Sahel, Operazione Solstice contro i terroristi

Continua l'azione dei militari francesi di Barkhane in collegamento con forze speciali europee e l'esercito nigerino per contrastare l'espansionismo dello Stato Islamico nel Grande Sahara (Eigs) affiliato all'Isis
Saehl AP Photo/Jerome Dela)

Se la Francia ha deciso di ritirare i suoi soldati dal Mali e vuole ripensare il sistema Barkhane nel Sahel coinvolgendo un po’ di più gli africani, resta il fatto che sta ancora svolgendo azioni folgoranti contro il terrorismo dilagante che, di nascosto, si annida in diversi paesi del continente.

Dall’8 al 19 giugno, la forza Barkhane, la task force Takuba (composta da forze speciali francesi ed europee) e l’esercito nigerino hanno effettuato l’operazione Solstice, il cui scopo era attaccare i gruppi terroristici armati affiliati allo Stato Islamico nel Grande Sahara (Eigs) nel Liptako-Gourma, una regione a cavallo fra Burkina Faso orientale, Niger sud-occidentale e una parte del Mali centro-orientale.

Per diverse settimane, azioni di intelligence hanno dimostrato che l’Eigs, dalle sue basi nel Liptako maliano, ha cercato di esercitare un vero terrore sulle popolazioni, costrette ad abbandonare i loro villaggi, ed ha compiuto azioni violente di vessazione contro le Forze armate nigerine (Fan). Quasi 300 soldati francesi ed europei e 800 nigerini sono stati schierati tra Ouallam in Niger e Menaka in Mali, per dare la caccia ai terroristi nel loro santuario, incentrato sui villaggi di Akabar, Tabankort e nell’Araban.

Questa operazione è stata coordinata da un comando congiunto con quello dell’esercito nigerino a Ouallam. sono stati fatti prigionieri due luogotenenti dell’Eigs, Emir Adnan Abou Walid Sahrawi e Sidi Ahmed Ould Mohammed, alias Katab al-Mauritani, oltre a Dadi Ould Chouaib, alias Abou Dardar, la cui cattura era stata annunciata di recente. Quest’ultimo è sospettato di aver mutilato tre uomini, il 2 maggio scorso, al mercato settimanale del villaggio maliano di Tin Hama.
Abdelhakim al-Sahraoui, “una figura dell’Eigs ben nota a livello mediatico per la sua applicazione rigorosa della sharia” e per i suoi video di decapitazioni, è morto di recente, ha detto la ministra francese delle forze armate, Florence Parly, durante un incontro con l’Associazione dei giornalisti della difesa (Ajd) il 2 luglio.

“Abbiamo ricevuto conferma che è morto a maggio in circostanze ancora sconosciute”, ha spiegato. Sono stati “neutralizzati” anche altri sei jihadisti, ha precisato il ministro, tra cui alcuni dirigenti tuareg dell’Eigs, e fra loro Almahmoud Al Baye, alias Ikaray, ritenuto il “capo di un gruppo di combattenti nella regione di Menaka, al confine con il Niger”. Florence Parly ha insistito: “Noi europei abbiamo collettivamente la responsabilità di proteggere il fianco meridionale dell’Europa: è essenziale non permettere al Sahel, e più in generale all’Africa, di diventare una zona di rifugio e di espansione per gruppi terroristici affiliati al Daesh (Isis)”.
L’operazione Solstice ha così confermato tutti i vantaggi della partnership militare tra le forze francesi e le forze partner dei Paesi della striscia sahel-sahariana. Tuttavia, l’incertezza sulla ripresa della cooperazione francese con le forze maliane, sospesa dopo il secondo colpo di stato di maggio in Mali, complica ulteriormente la situazione, anche se il ministro ha espresso la volontà “di lavorare per una rapida ripresa di questa cooperazione”.

Allo stesso tempo, la Francia si prepara a iniziare un graduale disimpegno dal Sahel. I francesi prevedono di lasciare le basi nel nord del Mali – Tessalit, Kidal e Timbuktu – entro la fine del 2021 per concentrare la propria presenza su Gao e Menaka, più vicine all’area conosciuta come le “tre frontiere”, sul confine fra Mali, Niger e Burkina Faso, circa 250 Km a Nord di Niamey, la capitale del Niger.

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