Rossini: una gran voglia di pace

Un capolavoro di poesia sacra. Al Teatro dell’Opera di Roma
Teatro dell'Opera di Roma

Settembre in musica al Teatro dell’Opera romana – al chiuso purchè distanziati – è terminato con la Petite Messe solennelle di Rossini. Titolo curioso: come può una messa solenne essere anche piccola?

Ma il vecchio Rossini, a qualche anno dalla morte nel 1868, non ha smesso la voglia di scherzare anche con le cose serie, tant’è vero che la indirizzerà al “Buon Dio”, affermando che essa è “l’ultimo peccato mortale” della sua vita.

Ironia a parte, sotto la quale Gioachino mascherava i suoi timori, l’opera è stata eseguita non nelle versione originaria più intima per un piccolo complesso – otto coristi, due pianoforti, un armonium e il quartetto vocale –, ma in quella per grande orchestra, nel timore che alla sua morte, un altro lo facesse, come capitava.

La Messa, a parte l’orchestrazione raffinata e sontuosa in alcuni momenti, è un capolavoro di poesia sacra. Alla Rossini, intendiamoci. Nessun volo mistico, ma un tono anche sperimentale – il Salutaris Hostia è una melodia già novecentesca –, l’uso perfetto della polifonia, il ritmo talora dolcemente teatrale, la fede rinnovata nel Credo, il preludio religioso dell’armonium solo che prefigura Franck e forse anche Messiaen, e poi la conclusione con l’Agnus Dei di un pathos commovente.

Rossini ripete la parola “pacem” con un’insistenza che nasconde la volontà di finire in questo modo una vita tumultuosa ed anche sofferta. L’anelito alla calma interiore – invocata da un uomo già molto malato – è forse il messaggio più bello di questo poema sacro originale e denso di tante emozioni, a fatica controllate. C’è il clima delle prime nebbie mattutine in questa musica, nonostante i clangori orchestrali.

L’edizione romana è stata di tutto rispetto con le voci giovanili della Fabbrica teatrale, ben impostate e promettenti, il coro ben guidato da Roberto Gabbiani e la direzione priva di enfasi – per fortuna – di Jader Bignamini.

Ora ci attende la Zaide di Mozart a partire dal 18 ottobre.

 

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