Sanità, insieme per contrastare la corruzione

Servono alleanze strategiche per contrastare la corruzione in un settore delicato come quello della sanità, anche per difendere gli investimenti previsti dal Pnrr.
Giornata per l'integrità in sanità, foto di Sara Fornaro
Giornata per l'integrità in sanità, foto di Sara Fornaro

La sanità è uno dei settori più a rischio per il pericolo corruzione, che può concretizzarsi in molteplici forme: dai subappalti alla mancata consegna di prodotti, fino alla fornitura di materiali di bassa qualità rispetto a quelli richiesti. Un problema non di poco conto, quando quelle forniture possono fare la differenza nel salvare la vita di un malato oppure no.

Eppure le pratiche corruttive sono note ed è possibile contrastarle attraverso un sistema preventivo, che si avvalga di valide competenze e di alleanze strategiche. Sin dalla presentazione dei bandi pubblici è, infatti, possibile capire se qualcosa non va: se cioè, ad esempio, un concorso pubblico è stato “cucito” addosso ad una delle società partecipanti. Con la giusta attenzione, in sede di analisi delle offerte possono essere smascherati tentativi di truffa; o, al contrario, possono essere individuate buone pratiche da diffondere. Nella lotta alla corruzione nella sanità italiana un ruolo fondamentale è rivestito da quanti lavorano in questo settore, che possono essere protagonisti della difesa e della promozione dal basso della legalità. Legalità che, a differenza della corruzione, aumenta il livello di benessere e di felicità dei cittadini, riduce i rischi per il personale sanitario e i contenziosi per le aziende sanitarie e ospedaliere.

È quanto è emerso nel corso della terza edizione della Giornata nazionale per l’integrità in sanità, promossa da Transparency International Italia e Re-Act, che ha visto un confronto pubblico tra alcuni protagonisti del settore: aziende pubbliche, stakeholders, società civile. Nella Giornata sono confluite le attività del Forum per l’integrità in sanità, che ha come obiettivi il contrasto alla corruzione, la prevenzione di questo fenomeno e la promozione della trasparenza, affinché le aziende aderenti veicolino i contenuti e i valori etici dell’integrità all’esterno e al proprio interno.

La Giornata si è svolta nel suggestivo salone del Commendatore, negli spazi dell’Asl Roma 1, a Roma. Dopo il saluto del direttore sanitario Gennaro D’Agostino, la presidente di Transparency International Italia, Iole Anna Savini, ha presentato il tema di questa terza edizione: la sanità pubblica in Italia. Un tema scottante, in queste settimane, anche per le polemiche che stanno accompagnando il cosiddetto decreto Calderoli sull’autonomia differenziata, che potrebbe creare gravi diseguaglianze – nel settore della sanità pubblica – tra Nord e Sud del Paese.

L’importanza della giornata è stata sottolineata anche dal presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac)Giuseppe Busia, per il quale è essenziale lavorare sulla integrità nell’ambito sanitario, visto che la sanità è al centro degli investimenti del Pnrr. «Sappiamo – ha affermato – che laddove emergano elementi di minore integrità il danno, anche in termini di reputazione, è altissimo e incide sulla vita delle persone».

Per Busia è dunque fondamentale «garantire che tutte le risorse che saranno investite in questi anni siano davvero rivolte all’interesse generale e quindi all’attività di cura della persona». Un ruolo fondamentale, nella lotta alla corruzione, è affidato ai dipendenti, a tutti i livelli. Le sfide sono tante: dai contratti agli investimenti, fino all’applicazione delle nuove normative sui whistleblowing (chi denuncia le irregolarità). Giornate come quella dell’integrità in sanità, dunque, servono a rafforzare la cultura della legalità, a rafforzare l’orgoglio di chi lavora nel settore e a migliorare la percezione di quanto viene fatto.

Fabrizio Sbicca di A.N.AC. e Lorenzo Segato, Direttore scientifico di Re-Act, hanno illustrato strumenti che vengono usati per misurare, prevenire e contrastare la corruzione, con il supporto della dashboard di A.N.AC. sugli indicatori di contesto.

Luigi Fruscio, direttore amministrativo dell’ASL di Bari e Nicola Capello, direttore operativo di Re-Act, hanno riassunto le buone pratiche che il Forum per l’Integrità in Sanità è stato in grado di esprimere in questi anni, grazie al coinvolgimento diretto dei Responsabili della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza degli Enti Pubblici Sanitari che vi aderiscono.  

Nella seconda parte dei lavori si è discusso dell’importanza della sanità come valore pubblico. Moderati da Roberto Giambelli, responsabile del Forum per Transparency Italia, sono intervenuti Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE; Davide Del Monte, coordinatore della campagna #DatiBeneComune; Luca Nervi, RPCT (responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza) della Regione Liguria; Marco Barbieri, RPCT ASL Biella. Cartabellotta ha in particolare denunciato il passaggio, lento ma all’apparenza insorabile, dalla sanità pubblica a quella privata. Ci si trova in una situazione paradossale per cui, anche se ci fossero i fondi per assumere il personale che manca nel settore sanitario, non ci sarebbero medici e infermieri, un po’ perché effettivamente mancano a causa del numero chiuso all’università, un po’ per la fuga verso l’estero e verso il privato di queste figure professionali. «La politica – ha sottolineato Cartabellotta – deve impegnarsi, perché la privatizzazione occulta crea disuguaglianza e non restituisce quel valore ai cittadini che in quanto Pubblica Amministrazione il Servizio sanitario nazionale dovrebbe fornire»
 
Per Davide Del Monte (#DatiBeneComune) il valore pubblico è il risultato di uno sforzo collettivo, può essere creato solo se c’è coesione, si crea insieme. La Pubblica amministrazione crea dati e pubblica informazioni e nel fare questa attività crea valore. Più i dati sono dettagliati, maggiore è il valore che la  restituisce alla cittadinanza. E soprattutto, quando le amministrazioni pubbliche diffondono dati creano una conoscenza di cui tutti possono usufruire.

Per Luca Nervi, responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) della Regione Liguria, bisogna passare dalla trasparenza sugli atti alla trasparenza nei fatti. In quest’ottica, il RPCT deve essere visto come agente di cambiamento organizzativo e culturale per accompagnare il cambiamento etico di cui necessita la PA


Marco Barbieri, RPCT ASL Biella, ha concluso evidenziando che per prevenire la corruzione è essenziale la comunicazione agli operatori, ai cittadini, analizzare i dati, condividerli e confrontarsi su di essi.

Giovanni Colombo, direttore esecutivo di Transparency International Italia, ha sottolineato il ruolo sociale della lotta alla corruzione, che crea benessere diffuso e una migliore percezione delle condizioni di vita della popolazione. Ha inoltre auspicato un allargamento della partecipazione delle organizzazioni sanitarie al Forum per l’integrità in Sanità, che nasce proprio come il luogo dove tutte le aziende sanitarie aderenti possono confrontarsi, condividere competenze e conoscenze, migliorare le proprie strategie e trovare un supporto operativo per affrontare le sfide dell’anticorruzione. 

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