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Passaparola - N. 2023/04

Il calicanto d’inverno

In questo volume della collana Passaparola viene raccontata la toccante vicenda di Filippo, un detenuto che, in soli quindici giorni di libertà, scopre la forza del perdono, del riscatto e del coraggio. Una storia vera che commuove e fa riflettere.

Il calicanto d’inverno è un racconto intenso, profondo e commovente, in cui la forza del riscatto personale si intreccia con la fragilità umana. Questo volume della collana Passaparola porta alla luce la vicenda di Filippo, condannato a quattordici anni di carcere per omicidio, ma capace di trasformare un breve permesso premio in un viaggio straordinario verso la propria rinascita.

È la storia vera di un uomo che, grazie a una serie di incontri significativi, riesce a guardarsi dentro e riconoscere la propria umanità. Le reazioni della comunità, i silenzi dei familiari, lo sguardo tenero di una ragazza salvata dal vuoto della montagna: tutto concorre a riplasmare l’identità di Filippo, che si scopre non solo colpevole, ma anche capace di bene.

Accanto a lui troviamo figure toccanti come il fratello Gianluca, la giovane Matilde, e Aurora, simbolo di un passato da riconciliarsi. Il titolo del libro – Il calicanto d’inverno – evoca un fiore che sboccia nel gelo, metafora potente della capacità umana di rinascere nei momenti più difficili.

La narrazione di Pietro Acler si snoda con uno stile semplice ma profondo, capace di restituire il peso delle emozioni con autenticità. La trama, per nulla scontata, affronta temi delicati come la giustizia, il perdono, la vergogna e la speranza, riuscendo a coinvolgere il lettore in un viaggio interiore che lascia il segno.

In questa uscita della collana Passaparola viene raccontata una trasformazione possibile, anche nel contesto più ostile: la prigione. Ma il vero cambiamento avviene dentro l’anima di Filippo, e si riflette nei piccoli gesti quotidiani, nelle parole non dette, in uno sguardo che chiede e concede perdono.

Un libro che si legge tutto d’un fiato e che, con delicatezza e profondità, ci pone di fronte a una domanda cruciale: siamo davvero ciò che abbiamo fatto, o ciò che possiamo ancora diventare? Buona lettura!

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