Sahara

All’ignaro spettatore che intendesse passare una serata di svago al cinema puntando sul mistero e l’azione di un classico film di avventura e fosse, per questo, tentato da Sahara, diciamo subito che Dirk Pitt non è Indiana Jones, Matthew McConhaughey non è Harrison Ford e, soprattutto, Breck Eisner non è Steven Spielberg. Non aspettatevi niente del genere, dunque, o meglio, niente di quel livello. Malgrado il promettente inizio, infatti, la storia del cercatore di tesori Dark Pitt, finisce con il perdersi nella rassegna di incoerenze e assurdità in cui pian piano si trasforma la storia. Dirk Pitt questa volta è in Africa, a caccia di una nave della guerra di seces- sione americana che si dice sia sepolta nel deserto del Mali. In quel paese è in corso una misteriosa e letale epidemia dovuta, si scoprirà, all’inquinamento prodotto da una discarica di rifiuti tossici e che rischia di contaminare tutto il pianeta. Tratto da uno dei bestseller di Clive Cussler, Sahara soffre dei mali tipici del film-fumetto: personaggi bidimensionali, trame assurde, meccanismi narrativi prevedibili, ambientazioni zeppe di luoghi comuni. Un film dal grande budget ma dalle poche pretese, scritto da ben quattro sceneggiatori (visto il livello dei dialoghi, in questo caso l’unione non ha fatto la forza) che, con Penelope Cruz a disposizione, non sanno far di meglio che cucirle addosso i panni della bella donzella da salvare. Sahara potrà forse incontrare i favori di chi a un film non chiede nient’altro che evasione, e in questo senso può dirsi un film riuscito, ma rimane un esempio di cinema abituato ad usare ogni scorciatoia per arrivare prima possibile al botteghino. Regia di Breck Eisner; con William H. Macy, Penelope Cruz, Matthew Mc- Conhaughey, Steve Zahn. Cristiano Casagni

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons