Riccardo III è Spacey

Un successo personale per l’attore che non si risparmia nelle tre ore e più di spettacolo, facendo risuonare potente la lingua di Shakespeare.
Riccardo III

Grande chiusura al Napoli Teatro Festival con l’unica tappa italiana del tour mondiale del Riccardo III di Shakespeare del londinese The Old Vic, regia di Sam Mendes, protagonista Kevin Spacey. Coppia vincente al cinema come sul palcoscenico. Un autentico trionfo. Perfetto nella maschera cinica e crudele, l’attore newyorkese incarna superbamente l’ascesa al potere del malefico duca di Gloucester, diventato re a furia di assassinii persino di famigliari. Mendes lo fa appendere a testa in giù dopo l’uccisione in battaglia, come animale da macello: archetipo del tragico epilogo, di ieri e di oggi, di tutti i tiranni.

 

Una messinscena secca, dominata da attori d’altissimo livello, in eleganti abiti contemporanei, alcuni in più ruoli. E tutti a percuotere i tamburi in una coreografia, prima di cerimonia, poi di guerra, dentro la scena chiusa di 18 porte che s’allunga in profondità nella seconda parte. In essa, campeggia il volto ingigantito, in fotografia e, prima, in video, dell’usurpatore. Di pregnanti invenzioni sceniche, la trama è scandita da scritte luminose che annunciano il susseguirsi degli atti e dei personaggi nel loro relazionarsi con il tiranno. Rivolto continuamente verso il pubblico, a volerlo sedurre, Spacey mantiene la fisicità di “zoppo deforme” con un tutore, senza lasciar trasparire la fatica. Ed è un successo personale per l’attore che non si risparmia nelle tre ore e più di spettacolo, facendo risuonare potente la lingua di Shakespeare.

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