Roma vista dal basso

Quattro romani a parlare di Roma. Sono affidabili? Certo che no. Ma se offrono analisi da cui traspare realismo, impegno e passione civile, allora un po’ di partigianeria è legittima, addirittura gustosa. L’occasione è stata offerta dalla presentazione del libro La città di tutti. Diario sociale di una grande città (Leonardo International, 152 pagine, 15 euro). Si tratta della raccolta degli editoriali apparsi sulle pagine romane del Corriere della Sera dal 2000 ad oggi e scritti da Mario Marazziti, saggista e dirigente Rai, ma soprattutto partecipe dell’esperienza della Comunità di Sant’Egidio, di cui è portavoce. Ogni città ha un’anima – sostiene -, che è un mosaico di storie e di vita quotidiana. Quella di Roma è tutta sua, ma riesce a contenere gli altri e, alla fine, tutti possono ritrovare un po’ sé stessi. Ma quale anima ha Roma?, ribatte Giuseppe De Rita, analista del cambiamento sociale. Roma è una città che sta crescendo in termini di benessere, ricchezza, coesione, ma resta una città maleducata, con i poveri più molecolari e perciò meno raggiungibili. Ha voglia di comunità, ma non lo è ancora. Francesco Rutelli, già sindaco, ora ministro, romano sempre, vede nella capitale la sfida permanente tra civismo e cinismo. Ogni giorno progredisce verso il civismo e ogni giorno regredisce verso il cinismo. Qui convivono il successo e l’insuccesso, per cui fare comunità è un’impresa cristiana e una battaglia civile. Per l’ultimo dei quattro, lo storico Andrea Riccardi, Roma sarà universale se sarà proiettata al suo esterno, se saprà essere aperta a tutti, zingari compresi. Il libro fa vedere la gente della città illuminata dalla pietas cristiana e aiuta chi ama Roma ad aprire gli occhi sul quotidiano. Marazziti è di parte, quella degli ultimi, e non lo nasconde. Il libro invita a guardare un po’ più in basso di dove si guarda di solito. È un consiglio salutare: Se si guarda in basso, s’inciampa di meno . Si può così cogliere ciò che per fretta, timore o indifferenza abitualmente non si vede. Né a Roma, né altrove.

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