Rivedi la diretta sul caso Taranto, ambiente, lavoro e vita

Un dialogo aperto e incentrato concretamente sulla grande questione ambientale dell’ex Ilva di Taranto e non solo. Tracce di percorsi possibili nel confronto tra Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, e Marco Bentivogli, già segretario generale dei metalmeccanici della Cisl e ora coordinatore di Base Italia
Caso Taranto

Città Nuova propone un dialogo aperto sul caso Taranto alla vigilia della Settimana sociale dei cattolici italiani che si terrà, dal 21 al 24 ottobre, nella città pugliese, simbolo del conflitto novecentesco imposto storicamente tra ambiente e lavoro

Per entrare nel merito delle questioni è importante avere degli interlocutori autorevoli per discutere senza remore del caso Ilva o ex Ilva, lo stabilimento grande due volte la città che è al centro di opposte visioni di politica ambientale e industriale.

In estrema sintesi si può dire che una parte dei movimenti ambientalisti, rappresentati da Alessandro Marescotti presidente di Peacelink, che ritiene non più tollerabile la continuità di un’attività industriale inquinante e incompatibile con la salute della popolazione nonostante l’applicazione di tutte le migliorie possibili in campo tecnologico. La soluzione proposta è quella di una riconversione economica integrale come avvenuto in altre città europee come ad esempio Bilbao nei Paesi Baschi.

L’ultima ricerca resa nota dal comune di Taranto assieme all’università di Bari e alla società di medicina ambientale parlano di un eccesso di mortalità per 1020 decessi dal 2011 al 2019 rispetto al dato regionale. Eppure permane ancora qualcuno che nega tale correlazione.

Il problema ambientale esiste ma si può intervenire con investimenti adeguati per abbattere il pericolo seguendo le migliori esperienze a livello internazionale. È questa la tesi di fondo di diverse realtà rappresentate questa sera da Marco Bentivogli, già segretario generale dei metalmeccanici della Cisl e ora coordinatore di Base Italia, un’associazione che raduna molti esperti di diversa estrazione, dal liberista Carlo Stagnaro a Stefano Zamagni per intenderci, tra i quali anche alcuni componenti del comitato scientifico delle settimane sociali.

La questione Ilva è al centro in questi giorni a Genova dell’incontro promosso dal coordinamento dei consigli di fabbrica europei della siderurgia con la presenza rappresentati dei metalmeccanici spagnoli delle Asturie per mettere in evidenza il fatto che in altri Paesi la multinazionale Arcelor Mittal ha fatto investimenti importanti di transizione energetica verso l’idrogeno verde mentre in Italia manca l’iniziativa politica adeguata.

Eppure ormai il colosso franco indiano è in via di progressiva uscita dalla  gestione di “Acciaerie Italia”, nuova società subentrata nel controllo dell’ex Ilva, con un ruolo centrale assunto, tramite la società Invitalia, dallo Stato italiano che ha nominato il nuovo presidente nella persona di Franco Bernabè. Uno dei manager internazionali strettamente legati al mondo e alla cultura imprenditoriale di Mario Draghi. Bernabè ha scritto recentemente un libro dove critica 40 anni di capitalismo italiano ma egli stesso rappresenta il simbolo del ciclo delle privatizzazioni avendo promosso e gestito quella di Eni.

Nel pacchetto del Just transition fund , che compone l’architettura del Next generation Eu, è prevista una dotazione specifica relativa al Sulcis, in Sardegna, e a Taranto. La domanda che è lecito porsi riguarda il tipo di monitoraggio dell’utilizzo di tali fondi da parte della società civile come chiede ad esempio il Forum diseguaglianze

Il vero problema, purtroppo, riguarda il fatto che di Taranto si parla quando emerge drammaticamente il problema irrisolto nelle sue conseguenze peggiori come il picco della mortalità e la perdita di migliaia di posti di lavoro. Ma il “Caso Taranto” stenta sempre a diventare una questione di responsabilità nazionale necessaria per liberare un territorio da una causa di inquinamento intollerabile della popolazione che non può essere sacrificata alla logica dii interessi superiori destinati ad imporsi dall’alto.

Marescotti e Bentivogli, da posizioni diverse, esprimono una notevole capacità di dialogo come espressa in un articolo di Città Nuova del 2018. Il confronto esercitato in maniera diretta, con attenzione ai dati condivisi, apre a proposte concrete da sperimentare per ritrovare una nuova alleanza tra mondo del lavoro e società civile. Una traccia che emerge dalla diretta web proposta il 19 ottobre e da seguire nell’agenda che seguirà, si spera, lo svolgimento delle settimane sociali di Taranto.

 

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