Roger al settimo cielo

Federer trionfa a Wimbledon. Un campione straordinario, che alla soglia dei trentuno anni torna anche a essere il numero uno del mondo
Roger federer Wimbledon 2012

Quando Roger Federer ha iniziato a giocare a tennis (aveva otto anni), mamma Lynette (sudafricana) e papà Robert (svizzero), gli appesero in camera i poster dei suoi primi idoli, Stefan Edberg e Boris Becker. Poi, crescendo, Roger ha sostituito quei poster con quelli di Pete Sampras, il talentuoso giocatore statunitense che, nel corso di una fantastica carriera, ha riscritto il libro dei record di questo sport. Prima che Federer cominciasse a portargli via primati su primati, Sampras è stato infatti il “suo eroe”, il giocatore che, tra l’altro, ha trionfato più volte a Wimbledon, il torneo di tennis più antico del mondo, ed è stato anche il tennista che ha occupato per più settimane la prima posizione della classifica mondiale.
 
Domenica scorsa, aggiudicandosi per l’ennesima volta il prestigioso torneo londinese, in un colpo solo Federer ha eguagliato questi due primati. Al termine di una partita a tratti entusiasmante, disputata contro l’idolo di casa, lo scozzese Andy Murray, Roger ha alzato infatti per la settima volta in carriera (proprio come Sampras) la coppa d’argento riservata al vincitore di Wimbledon(dopo i cinque successi consecutivi ottenuti tra il 2003 e il 2007, ed il successo dell’edizione del 2009). Con questa vittoria, allo stesso tempo, Federer ha riconquistato anche il primo posto della classifica mondiale, posizione che ha occupato per l’ultima volta nel giugno di due anni fa. Roger, allora, era giunto ad un passo dal record di Sampras, che era stato numero uno del mondo per 286 settimane, mentre il campione svizzero si era fermato a quota 285.
 
In questi due anni Federer, pur continuando a incantare gli appassionati con il suo gioco a tratti geniale, ha avuto un rendimento altalenante, ed è stato dato per finito più volte. In pochi credevano che ormai, giunto alla soglia dei trentun anni (li compirà il prossimo 8 agosto), potesse ancora trionfare in un torneo dello Slam, e men che meno che potesse riagguantare la prima posizione della classifica mondiale che, nel frattempo, è stata occupata a turno da due assi di questo sport molto più giovani di lui come lo spagnolo Rafa Nadal (che oggi ha ventisei anni) e il serbo Novak Djokovic (da poco venticinquenne).

Roger, invece, ancora una volta ha smentito tutti. D’altro canto non stiamo parlando di uno sportivo normale, ma del tennista (forse) più forte di tutti i tempi. Stiamo parlando di un giocatore dalla continuità di rendimento impressionante, che da oltre nove anni è tra i primi tre giocatori del mondo, che nella storia ha vinto più tornei del Grande Slam di tutti (ben 17, di cui 7 Wimbledon, 5 Open degli Stati Uniti, 4 Australian Open e 1 Roland Garros), del campione che in questo decennio non ha solo vinto tutto quello che si poteva vincere ma che, caso più unico che raro, è riuscito a conquistare l’ammirazionee il rispetto anche dei tifosi dei suoi principali avversari, oltre che la stima dei suoi colleghi. Insomma, un esempio per tutti, dentro ma anche fuori dal campo.

Eh si, intanto perché a vederlo giocare non ci si annoia mai, essendo un “artista” capace di mettere a segno ancora oggi dei colpi sensazionali che per gli altri giocatori del circuito sono quasi impossibili non solo da fare … ma anche da pensare. Come ha fatto in alcune fasi di gioco anche domenica, guarda caso proprio nei momenti decisivi della sfida con Murray, una partita durata quasi tre ore e mezza e giocata bene da entrambi ma dove l’esperienza e la voglia di vincere di Federer alla fine hanno avuto la meglio (4-6, 7-5, 6-3, 6.4 il punteggio finale).

E poi Roger è un vero fenomeno cui è davvero impossibile non affezionarsi anche perché non è solo un “re” in campo, ma anche una persona squisita fuori, con uno stile sempre composto, educato, mai fuori le righe. E lo è diventato ancor di più dopo che la sua Mirka, la moglie (ex tennista conosciuta durante i Giochi Olimpici di Sidney 2000), gli ha regalato due splendide gemelline che a giorni compiranno tre anni (Charlene Riva e Myla Rose), e che domenica erano in tribuna ad applaudire il loro papà insieme con gli altri 18 mila sportivissimi spettatori presenti sul Centre Court dell’impianto londinese.

Lui, nel tempo libero, adora giocare a carte e a ping-pong ed è un fan sfegatato della squadra di calcio svizzera del Basilea, ma non solo… Dopo il primo grande successo di una fantastica carriera, ottenuto proprio a Wimbledon nel 2003, Roger ha sentito infatti l’esigenza di impegnarsi attivamente anche nel sociale. Così, nel 2003, ha creato una Fondazione che porta il suo nome che ha lo scopo di supportare progetti a vantaggio dei bambini disagiati, in particolare nel Sudafrica, paese di origine della mamma, ma anche in Etiopia, Tanzania, Zambia, Zimbabwe e Malawi. Da allora, quasi 50 mila bambini hanno migliorato la qualità della loro istruzione di base. Alcuni di loro, in particolare, possono studiare, mangiare e praticare sport in una scuola di un paesino vicino a Port Elizabeth.

Roger è sempre in prima linea quando c’è da supportare qualche iniziativa di solidarietà. Così, in questi anni, ha dato il suo contributo a diversi progetti dell’Unicef tra i quali quelli messi a punto per le vittime dello Tsunami thailandese del 2004, dell’uragano Katrina del 2005 e del terremoto giapponese dello scorso anno. Si è inoltre impegnato in prima persona a finanziare la costruzione di un centro sportivo a Zwide, in Sudafrica, posto che ha anche lo scopo di servire come luogo dove attuare una campagna di prevenzione dell’Aids tra i più giovani. Federer è davvero un esempio per tutti, dentro ma anche fuori dal campo.

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