Romeo e Giulietta

Una serie di appuntamenti con la regista milanese Serena Sinigaglia.
Romeo e Giulietta

 Si rivelarono sulla scena italiana nel 1996 con un memorabile Romeo e Giulietta, la prima grande prova di teatro di una compagnia giovane e talentuosa guidata da Serena Sinigaglia. “Avevamo tutti vent’anni o poco più – racconta la regista -. Volevamo fare teatro e farlo insieme… Fu un successo insperato e sorprendente. Girammo tutta l’Italia e l’estero… e per cinque anni ci permise di far quadrare i conti, di vivere di teatro, divertendoci e imparando. Quale miglior modo per festeggiare il compleanno che riproporlo?».

 

Chi non l’ha visto, quindi, non se lo perda! L’occasione è data dall’ultima “Monografia di scena” che il Teatro Valle dedica alla regista e alla sua compagnia, l’A.T.I.R., Associazione Indipendente per il Teatro di Ricerca, che festeggiaquindici anni di lavoro. L’approfondimento che il teatro romano dedica al suo lavoro registico non poteva dunque che accogliere questa nuova edizione, rinnovata nel cast, dell’opera di Shakespeare, spettacolo che, sullo sfondo dei tamburi Kodò e le sonorità dei Deep Forest, con la sua carica vitale e un ritmo contagioso, mantiene intatte freschezza e potenza.

 

Romeo e Giulietta – spiega la Sinigaglia – è la dirompente energia della giovinezza che non si chiede perché è al mondo, essa è “il mondo”, quella fame di esistere e di bellezza che da sempre accompagna i giovani e li rende il più importante fattore di innovazione e cambiamento nella società. Il nostro spettacolo è questo, un inno alla vita gridato a pieni polmoni, è un gioco di passioni e di sogni, è il divertimento sfrontato e incosciente di chi si affaccia alla vita e non ha ancora nulla da perdere. Quindici anni fa noi eravamo tutto questo senza saperlo. Oggi lo siamo perché ci crediamo».

 

Per testimoniare il suo studio appassionato dei classici shakespeariani, Serena Sinigaglia presenterà poi la conferenza-spettacolo "Di a da in con su per tra far: Shakespeare", storia personalissima del suo rapporto con la sconfinata drammaturgia del Bardo, raccontata insieme a due suoi fedeli compagni di viaggio, Arianna Scommegna e Mattia Fabris (8 e 11 maggio). È un viaggio-scontro che attraversa il senso stesso del confronto con l’immortale classico, scortati dalla suggestione delle parole di Calvino, Rilke, Brook, Pasolini e, naturalmente, dello stesso Shakespeare.

 

Ma la regista milanese, nel suo impegnato viaggio alla ricerca di un “teatro popolare di qualità”, accanto alla riscrittura dei classici si muove alla scoperta di nuove drammaturgie e di temi più strettamente legati alla contemporaneità. Questo viaggio teatrale si conclude quindi il 16 maggio, con uno sguardo al teatro civile della Sinigaglia, con una maratona di testi politici della regista, la trilogia Incontri con epoche straordinarie: un attento lavoro di ricerca e composizione lungo dieci anni, che parte con la messinscena di 1943 Come un cammello in una grondaia, libero montaggio di testi tratti ed ispirati dalle Lettere dei condannati a morte della resistenza europea, per proseguire con “1968”, racconto per frammenti di un anno cruciale e della sua utopia smarrita, e si completa con “1989 Crolli”, percorso dissacrante e tragicomico dentro la fine di un’epoca.

 

Come un cammello in una grondaia”, deve il titolo al verso di una nota canzone di Franco Battiato: il nucleo centrale dello spettacolo è una densa riscrittura drammaturgica, tra momenti corali e racconti in prima persona, ispirata alle Lettere dei condannati a morte della resistenza europea, pietra miliare dell’identità culturale del nostro continente, in un libero montaggio che fa rivivere con sensibilità le parole di addio a madri, amici, mogli, mariti, sorelle di quei giovani di tutta Europa che lasciarono la vita per dire no alla dittatura nazifascista.

 

Il secondo capitolo, 1968”, nasce dall’urgenza della regista milanese di ricomporre e ridare senso per le giovani generazioni ad un anno cruciale, sospeso tra utopia e disincanto, con uno spettacolo che si va costruendo sull’assemblaggio di documenti eterogenei dell’epoca: discorsi politici, volantini della lotta operaia, documenti degli studenti riuniti a Nanterre, brani saggistici di Magris, Capanna ed altri, musiche e canzoni.

 

Con “1989 Crolli” la Sinigaglia annoda con una personalissima visione una teoria di frammenti onirica e disarmante, tragicomica e commossa di un anno che, a partire dalla caduta del Muro di Berlino, ha segnato uno spartiacque nel corso della Storia, la fine di un’epoca e di un periodo che rischia di ricadere nell’oblio, ma che dalla realtà consumistica degli anni ’80 si riverbera sul nostro oggi. Si susseguono così in scena crolli umani, esistenziali, politici: dalla prostituta rumena delle nostre strade che canta una canzone sul bene e sul male al ragazzo colpito da una crisi di panico nell’incapacità di scegliere tra 89 tipi di biscotti, fino a ripercorrere con ironia i fasti e la tragedia dei coniugi Ceauçescu o il drammatico omicidio di Anna Politkovskaja.

 

 

ROMEO E GIULIETTA, di William Shakespeare, su traduzione di Salvatore Quasimodo,con Marco Brinzi, Mattia Fabris, Stefano Orlandi, Carlo Orlando, Fabrizio Pagella, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Chiara Stoppa, Sandra Zoccolan. scene Maria Spazzi. Roma, teatro Valle, fino al 19 maggio

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