Sachin Tendulkar, leggenda del cricket

Disputa la sua prima partita a soli 16 anni; a fronteggiarsi sono l'India e il Pakistan. Da allora non ha smesso di stupire gli appassionati e di collezionare record. Riscopriamo uno dei personaggi più popolari di questo sport dopo il ritiro dai campi di gioco di qualche tempo fa
Sachin Tendulkar

Sachin Tendulkar, un nome che dice poco in Italia, ma che ormai è leggenda in quell’angolo di mondo dello sport che si chiama cricket, uno sport inventato dagli inglesi, popolare solo nei Paesi del Commonwealth (in realtà nemmeno in tutti). Dire Tendulkar significa parlare degli ultimi 24 anni di questo sport: una generazione. Tendulkar, quarant’anni, ha esordito nel cricket ufficiale a livello internazionale nel 1989, a Karachi, contro quel Pakistan arcirivale dell’India. Era un ragazzino, aveva 16 anni: già questo lo proiettò sulle radioline di settecento milioni di indiani – allora la televisione non era ancora così comune nel Paese asiatico – come un mito. L’esordio finì male: una pallina, lanciata da un giocatore pakistano, rimbalzando in modo inatteso finì diritta sul naso di Sachin e il ragazzo uscì con il sangue che colava copioso dal volto.

Pochi quel giorno avrebbero immaginato che quest’uomo, che ha sempre conservato il volto pulito e accattivante di quell’adolescente, sarebbe diventato l’epiteto dell’India che si è imposta al mondo come una potenza economica, un centro di informatica, una miniera di cervelli in varie scienze e tecnologie. Il suo volto è, infatti, stato commercializzato a tutti i livelli, in India e all’estero. Un'escalation sociale, mediatica, che non ha cambiato il ragazzo per il quale due star della musica, una della Bollywood di Mumbai e una australiana, hanno composto due canzoni che sono diventate delle hit.

La storia di Tendulkar sui campi di cricket, probabilmente, si è conclusa a Mumbai due mesi fa in un incontro fra West Indies (le Indie occidentali negli anni Settanta e Ottanta il vero mito del cricket) e India, nel corso del quale tutti, indiani e avversari, hanno tributato un trionfo al giocatore indiano.

È difficile spiegare il valore dei record ottenuti da Tendulkar a chi non conosce il cricket. È l'unico battitore ad aver toccato le 100 "centurie" (un turno di battuta in cui si realizzano 100 punti, ndr) in campo internazionale. Ha realizzato 15.847 run (che equivale a punti) nelle partite tradizionali (della durata di cinque giorni) e 18.426 in quelle di una giornata. Si tratta di cifre stratosferiche, che fanno impallidire anche la media goal di un Messi o di un Christiano Ronaldo. Ovviamente siamo in un altro mondo sportivo.

Quello che, comunque, ha caratterizzato Tendulkar in questo quarto di secolo è stata la sua capacità di restare sempre sé stesso. Onesto nel gioco e nella vita, in momenti in cui la corruzione ha caratterizzato spesso il Paese asiatico e in cui ci sono stati vari scandali tipo calciopoli anche nell’ambito altrimenti signorile del cricket. Nelle indagini condotte in questi anni è rimasto sempre in testa o fra i primissimi modelli a cui i più giovani del suo Paese si ispiravano e continuano a guardare.

Con il suo ritiro finisce un’epoca, non solo per lo sport indiano, ma per il cricket mondiale e per l’India come Paese, particolarmente per la sua vita sociale.

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