Rinascita azzurra

Iniziata la Coppa del mondo tra lo scetticismo generale, la nazionale italiana maschile di pallavolo è cresciuta di partita in partita riuscendo a qualificarsi per le prossime Olimpiadi
pallavolo

La Coppa del mondodi pallavolo, che dal 1991 si disputa in Giappone l’anno prima delle Olimpiadi, è un torneo davvero complicato. Nella formula ormai in vigore da alcune edizioni, infatti, si affrontano una contro l’altra, nel breve spazio di un paio di settimane, dodici nazionali (alcune delle migliori squadre del mondo e almeno una in rappresentanza di ciascun continente). Tutte giocano contro tutte, senza un attimo di respiro, e scendendo in campo quasi ogni giorno ciascuna partita può inevitabilmente rivelarsi una “trappola”. Alla fine, solo le migliori classificate si qualificano per le Olimpiadi dell’anno successivo.

Quest’anno, i posti in palio per i Giochi di Rio 2016 erano soltanto due, e alla vigilia del torneo l’Italianon era certamente indicata tra le grandi favorite. La Russia, medaglia d’oro olimpica in carica, la Polonia, vincitrice del mondiale casalingo dello scorso anno, e gli Stati Uniti, apparivano sulla carta formazioni molto più attrezzate della nostra, senza dimenticare l’insidia rappresentata da alcune vere e proprie mine vaganti quali Argentina, Giappone e Iran, tre formazioni capaci, nella giornata giusta, di giocarsela con tutti. Sulla carta, solo Canada, Australia, Egitto, Venezuela e Tunisia sembravano inferiori alle altre, e così è stato.

L’Italia, dicevamo, non sembrava avere molte chance di strappare uno dei due pass olimpici. Troppa la distanza mostrata sul campo negli ultimi anni rispetto alle squadre più forti del mondo, distanza ben illustrata dalla tredicesima posizione occupata dalla nostra squadra al termine dei mondiali del 2014. Troppo fresca, poi, la brutta figura fatta dall’ambiente azzurro alla vigilia delle finali di World League dello scorso luglio, quando alcuni dei nostri giocatori furono rimandati a casa per motivi disciplinari dal commissario tecnico Mauro Berrutoche, poche settimane dopo, ha lasciato improvvisamente la panchina della nazionale italiana.

Così, arrivati in Giappone un po’ in sordina, i nostri pallavolisti hanno cominciato il torneo tra molti dubbi e tante novità. Nuovo il tecnico, Gianlorenzo Blengini, nuovo il capitano, Simone Buti, nuovi alcuni giocatori tra cui Osmany Juantorena, da diversi addetti ai lavori considerato come uno dei migliori pallavolisti al mondo. Nuovo anche il palleggiatore, ruolo fondamentale in questo sport. In cabina di regia, infatti, il neo c.t. azzurro ha promosso il giovanissimo Simone Giannelli, astro nascente appena diciannovenne. Con tutte queste novità, si chiedevano gli appassionati, come potremo mai competere contro squadre più rodate, formate da giocatori che stanno insieme da qualche anno e che ormai giocano “a memoria”? Eppure, mai dire mai, nella vita come nello sport tutto può sempre succedere, nulla va mai dato troppo per scontato.

La nostra squadra ha iniziato la Coppa del mondo in maniera davvero convincente, battendo nelle prime tre giornate Canada, Australia ed Egitto, formazioni “facili”, ma solo sulla carta. Poi, dopo la sconfitta in una gara molto combattuta contro gli Stati Uniti, sono arrivati uno dietro l’altro i successi contro Giappone, Iran, Tunisia e Venezuela. Partite in cui l’Italia è sembrata crescere set dopo set, mostrando insieme ad alcune individualità di altissimo livello (dallo “zar” Ivan Zaytsev, un vero fuoriclasse soprattutto se schierato nel suo ruolo preferito di opposto, al libero Massimo Colaci), una compattezza, un affiatamento di squadra e un’unità di intenti come non si vedevano da diverso tempo. E il meglio doveva ancora venire …

Arrivati a Tokyo per disputare le ultime tre decisive partite contro Russia, Argentina e Polonia, un trittico d’incontri davvero complicatissimo, i nostri ragazzi si sono davvero superati. Battuti prima con un netto tre a zero i campioni olimpici russi, superata poi con un sofferto tre a due l’Argentina dell’ex c.t. azzurro Julio Velasco, per andare a Rio la nostra nazionale era obbligata a vincere nettamente (per 3-0 o 3-1) l’ultimo incontro del torneo, il match “spareggio” con i campioni del mondo polacchi. Qui, sfoggiando ancora una volta una prestazione di altissimo livello, gli azzurri si sono imposti per tre set a uno (26-24; 22-25; 25-22 e 25-19 i parziali), e hanno così messo in tasca il biglietto per le Olimpiadi del prossimo anno. Per la nostra squadra maschile, si tratta dell’undicesima qualificazione consecutiva ai Giochi Olimpici (mai assenti dall’edizione di Montreal 1976).

 

Certo, a onor del vero in questa manifestazione mancavano squadroni come la Francia, vincitrice dell’ultima World League, come la Germania, bronzo ai mondiali dello scorso anno, o ancora come Bulgaria, Serbia e soprattutto come ilBrasile (già qualificato per i Giochi a cinque cerchi del 2016 in qualità di Paese organizzatore). Dal Giappone, però, arriva comunque la notizia più importante, quella che il movimento pallavolistico italiano aspettava ormai da un po’ di tempo: la nazionale maschile, è finalmente tornata!

 

 

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