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In profondità > Cittadinanza attiva

Il ruolo dei giovani nell’azione sociale della Chiesa

di Alba Cobos Medina

- Fonte: Città Nuova

Una delle principali sfide della Chiesa oggi ha a che fare con il coinvolgimento dei giovani nell’istituzione. Tuttavia, c’è una forma di partecipazione in cui questo settore della popolazione non viene lasciato indietro: l’azione sociale della Chiesa. In Spagna, il 15,3% dei giovani tra 14 e 24 anni, e l’11,6% tra  25 e 34 hanno svolto azioni di volontariato durante il 2022.

Un gruppo di giovani volontari della Caritas spagnola a Sarria, Galizia. Foto: profilo Facebook Cáritas Española.

Per azione sociale della Chiesa intendiamo «tutto il lavoro svolto dalle comunità cristiane a favore dei più svantaggiati e dei più poveri, alla luce del Vangelo», come spiega il parroco Josep Maria Jubany nel suo articolo “L’acció social a l’Església catòlica” pubblicato sulla rivista Educació Social. Per Jubany, essa si rivolge «ai poveri, agli emarginati, ai carcerati, agli immigrati, alle persone sfruttate sessualmente, a coloro che vivono in condizioni ingiuste sul lavoro, ai malati, ecc.».

A dimostrare l’impegno dei giovani in questo senso è stato il 3° Incontro confederale dei volontari giovanili Caritas, che si è tenuto lo scorso marzo a Madrid. In questo contesto, 95 giovani provenienti da 26 centri Caritas in Spagna hanno trascorso un fine settimana insieme per condividere la loro esperienza di azione volontaria. Durante questi giorni, i partecipanti hanno lavorato sui valori della Caritas: centralità della persona, giustizia, verità, solidarietà, trasparenza, fraternità, partecipazione, spirito di miglioramento e austerità. Tutto questo attraverso diverse attività: dinamiche di riflessione e dibattito, quiz, laboratori, improvvisazioni e giochi. Non sono mancati musica, ritmo e creatività.

I temi discussi hanno rispecchiato le preoccupazioni dei giovani impegnati nella Chiesa di oggi. L’importanza di combattere le ingiustizie e di guardare con occhio critico alle disuguaglianze, di tendere la mano con tenerezza e di condividere i pesi degli altri senza dimenticare di prendersi cura di sé stessi, sono stati alcuni degli aspetti sottolineati durante il fine settimana. Inoltre, sono stati messi in evidenza l’ascolto attivo degli altri, lo sguardo orizzontale, l’importanza del calore umano e l’accompagnamento delle persone lasciate indietro dal sistema.

Il pilastro centrale di questo incontro è stata la riflessione sul perché e, soprattutto, sul come si fa volontariato. È emerso chiaramente che le organizzazioni, e principalmente i giovani che vi partecipano, hanno cambiato il punto di vista con cui viene affrontata l’azione volontaria. In questo senso, l’obiettivo è evitare la dipendenza dagli enti sociali e sostenere la persona, che viene vista come soggetto attivo nel processo di miglioramento della propria situazione.

In sintesi, si può osservare che in termini generali i giovani sono attivamente coinvolti nel volontariato. Secondo gli studi La Acción Voluntaria 2022 e La Acción Voluntaria 2021, realizzati dalla Plataforma de Voluntariado España, nel 2022 le persone di età compresa tra i 14 e i 24 anni e tra i 25 e i 34 anni hanno partecipato in una percentuale maggiore in azioni di volontariato rispetto all’anno precedente, aumentando rispettivamente del 7,4% e del 2,9%. Questo dato evidenzia l’importanza che le nuove generazioni attribuiscono alla solidarietà.

 

3° Incontro confederale dei volontari giovanili Caritas tenutosi a Madrid, Spagna, dal 10 al 12 marzo 2023. Foto: Alba Cobos Medina

 

El papel de la juventud en la acción social de la Iglesia 

Uno de los principales retos de la Iglesia en la actualidad tiene que ver con la implicación de la juventud en la institución. Sin embargo, hay una forma de participación donde este sector de la población no se queda atrás: la acción social de la Iglesia. En España, el 15,3% de los jóvenes de entre 14 y 24 años, y el 11,6% de entre  25 y 34 han desarrollado actividades de voluntariado durante el 2022.

Entendemos como acción social de la Iglesia «toda aquella labor que llevan a cabo las comunidades cristianas a favor de los más desfavorecidos y de los más pobres, a la luz del Evangelio», tal como explica el párroco Josep Maria Jubany en su artículo “L’acció social a l’Església catòlica” publicado en la revista Educació Social. Para Jubany, esta se dirige a «los pobres, los marginados, los presos, los inmigrantes, las personas que son explotadas sexualmente, las que viven en condiciones injustas en el trabajo, los enfermos, etc.».

Prueba del compromiso de los jóvenes en este sentido fue el III Encuentro Confederal de Voluntariado Joven de Cáritas, que se celebró el pasado mes de marzo en Madrid. En él, 95 jóvenes de 26 centros de Cáritas de España convivieron durante un fin de semana para compartir su experiencia en la acción voluntaria. A lo largo de estos días, las personas participantes trabajaron los valores de Cáritas: la centralidad de la persona, la justicia, la verdad, la solidaridad, la transparencia, la fraternidad, la participación, el espíritu de mejora, y la austeridad. Todo ello a través de diferentes actividades: dinámicas de reflexión y debate, concursos de preguntas, talleres, improvisaciones o juegos. La música, el ritmo y la creatividad también estuvieron presentes.

Los temas tratados dejaron constancia de las preocupaciones de la juventud implicada en la Iglesia en la actualidad. La importancia de combatir las injusticias y tener una mirada crítica ante la desigualdad, de tender la mano desde la ternura, o de compartir las cargas del resto sin olvidarse de cuidarse a uno mismo, fueron algunos de los aspectos en los que se hizo hincapié a lo largo del fin de semana. Además, se reivindicó la escucha activa al otro, la mirada horizontal, la importancia de la calidez, y del acompañamiento a las personas a las que el sistema deja atrás. 

El pilar central de este encuentro fue la reflexión sobre el por qué y, sobre todo, cómo se hacía voluntariado. Quedó claro que las entidades, y muy especialmente los jóvenes que participan en ellas, han cambiado el prisma desde el que se enfoca la acción voluntaria. En este sentido, se busca evitar la dependencia de las entidades sociales y se reivindica un acompañamiento a la persona, que es vista como un sujeto activo en el proceso de mejora de su situación

Además, se observa como, en general, los jóvenes son personas implicadas en el voluntariado. Según los estudios La Acción Voluntaria 2022 y La Acción Voluntaria 2021, realizados por la Plataforma de Voluntariado España, en 2022 las personas de entre 14 y 24 años y de entre 25 y 34 participaron en un mayor porcentaje en acciones de voluntariado respecto al año anterior, aumentando de un 7,4% y de un 2,9% respectivamente. Un dato que pone de manifiesto la importancia que la población juvenil otorga a la solidaridad.

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