San Martino e il povero

Sono rimasta vedova da giovane, con tre figli a carico e una situazione finanziaria precaria. Come domestica a ore guadagnavo poco. Un giorno mi sono recata in chiesa a pregare e lì ho notato un uomo sofferente, con i pantaloni tutti rattoppati. Ho chiesto a Dio di farmi capire se aveva bisogno di aiuto. Alzando gli occhi, ho notato un affresco raffigurante san Martino e il povero. Allora ho capito che non occorreva aspettare altri segni e mi sono avvicinata a lui. Sono appena uscito dall’ospedale – mi ha detto – e non posso più lavorare. Ora sono qui, ma veramente avrei voluto buttarmi sotto un treno. Non so come andare avanti. Gli ho fatto coraggio: Lei è nel posto giusto. Venga sempre qui: Dio l’aiuterà. E gli ho dato tutto quanto avevo guadagnato quel giorno: 80 franchi svizzeri. Il giorno seguente ho ricevuto inaspettatamente la visita di uno zio che non vedevo da dieci anni. Ad un certo punto lui mi ha messo in mano una busta. Aprendola, vi ho trovato la somma di 8.000 franchi svizzeri. M.M. – Svizzera rovinate dalla pioggia: l’unico paio che possiede per andare a lavorare. Daniela e Diego si guardano: è Gesù! E decidono di dargli le scarpe sportive che lei ha appena ricevuto in dono da una famiglia amica. Vuol dire che Daniela si terrà il vecchio paio di prima. Il giorno seguente Diego va a lavorare alla stazione, dove fa il controllo dei treni. Sul binario gli si avvicina insistentemente un cane che porta in bocca un sacchetto. Diego si guarda attorno: non c’è nessuno tranne un barbone che gli dice: Sembra che sia per te. Io non ne ho bisogno. Nel sacchetto c’è un paio di scarpe sportive del numero giusto per Daniela, anzi proprio come lei le aveva desiderate! Arrivato a casa, la prima cosa che le dice è: Vero che credi alla provvidenza?. R. V. – Argentina Con quanta insistenza quel povero venditore della lotteria torna a domandarmi se gli voglio comperare un biglietto! Ma ogni volta il suo sforzo è vano perché i soldi sono scarsi, bastano giusto per poter mangiare. Lavoro in una lavanderia e sono da sola a sostenere la famiglia in quanto mio marito soffre di una malattia mentale e la nostra unica figlia sta iniziando l’università. La settimana scorsa quell’uomo è tornato a trovarmi al lavoro, mi ha offerto il suo biglietto e mi ha raccontato il suo bisogno di soldi per vivere. Mi è sembrato che Gesù in lui mi chiedesse aiuto. Commossa, gli ho detto: Questa volta te ne compro uno… purché sia quello fortunato!. Che sorpresa in famiglia quando in seguito è risultato vincente proprio il nostro numero! Con la cifra ricevuta ho potuto assistere mio marito malato e pagare i debiti di studio di mia figlia. M.T. – Venezuela

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