Riallenarsi allo studio grazie all’autoefficacia

La capacità di apprendere, secondo lo studioso Bandura, dipende anche dall'autoefficacia, cioè dalla capacità di sentirsi competenti nell'affrontare un compito. Come migliorare, allora, la propria autostima? E come aiutare i ragazzi ad applicarsi e a portare a termine con successo gli studi?

La nostra capacità di apprendimento solo in parte dipende dal patrimonio genetico che ciascuno di noi possiede e in molti casi si esprime al di sotto delle nostre reali o potenziali possibilità. Questo perché restiamo per lo più ancorati ad abitudini acquisite nel tempo o a scarsa auto-consapevolezza.

L’apprendimento si riferisce al cambiamento di un individuo in seguito ad una situazione esperita ripetutamente. L’esperienza (in ogni sua forma), quindi, è una condizione imprescindibile perché si abbia l’apprendimento. Questo processo di acquisizione dall’ambiente non è inerente solo allo sviluppo di nuove competenze, ma coinvolge tutte le sfere della personalità.

Albert Bandura, psicologo canadese studioso dell’apprendimento, dà molta importanza al ruolo che assume l’autoefficacia, ossia la capacità di ognuno di sentirsi competenti nell’affrontare un compito specifico. Una persona può avere tutti gli strumenti per affrontare un compito, ma se non si reputa capace di superarlo è molto probabile che fallisca o semplicemente che non si metta in gioco in nuove esperienze d’apprendimento.

Possiamo osservare questa teoria nella pratica di molti adolescenti che, dopo mesi o anni di “disallenamento allo studio” in cui hanno abbandonato la lettura, la memorizzazione, la concentrazione verso una disciplina, hanno infinite difficoltà a riprendere e spesso rinunciano prima ancora di iniziare. Quando interrompiamo l’apprendimento di qualcosa che richiede sforzo e impegno, ricominciare implica uno sforzo iniziale notevole. Gli adolescenti, che a volte vivono delle fasi critiche, mettono da parte lo studio e così facendo rischiano di fare e memorizzare un’esperienza di fallimento.

La bassa autoefficacia che ne deriva gli fa credere, quindi, di non farcela ad iniziare un nuovo processo d’apprendimento e questo in qualche modo può condizionare anche altre sfere della vita, abbassando di conseguenza l’autostima del ragazzo.

Allora come si ricomincia? Come possiamo allenare l’autoefficacia dei ragazzi? Come si fa a riaprire i libri e a risedersi in un banco di scuola?

Di seguito qualche esercizio per allenare l’autoefficacia:

  1. Festeggiate i successi!!! Solo celebrandoli si incrementa il senso di efficacia, non solo nella scuola, ma anche nella vita.
  2. Cercate di scovare nella memoria del ragazzo esperienze positive e parlatene insieme chiedendovi:
  • Pensando a quell’esperienza di successo, quali capacità ha messo in campo?
  • Cosa può imparare?
  • Che beneficio ne può ricavare per il futuro?

Se il ragazzo non riesce ad individuarle, aiutatelo ed evidenziate anche piccolissime vittorie o conquiste.

Esperienza dopo esperienza, acquisirà la consapevolezza di potercela fare – impegnandosi- e pagina dopo pagina anche la mente potrà riallenarsi allo studio.

Buon apprendimento!

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