della Sardegna dei fondi Fas (Fondi aree sottoutilizzate), ed il finanziamento della Sassari-Olbia, arteria di vitale importanza per lo sviluppo turistico, opere alle quali si andranno a sommare gli interventi sugli scali portuali ed aeroportuali. Si potrà così cominciare a dare risposte sotto il profilo dei servizi ai turisti in arrivo nell’Isola, cercando di invertire la tendenza che vede la Sardegna meta ambita per le vacanze ma senza infrastrutture.

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